Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se in un ordine vi siano più angeli

In 2 Sent., d. 9, q. 1, aa. 3, 5

Pare che in un ordine non vi siano più angeli.

Infatti:

1. Si è detto sopra [ q. 50, a. 4 ] che gli angeli sono tutti disuguali tra loro.

Si dicono invece di un solo ordine esseri tra loro uguali.

Quindi non esistono più angeli di un solo ordine.

2. Ciò che può essere compiuto perfettamente da uno solo è superfluo farlo compiere da molti.

Ma le mansioni spettanti a un ufficio angelico possono essere espletate perfettamente da un unico angelo molto meglio di quanto l'unico sole non faccia perfettamente l'ufficio del sole: e ciò tanto più quanto più l'angelo supera in perfezione un corpo celeste.

Se dunque, come si è detto [ a. 2 ], gli ordini si distinguono in base agli uffici, è superfluo che vi siano più angeli di un medesimo ordine.

3. Gli angeli, come fu dimostrato [ cf. ob. 1 ], sono disuguali.

Se quindi esistono più angeli di uno stesso ordine, p. es. tre o quattro, l'infimo dell'ordine superiore sarà più vicino a quello supremo dell'ordine inferiore che non a quello supremo del proprio ordine.

E allora non si vede perché esso debba appartenere a un ordine piuttosto che all'altro.

Quindi non esistono più angeli in uno stesso ordine.

In contrario:

Si legge in Isaia [ Is 6,3 ] che i Serafini « gridavano l'uno all'altro ».

Quindi esistono più angeli nel solo ordine dei Serafini.

Dimostrazione:

Chi ha la conoscenza perfetta di un dato genere di cose è in grado di distinguere sino ai minimi particolari gli atti, le potenze e le nature delle medesime.

Chi invece ne ha una conoscenza imperfetta deve limitarsi a distinzioni generiche, che si fondano su pochi elementi.

Come chi conosce imperfettamente gli esseri materiali distingue i loro ordini genericamente, ponendo in un ordine i corpi celesti, in un altro i corpi inferiori inanimati, in un altro le piante e in un altro gli animali; chi invece li conoscesse perfettamente sarebbe in grado di distinguere ordini diversi tra gli stessi corpi celesti, e così tra gli altri ricordati.

Ora, noi possediamo una conoscenza imperfetta degli angeli e dei loro uffici, come afferma Dionigi [ De cael. hier. 6,1 ].

Quindi possiamo distinguere gli uffici e gli ordini degli angeli soltanto in generale, per cui veniamo a raggruppare molti angeli sotto un unico ordine.

Se invece conoscessimo perfettamente gli uffici degli angeli e le loro distinzioni, allora conosceremmo perfettamente che ciascun angelo, più di una qualsiasi stella, ha un proprio ufficio e un proprio ordine nel creato, per quanto [ attualmente ] a noi rimanga ignoto.

Analisi delle obiezioni:

1. Tutti gli angeli di uno stesso ordine sono uguali in qualche modo, rispetto cioè a quella particolarità che li costituisce in un solo ordine, ma in senso assoluto non sono uguali.

Ed è per questo che Dionigi ritiene possibile distinguere in un medesimo ordine di angeli i primi, gli intermedi e gli ultimi.

2. La distinzione specifica degli ordini e degli uffici, in forza della quale ogni angelo ha il suo proprio ufficio e il suo proprio ordine, è a noi ignota.

3. In una superficie che sia per metà bianca e per metà nera le due parti contigue del bianco e del nero sono localmente più vicine tra di loro di quanto possano esserlo due parti della zona bianca, però sono più lontane tra loro per qualità: e così due angeli che stiano ai confini di due ordini sono più vicini tra di loro per affinità di natura di quanto non lo sia uno di loro con qualche altro del proprio ordine; non però per idoneità a uffici consimili, idoneità che si estende entro un ambito determinato.

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