Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se in Dio vi siano più di due processioni

C. G., IV, c. 26; De Pot., q. 9, a. 9; q. 10, a. 2, s. c.

Pare che in Dio vi siano più di due processioni.

Infatti:

1. Come si attribuisce a Dio la scienza e la volontà, così gli si attribuisce anche la potenza.

Se dunque dalla parte dell'intelletto e della volontà si hanno in lui due processione, pare che ce ne debba essere una terza dalla parte della potenza.

2. Sembra che alla bontà in modo particolare convenga di essere principio di processione, dato che il bene tende a diffondere se stesso.

Quindi si direbbe che in Dio vi debba essere qualche processione anche secondo la bontà.

3. La fecondità è maggiore in Dio che in noi.

Ma in noi non c'è una sola processione concettuale, bensì molte: poiché da un verbo procede un altro verbo, e similmente da un amore un altro amore.

Quindi in Dio vi debbono essere più di due processioni.

In contrario:

In Dio non vi sono che due procedenti, cioè il Figlio e lo Spirito Santo.

Quindi non vi sono che due processioni.

Dimostrazione:

In Dio non vi possono essere processioni se non secondo le azioni immanenti.

Ora, in una natura intellettuale e divina queste non sono che due sole, cioè l'intendere e il volere.

Il sentire infatti, che pare anch'esso un'azione immanente, è estraneo alla natura [ puramente ] intellettuale; e non è del tutto fuori del genere delle azioni transeunti, poiché si compie mediante l'azione del sensibile sul senso.

Resta dunque che in Dio non vi possono essere altre processioni se non quelle del verbo e dell'amore.

Analisi delle obiezioni:

1. La potenza è il principio dell'azione che si esercita su di un altro soggetto: quindi da essa proviene l'azione ad extra.

Per questo dall'attributo della potenza non si denomina la processione di una persona divina, ma soltanto la derivazione delle creature.

2. Come dice Boezio [ De hebdom. ], il bene appartiene all'essenza e non all'operazione, se non forse come oggetto della volontà.

Dovendo dunque le processioni divine essere desunte dalle operazioni, ne segue che dalla bontà e da simili attributi non si hanno altre processioni oltre a quelle del verbo e dell'amore, in quanto Dio intende e ama la sua essenza, la sua verità e la sua bontà.

3. Come si è già detto [ q. 14, a. 7; q. 19, a. 5 ], Dio con un semplicissimo atto intende e vuole ogni cosa.

Quindi in lui non vi può essere processione di un verbo dal verbo, né di un amore dall'amore, ma in Dio c'è un solo verbo e un solo amore perfettissimi.

E in ciò si manifesta la sua perfetta fecondità.

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