Summa Teologica - III

Indice

Articolo 1 - Se l'anima di Cristo abbia avuto l'onnipotenza

In 1 Sent., d. 43, q. 1, a. 2, ad 2; In 3 Sent., d. 1, q. 1, a. 2, ad 2; d. 14, q. 1, a. 4

Pare che l'anima di Cristo abbia avuto l'onnipotenza.

Infatti:

1. S. Ambrogio [ Glossa ord. ] scrive: « L'uomo avrebbe ricevuto nel tempo l'onnipotenza che il Figlio di Dio ha per natura ».

Ma ciò riguarda principalmente l'anima, che è la parte più nobile dell'uomo.

Poiché dunque il Figlio di Dio ebbe l'onnipotenza dall'eternità, pare che l'anima di Cristo l'abbia ricevuta nel tempo.

2. La potenza di Dio è infinita, come anche la sua scienza.

Ma l'anima di Cristo ha in un certo modo la scienza di tutte le cose che Dio conosce, come si è detto sopra [ q. 10, a. 2 ].

Quindi ha anche la potenza su tutte le cose.

E così è onnipotente.

3. L'anima di Cristo ha ogni specie di scienza.

Ma le scienze si dividono in pratiche e speculative.

Quindi delle cose che conosce speculativamente ha la scienza pratica, cioè le può fare.

E così ha il potere di fare tutte le cose.

In contrario:

Ciò che è proprio di Dio non è attribuibile ad alcuna creatura.

Ma l'onnipotenza è propria di Dio, come sta scritto [ Es 15,2s ]: « È il mio Dio e lo voglio esaltare: il suo nome è l'Onnipotente ».

Quindi l'anima di Cristo, essendo una creatura, non ha l'onnipotenza.

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ q. 2, a. 1; q. 10, a. 1 ], nel mistero dell'incarnazione l'unione ipostatica è avvenuta in modo da lasciare distinte le nature, conservando all'una e all'altra quanto ciascuna ha di proprio.

Ora, la potenza attiva di ogni cosa dipende dalla sua forma, che è il principio dell'operazione.

La forma poi o è la stessa natura, come negli esseri semplici, o è il costitutivo della natura, come nelle cose composte di materia e forma.

Perciò è chiaro che la potenza attiva di ogni ente dipende dalla sua natura.

Così dunque l'onnipotenza consegue alla natura divina.

Essendo infatti la natura divina lo stesso essere incircoscritto di Dio, come afferma Dionigi [ De div. nom. 5 ], essa ha conseguentemente la potenza attiva su tutte le cose che possono essere, cioè l'onnipotenza, come anche qualsiasi essere ha la potenza attiva su quelle cose a cui si estende la perfezione della sua natura: come ad es. il caldo può riscaldare.

Siccome dunque l'anima di Cristo è una parte della natura umana, è impossibile che abbia l'onnipotenza.

Analisi delle obiezioni:

1. L'onnipotenza che il Figlio di Dio aveva dall'eternità, l'uomo l'ha ricevuta nel tempo in forza dell'unione ipostatica, grazie alla quale come l'uomo [ Cristo ] è detto Dio, così è detto anche onnipotente: non nel senso che l'onnipotenza dell'uomo, come anche la divinità, sia distinta da quella del Figlio di Dio, ma nel senso che in lui è identica la persona di Dio e dell'uomo.

2. Non si può parlare, dicono alcuni, della potenza attiva come si parla della scienza.

Infatti la potenza attiva di una cosa deriva dalla sua natura, poiché l'azione si presenta come derivante dall'agente, mentre la scienza non deriva sempre dall'essenza stessa del soggetto, ma può nascere dal conformarsi del soggetto alle realtà conosciute mediante rappresentazioni conoscitive.

Questa però è una risposta insufficiente.

Se infatti si può conoscere per mezzo di immagini ricevute da altri, si può anche agire per mezzo di forme date da altri: come l'acqua e il ferro riscaldano con il calore comunicato dal fuoco.

Così dunque non si spiegherebbe come mai l'anima di Cristo, mentre può conoscere tutte le cose con le idee di tutte le cose che Dio ha infuso in essa, non possa anche con le medesime idee fare tutte le cose.

C'è quindi da aggiungere che una perfezione, passando da una natura superiore a una inferiore, diminuisce: il calore infatti non ha nell'acqua la medesima forza che ha nel fuoco.

Poiché dunque l'anima di Cristo è di natura inferiore a quella divina, le idee delle cose non conservano nell'anima di Cristo la medesima perfezione e virtù che hanno nella natura divina.

E ciò spiega come mai la scienza dell'anima di Cristo sia inferiore alla scienza divina: sia quanto al modo di conoscere, poiché Dio conosce più perfettamente dell'anima di Cristo, sia anche quanto al numero delle cose conosciute, poiché l'anima di Cristo non conosce tutte le cose che Dio può fare e che Dio tuttavia conosce con la scienza di semplice intelligenza, sebbene l'anima di Cristo conosca tutte le cose presenti, passate e future che Dio conosce con la scienza di visione.

Similmente dunque le idee delle cose infuse nell'anima di Cristo non adeguano tutta la virtù divina nell'agire: nel senso cioè di poter fare tutto ciò che può fare Dio, o anche di agire alla maniera in cui agisce Dio, il quale opera con una potenza infinita, di cui la creatura non è capace.

Ora, non c'è cosa alcuna che per essere conosciuta in qualche modo richieda una virtù infinita, sebbene ci sia un modo di conoscere che esige una potenza infinita; ci sono invece delle cose che non possono essere fatte se non da una potenza infinita, quali la creazione e altre opere simili, come si è visto nella Prima Parte [ q. 45, a. 5, ad 3; q. 65, a. 3, ad 3; q. 25, a. 3, ad 4 ].

Perciò l'anima di Cristo, essendo una creatura di potenza limitata, può certamente conoscere tutte le cose, sebbene non perfettamente; non può invece fare tutte le cose, poiché ciò richiede l'onnipotenza.

Fra l'altro poi è chiaro che non può creare se stessa.

3. L'anima di Cristo aveva la scienza pratica e la scienza speculativa, ma non aveva necessariamente la scienza pratica di tutte quelle cose che conosceva speculativamente.

Infatti per la scienza speculativa basta la conformazione del soggetto alla cosa conosciuta, mentre per la scienza pratica si richiede che le idee delle cose presenti nell'intelligenza siano forme operative.

Ora, avere una forma e comunicarla ad altri è più che averla soltanto: come risplendere e illuminare è più che risplendere soltanto.

Perciò l'anima di Cristo ha la scienza speculativa della creazione in quanto sa come Dio crea, ma non ne ha la scienza pratica, poiché non ha una conoscenza fattiva della creazione.

Indice