Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se la tristezza possa essere causa di piacere

Pare che la tristezza non sia causa di piacere.

Infatti:

1. Una cosa non può essere causa del suo contrario.

Ma la tristezza è il contrario del piacere.

Quindi non ne è la causa.

2. I contrari devono avere effetti contrari.

Ora, il ricordo dei piaceri è causa di piacere.

Quindi il ricordo delle passate tristezze deve essere causa di dolore e non di piacere.

3. La tristezza sta al piacere come l'odio sta all'amore.

Ma l'odio non è causa dell'amore, bensì è vero il contrario, come si è spiegato sopra [ q. 29, a. 2 ].

Quindi la tristezza non è causa del piacere.

In contrario:

Sta scritto [ Sal 42,4 ]: « Le lacrime sono mio pane giorno e notte ».

Ora, per pane qui si intende il ristoro del godimento.

Quindi le lacrime nate dalla tristezza possono essere piacevoli.

Dimostrazione:

La tristezza può essere considerata sotto due aspetti: primo come cosa attuale; secondo, come oggetto di memoria.

E in tutti e due i casi la tristezza può essere causa di piacere.

Come cosa attuale la tristezza è causa di piacere in quanto implica il ricordo dell'oggetto amato, la cui assenza rattrista: e tuttavia la sua sola considerazione dà piacere.

- Quale oggetto di memoria la tristezza diviene invece causa di piacere per il superamento successivo di essa.

Infatti l'assenza di un male prende l'aspetto di bene: cosicché il pensiero di aver superato determinate tristezze e dolori offre all'uomo materia di gioia.

E in questo senso S. Agostino [ cf. Greg., Mor. 4,36 ] scrive che « spesso ricordiamo nella gioia le cose tristi, e nella salute i dolori senza dolore, resi anzi da ciò più lieti e più grati ».

E altrove [ Conf. 8,3 ]: « Più grande fu il pericolo nel combattimento, più sarà grande la gioia del trionfo ».

Analisi delle obiezioni:

1. Una cosa può essere causa del suo contrario indirettamente: come « il freddo talora riscalda », secondo Aristotele [ Phys. 8,1 ].

E allo stesso modo anche la tristezza è indirettamente causa di piacere, in quanto dà l'occasione di considerare cose che piacciono.

2. Le cose tristi ricordate non causano il piacere perché tristi e contrarie al godimento, ma per il fatto che uno si è liberato di esse.

E così pure il ricordo di cose piacevoli, per il fatto che sono perdute, può causare tristezza.

3. Anche l'odio, indirettamente, può essere causa di amore: in quanto cioè alcuni si amano tra loro perché sono d'accordo nell'odiare la medesima cosa.

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