Summa Teologica - I-II

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Articolo 5 - Se il consiglio proceda in ordine risolutivo

In 3 Ethic., lect. 8

Pare che il consiglio non proceda in ordine risolutivo.

Infatti:

1. Il consiglio ha per oggetto le nostre operazioni.

Ora, le nostre operazioni non procedono in ordine risolutivo, ma piuttosto in ordine compositivo, cioè passando dal semplice al composto.

Quindi il consiglio non sempre procede in ordine risolutivo.

2. Il consiglio è un'indagine razionale.

Ora, la ragione parte da ciò che viene prima per giungere a ciò che viene dopo, seguendo l'ordine più conveniente.

Ma essendo le cose passate prima di quelle presenti, e le presenti prima di quelle future, sembra che nel deliberare si debba procedere dal presente e dal passato al futuro.

Il che non corrisponde all'ordine risolutivo.

Quindi nei consigli o deliberazioni non si rispetta l'ordine risolutivo.

3. Il consiglio ha per oggetto soltanto le cose a noi possibili, come insegna Aristotele [ Ethic. 3,3 ].

Ma si giudica se una cosa è possibile o impossibile in base a ciò che possiamo fare o non possiamo fare per raggiungerla.

Quindi nella ricerca della deliberazione, o consiglio, bisogna partire dal presente.

In contrario:

Il Filosofo [ ib. ] scrive che « colui il quale delibera si presenta nell'atto di indagare e di risolvere ».

Dimostrazione:

In ogni ricerca bisogna partire da un principio.

E se questo principio ha una priorità, sia nell'ordine conoscitivo che nell'ordine reale, il procedimento non è risolutivo, ma piuttosto compositivo: procedere infatti dalle cause agli effetti è un procedimento compositivo, poiché le cause sono più semplici degli effetti.

Se invece le cose che hanno una priorità nella conoscenza sono posteriori nella realtà, si ha un processo risolutivo: come quando formuliamo giudizi su effetti già noti risolvendoli nelle loro cause semplici.

Ora, nella ricerca della deliberazione, o consiglio, il principio è costituito dal fine, che precede nell'ordine dell'intenzione, ma è posteriore nella realtà.

E così è necessario che l'indagine del consiglio sia di carattere risolutivo, cioè che inizi da ciò che viene perseguito nel futuro per giungere al da farsi immediato.

Analisi delle obiezioni:

1. Il consiglio ha certamente per oggetto le operazioni, ma il motivo dell'operare è desunto dal fine: perciò l'ordine del ragionare sulle operazioni è l'inverso di quello dell'operare.

2. La ragione prende inizio da quanto precede in ordine di ragione, ma non sempre da quanto precede in ordine di tempo.

3. Non cercheremmo di sapere se è possibile ciò che va compiuto per un fine se non fosse una cosa proporzionata al fine.

Quindi, prima di considerare se una cosa è possibile, bisogna domandarsi se è adatta per raggiungere il fine.

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