Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se Dio sia la verità

I-II, q. 3, a. 7; In 1 Sent., d. 19, q. 5, a. 1; C. G., I, cc. 59 sqq.; III, c. 51

Pare che Dio non sia la verità.

Infatti:

1. La verità consiste nell'atto del comporre e del dividere compiuto dall'intelletto.

Ma in Dio non c'è composizione e divisione.

Quindi non c'è verità.

2. La verità, secondo S. Agostino [ De vera relig. 36.66 ], è la « somiglianza delle cose con il loro principio ».

Ma Dio non assomiglia ad alcun principio.

Quindi in Dio non c'è verità.

3. Tutto quanto si dice di Dio lo si dice di lui come della prima causa di tutte le cose: p. es. l'essere di Dio è la causa di ogni essere, e la sua bontà è la causa di ogni bene.

Se dunque in Dio si trova la verità, ogni vero proverrà da lui.

Ora, è vero che qualcuno pecca.

Quindi Dio dovrebbe esserne la causa, il che evidentemente è falso.

In contrario:

Il Signore [ Gv 14,6 ] dice : « Io sono la Via, la Verità, la Vita ».

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ a. 1 ], la verità si trova nell'intelletto quando esso conosce una cosa così come essa è, e nelle cose in quanto il loro essere dice rapporto all'intelligenza.

Ora, tutto ciò si trova in Dio in sommo grado.

Infatti il suo essere non solo è conforme al suo intelletto, ma è il suo stesso intendere; e il suo atto d'intellezione è la misura e la causa di ogni altro essere e di ogni altro intelletto; ed egli stesso è il suo proprio essere e la sua intellezione.

Conseguentemente non soltanto in lui c'è la verità, ma egli medesimo è la stessa somma e prima verità.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene nella divina intelligenza non vi sia composizione e divisione, tuttavia Dio con la sua semplice intelligenza giudica di tutto e conosce tutte le cose, compresi tutti i giudizi.

E così nel suo intelletto c'è la verità.

2. La verità del nostro intelletto consiste nella conformità al suo principio, cioè alle cose da cui esso trae le sue conoscenze.

E anche la verità [ ontologica ] delle cose consiste nella conformità di esse al loro principio, cioè all'intelletto divino.

L'espressione invece, propriamente parlando, non può essere applicata alla verità divina se non forse riferendosi alla verità che viene appropriata al Figlio, il quale ha un principio.

Non vale invece per la verità attributo essenziale di Dio, a meno che la proposizione affermativa non venga risolta in negativa, come quando si afferma che il Padre è da se stesso per negare che sia da altri.

E similmente si può dire che la verità divina è « la somiglianza con il suo principio » per indicare che tra l'essere di Dio e il suo intelletto non c'è dissomiglianza.

3. Il non ente e le privazioni non hanno verità in se stessi, ma l'hanno solamente grazie alla conoscenza dell'intelletto.

Ora, ogni conoscenza viene da Dio: quindi quanto di verità c'è in questo mio dire: è vero che costui commette fornicazione, proviene da Dio.

Se però uno ne conclude: dunque la fornicazione di costui proviene da Dio, si ha un sofisma di accidente.

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