Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se l'anima di Cristo abbia avuto l'onnipotenza nell'attuare la propria volontà

Infra, q. 21, a. 1, ad 1

Pare che l'anima di Cristo non abbia avuto l'onnipotenza nell'attuare la propria volontà.

Infatti:

1. Si legge nel Vangelo [ Mc 7,24 ]: « Entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto ».

Quindi non era in grado di attuare sempre ciò che voleva.

2. Il comando è un segno della volontà, come si è visto nella Prima Parte [ q. 19, a. 12 ].

Ma il Signore in alcuni casi comandò una cosa e avvenne il contrario: infatti ai ciechi guariti « raccomandò in tono severo: Badate che nessuno lo sappia! Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione » [ Mt 9,30s ].

Quindi non sempre poteva attuare la sua volontà.

3. Non si chiede ad altri ciò che si può fare da sé.

Ma il Signore pregando chiese al Padre ciò che voleva che si compisse: infatti dice il Vangelo [ Lc 6,12 ] che « se ne andò sulla montagna a pregare, e passò la notte in orazione a Dio ».

Quindi non poteva attuare in tutto la propria volontà.

In contrario:

S. Agostino [ De quaest. Vet. et Nov. Test. 77 ] dichiara: « È impossibile che non si compia la volontà del Salvatore; né egli può volere una cosa che sa che non deve avvenire ».

Dimostrazione:

L'anima di Cristo poteva volere una cosa in due modi.

Primo, per compierla essa stessa.

E in questo senso bisogna dire che essa poteva tutto ciò che voleva.

Disdirebbe infatti alla sapienza di Cristo che egli volesse compiere ciò che non sottostava alla sua volontà.

Secondo, per attuarla mediante la potenza divina: come [ avvenne per ] la risurrezione del proprio corpo e altri miracoli simili.

E queste cose non poteva realizzarle per virtù propria, ma solo come strumento della divinità, secondo le spiegazioni date [ a. 2 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Possiamo rispondere con S. Agostino [ l. cit.] che « in quel caso avvenne ciò che Cristo voleva.

Si deve infatti notare che l'episodio si svolse nel territorio dei pagani, dove non era ancora giunto il tempo della predicazione.

D'altra parte il non accogliere quanti venivano spontaneamente alla fede sarebbe stato odioso.

Non voleva dunque che i suoi parlassero di lui: voleva però essere ricercato. E così avvenne ».

Oppure si può dire che questa volontà di Cristo aveva per oggetto una cosa che doveva essere realizzata non da lui stesso, ma da altri, il che non cadeva sotto il potere della sua volontà umana.

Ed è questo il pensiero espresso nell'Epistola di Papa Agatone, accolta dal VI Concilio Ecumenico [ 4] : « Com'era possibile che sulla terra il Creatore e Redentore di tutte le cose non riuscisse a nascondersi a suo piacere?

A meno che ciò non si riferisca alla sua volontà umana, che egli si degnò di assumere ».

2. Con S. Gregorio Magno [ Mor. 19,23 ] possiamo spiegare il silenzio imposto da Gesù sui suoi miracoli « come un esempio dato da lui ai suoi servi perché anch'essi desiderino che le loro virtù rimangano occulte, pur facendole risplendere involontariamente a profitto spirituale degli altri ».

Il suo divieto dunque indicava la sua volontà di fuggire la gloria umana, secondo le parole [ Gv 8,50 ]: « Io non cerco la mia gloria ».

Voleva però di volontà assoluta, specialmente secondo la volontà divina, che il miracolo compiuto fosse divulgato per l'utilità degli altri.

3. Cristo pregava sia per gli eventi che dovevano essere compiuti dalla potenza divina, sia per quelli che egli avrebbe compiuto con la sua volontà umana.

Infatti la potenza e l'operazione dell'anima di Cristo dipendevano da Dio, « che suscita in noi il volere e l'operare », come dice S. Paolo [ Fil 2,13 ].

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