Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se l'anima di Cristo abbia l'onnipotenza per trasformare le creature

In 3 Sent., d. 14, q. 1, a. 4; d. 16, q. 1, a. 3

Pare che l'anima di Cristo abbia l'onnipotenza per trasformare le creature.

Infatti:

1. Egli stesso afferma [ Mt 28,18 ]: « Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra ».

Ma l'espressione « in cielo e in terra » abbraccia tutte le creature, come risulta dal testo biblico [ Gen 1,1 ]: « In principio Dio creò il cielo e la terra ».

Quindi l'anima di Cristo ha l'onnipotenza per trasformare le creature.

2. L'anima di Cristo è più perfetta di ogni creatura.

Ma qualsiasi creatura può sottostare all'influsso di qualche altra creatura; dice infatti S. Agostino [ De Trin. 3,4.9 ] che « come i corpi più materiali e meno nobili sono mantenuti nell'ordine dai corpi più sottili e più potenti, così tutti i corpi [ sono mantenuti nell'ordine ] dallo spirito razionale di vita, e lo spirito razionale disertore e peccatore dallo spirito razionale pio e giusto ».

Ora, all'anima di Cristo sottostanno anche gli stessi spiriti supremi, che essa illumina, come scrive Dionigi [ De cael. hier. 7,3 ].

Quindi l'anima di Cristo ha l'onnipotenza per trasformare le creature.

3. L'anima di Cristo aveva nel modo più ampio la grazia dei miracoli o delle « virtù » [ 1 Cor 12,10 ], come anche le altre grazie.

Ma nella grazia dei miracoli rientra il cambiamento di qualsiasi creatura, avendo i miracoli cambiato anche l'ordine dei corpi celesti, come dimostra Dionigi [ Epist. 7,2 ].

Quindi l'anima di Cristo aveva l'onnipotenza per trasformare le creature.

In contrario:

Trasformare le creature spetta a chi ha il potere di conservarle.

Ma ciò compete soltanto a Dio, che secondo la Scrittura [ Eb 1,3 ] « sostiene tutto con la potenza della sua parola ».

Quindi soltanto Dio ha l'onnipotenza di cambiare le creature.

Questa perciò non spetta all'anima di Cristo.

Dimostrazione:

Qui sono necessarie due distinzioni.

La prima riguarda le mutazioni delle creature, che sono di tre specie.

Ci sono le mutazioni naturali, che vengono fatte da un agente naturale secondo l'ordine della natura.

Ci sono poi le mutazioni miracolose, che vengono fatte da un agente soprannaturale al di là dell'ordine e del corso consueto della natura: come la risurrezione dei morti.

Ci sono infine le mutazioni che consistono nel ridurre le cose al nulla.

La seconda distinzione riguarda l'anima di Cristo, che può essere considerata sotto due punti di vista.

Primo, sotto l'aspetto della sua virtù, sia naturale che gratuita.

Secondo, in quanto essa è lo strumento del Verbo di Dio, a cui è unita personalmente.

Se dunque consideriamo l'anima di Cristo nella sua essenza e virtù, sia di natura che di grazia, essa aveva il potere di produrre gli effetti che sono di competenza dell'anima: poteva ad es. dirigere il corpo e gli atti umani; e anche illuminare con la pienezza della grazia e della scienza tutte le creature razionali inferiori alla sua perfezione, nel modo che si addice alle creature razionali.

Se invece l'anima di Cristo viene considerata come strumento congiunto del Verbo, allora essa aveva la virtù strumentale per produrre tutte le mutazioni miracolose ordinabili al fine dell'incarnazione, che è di « ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra » [ Ef 1,10 ].

La mutazione poi delle cose che consiste nel loro annientamento è parallela alla loro creazione che le produce dal nulla.

E come soltanto Dio può creare, così soltanto Dio può ridurre al nulla le creature, come pure soltanto Dio le conserva nell'essere perché non cadano nel nulla.

Dobbiamo quindi concludere che l'anima di Cristo non ha l'onnipotenza quanto alla trasformazione delle creature.

Analisi delle obiezioni:

1. Come spiega S. Girolamo [ In Mt 4, su 28,18 ], « il potere fu dato a colui che poco prima era stato crocifisso e sepolto, e che poi risuscitò », cioè a Cristo in quanto uomo.

Ora, ogni potere gli fu dato in forza dell'unione ipostatica, che rese quell'uomo onnipotente, come si è detto sopra [ a. prec., ad 1 ].

E sebbene ciò fosse noto agli angeli prima della risurrezione, divenne noto a tutti gli uomini solo dopo di essa, come nota Remigio [ cf. S. Tommaso, Cat. aurea su Mt 28,18 ].

Ora, si usa dire che le cose avvengono quando sono conosciute, come precisa Ugo di S. Vittore [ Quaest. in Epist. ad Philipp., 9 ]

Per questo dunque il Signore dopo la risurrezione disse di avere ricevuto ogni potere « in cielo e in terra ».

2. Sebbene ogni creatura possa essere mutata da un'altra creatura, eccetto l'angelo supremo, il quale però può essere illuminato dall'anima di Cristo, tuttavia non tutte le mutazioni possibili nelle creature sono producibili dalla creatura, poiché alcune possono essere operate solo da Dio.

Tutte le mutazioni però che una creatura può operare nelle creature possono essere operate anche dall'anima di Cristo, in quanto strumento del Verbo.

Non però in forza della propria natura e virtù, dato che alcune di tali mutazioni non rientrano nelle capacità dell'anima, né secondo l'ordine della natura, né secondo l'ordine della grazia.

3. Come si è detto nella Seconda Parte [ II-II, q. 178, a. 1, ad 1 ], la grazia delle virtù o dei miracoli viene concessa all'anima di qualche santo non nel senso che tali miracoli vengano compiuti per sua propria virtù, ma per la potenza di Dio.

E questa grazia fu data all'anima di Cristo in modo eccellentissimo, al punto che egli poteva non solo fare dei miracoli, ma anche trasmettere tale potere ad altri.

Per cui si legge nel Vangelo [ Mt 10,1 ] che « chiamati a sé i dodici suoi discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e di infermità ».

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