Summa Teologica - I

Indice

Articolo 2 - Se in una gerarchia vi siano più ordini

In 2 Sent., d. 9, q. 1, a. 3; In 4 Sent., d. 24, q. 2, a. 1, sol. 2, ad 4

Pare che in una gerarchia non vi siano più ordini.

Infatti:

1. Le suddivisioni di un termine che serve a definire suddividono anche il termine definito.

Ma la gerarchia, al dire di Dionigi [ De cael. hier. 3,2 ], è un ordine.

Se quindi vi sono molti ordini, non vi sarà una sola gerarchia, ma molte.

2. Ordini diversi sono gradi diversi.

Ora, nel mondo degli spiriti i gradi sono stabiliti in base ai diversi doni spirituali.

Ma negli angeli tutti i doni spirituali sono comuni, poiché « nulla tra essi è partecipato con esclusività » [ P. Lomb., Sent. 2,9 ].

Quindi non vi sono diversi ordini di angeli.

3. Nella gerarchia ecclesiastica gli ordini si distinguono in base alle tre funzioni: purificare, illuminare e perfezionare; poiché, come dice Dionigi [ De eccl. hier. 5,2 ], l'ordine dei Diaconi purifica, l'ordine dei Sacerdoti illumina e l'ordine dei Vescovi perfeziona.

Ma ogni angelo purifica, illumina e perfeziona.

Quindi non si dà distinzione di ordini negli angeli.

In contrario:

Scrive l'Apostolo [ Ef 1,21 ] che Dio costituì Cristo uomo sopra ogni Principato e Potestà e Virtù e Dominazione; e questi sono ordini diversi di angeli, alcuni dei quali appartengono alla medesima gerarchia, come si vedrà in seguito [ a. 6 ].

Dimostrazione:

Secondo quanto si è detto [ a. 1 ], una gerarchia costituisce un unico principato, vale a dire una sola moltitudine ordinata con un solo regime, sotto il governo di un solo principe.

Ora, una moltitudine non sarebbe ordinata, ma confusa, se in essa non vi fossero diversi ordini.

Quindi il concetto stesso di gerarchia esige una diversità di ordini.

E questa diversità di ordini si fonda sulla diversità degli uffici e delle attività.

Come avviene anche nella società civile, dove troviamo diversi ordini in base alle diverse attività: altro è infatti l'ordine dei magistrati, altro quello dei militari e altro quello degli agricoltori, e via dicendo.

Ma sebbene gli ordini civili siano molti, essi nondimeno possono ridursi tutti a tre, considerando che ogni comunità perfetta presenta un principio, un termine medio e un fine.

Cosicché in qualsiasi stato o città si riscontra un triplice ordine di persone: vi sono infatti quelle di grado più elevato, come i patrizi, altre di grado infimo, come il popolo minuto, altre di grado intermedio, come la classe media.

- Così dunque si possono distinguere gli ordini anche in ciascuna gerarchia angelica in base alle attività e alle funzioni [ degli angeli ]; e tutta questa diversità si riduce ai tre gradi: supremo, medio e infimo.

E questa è la ragione per cui Dionigi [ De cael. hier. 6 ss. ] pone tre ordini in ciascuna gerarchia.

Analisi delle obiezioni:

1. Il termine « ordine » ha due accezioni.

La prima [ generica ] indica tutto l'ordinamento che abbraccia sotto di sé diversi gradi: e secondo tale accezione si dice che la gerarchia è un ordine.

La seconda indica un solo grado: e secondo questa accezione si dice che esistono più ordini in una medesima gerarchia.

2. Nella società angelica tutto è posseduto in comune, ma alcuni doni sono posseduti in modo più eccellente dagli uni che dagli altri.

Infatti qualunque cosa sarà sempre posseduta più perfettamente da chi può comunicarla piuttosto che da chi non lo può: come, p. es., un corpo capace di riscaldare sarà più caldo di un corpo caldo ma senza questa capacità, e chi può anche insegnare sarà più dotto di chi invece non ne è ancora capace.

E quanto più perfetto è il dono che uno può comunicare, tanto più perfetto è il grado in cui egli si trova: come si trova in un grado superiore di insegnamento chi è capace di insegnare una scienza più alta.

Ora, la diversità di gradi o di ordini negli angeli va considerata, secondo questa analogia, in base alla diversità dei loro uffici e funzioni.

3. L'infimo angelo è sempre superiore all'uomo più elevato della nostra gerarchia, secondo quel detto evangelico [ Mt 11,11 ]: « Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui », cioè di Giovanni Battista, del quale « tra i nati di donna nessuno è sorto di più grande ».

Per conseguenza l'infimo angelo della gerarchia celeste può non soltanto purificare, ma anche illuminare e perfezionare, e in un modo più alto di quanto non facciano gli ordini della nostra gerarchia.

E così gli ordini celesti non si distinguono in base alla distinzione di queste funzioni, ma in base ad altre differenze della loro attività.

Indice