Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se sia falsa la proposizione: Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio

In 3 Sent., d. 7, q. 3, a. 1; d. 10, q. 1, a. 1, sol. 3; C. G., IV, c. 9; In Rom., c. 1, lect. 3

Pare che sia falsa la proposizione: Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio.

Infatti:

1. Ciascuno è nel tempo ciò che Dio lo ha predestinato a essere, poiché la predestinazione divina è infallibile.

Se dunque Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio, vuol dire che egli è Figlio di Dio in quanto uomo.

Ma ciò è falso.

Quindi è falsa anche la proposizione suddetta.

2. Ciò che spetta a Cristo in quanto uomo spetta a ciascun uomo, essendo egli della stessa specie degli altri uomini.

Se dunque Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio, lo è anche ogni uomo.

Ma ciò è falso.

Quindi anche la proposizione suddetta.

3. Viene predestinato nell'eternità ciò che deve accadere nel tempo.

Ma la proposizione: il Figlio di Dio si è fatto uomo è più vera della proposizione, un uomo è divenuto Figlio di Dio.

Quindi è più vera la proposizione: Cristo come Figlio di Dio fu predestinato a essere uomo, che la proposizione inversa: Cristo come uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio.

In contrario:

S. Agostino [ De praed. sanct. 15.30 ] scrive: « Diciamo che lo stesso Signore della gloria fu predestinato, in quanto il Figlio di Dio si è fatto uomo ».

Dimostrazione:

La predestinazione può essere considerata sotto due punti di vista.

Primo, dal punto di vista dello stesso atto eterno con il quale Dio predestina: e sotto questo aspetto la predestinazione precede ciò che è predestinato.

Secondo, dal punto di vista di ciò che la predestinazione produce nel tempo, e che consiste in un dono gratuito di Dio.

Ora, ambedue gli aspetti nella predestinazione di Cristo riguardano solo la sua natura umana: infatti la natura umana non fu sempre unita al Verbo, e di essere unita personalmente al Figlio di Dio le fu concesso per grazia.

Perciò soltanto in forza della natura umana si attribuisce a Cristo la predestinazione.

Per cui dice in proposito S. Agostino [ De praed. sanct. 15.30 ]: « Questa assunzione della natura umana che la elevava a un grado tanto grande, tanto alto e tanto sublime da non poter essere innalzata ulteriormente, è stata l'oggetto di una predestinazione ».

Ora, noi diciamo che conviene a qualcuno in quanto uomo ciò che gli spetta in ragione della natura umana.

Perciò dobbiamo dire che Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio.

Analisi delle obiezioni:

1. Nella proposizione: Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio, la limitazione in quanto uomo può riferirsi all'atto della predestinazione in due modi.

Primo, come oggetto materiale della predestinazione.

E in questo senso è falsa.

Significherebbe infatti: fu predestinato che Cristo in quanto uomo sia Figlio di Dio.

E questo è il senso presupposto dall'obiezione.

Secondo, l'espressione in quanto uomo può riferirsi all'atto stesso della predestinazione, cioè in quanto quest'ultima implica nel suo concetto anteriorità e gratuità.

E in questo senso la predestinazione viene attribuita a Cristo in ragione della sua natura umana, come si è detto [ nel corpo ].

E così egli può dirsi predestinato in quanto uomo.

2. In due modi una cosa può essere attribuita all'uomo in forza della sua natura.

Primo, nel senso che la natura umana sia la causa dell'attribuzione: come la risibilità spetta a Socrate in ragione della natura umana, essendone una conseguenza.

E in questo senso la predestinazione non è attribuibile né a Cristo né ad alcun altro uomo in ragione della natura umana.

E l'obiezione suppone questo senso.

Secondo, una cosa può essere attribuita a un uomo per la sua natura in quanto quest'ultima è capace di riceverla.

E in questo senso diciamo che Cristo fu predestinato secondo la natura umana: poiché la predestinazione, come si è visto [ nel corpo ], ha per oggetto l'esaltazione in lui della natura umana.

3. Come dice S. Agostino [ De praed. sanct. 15.30 ], « l'ineffabile assunzione dell'uomo da parte del Dio Verbo è tanto singolare che Cristo può essere chiamato in senso vero e proprio Figlio dell'Uomo a causa dell'uomo assunto, e Figlio di Dio per l'Unigenito Dio che lo ha assunto ».

Perciò, cadendo tale assunzione, in quanto gratuita, sotto la predestinazione, si può dire l'una e l'altra cosa: che il Figlio di Dio fu predestinato a essere uomo, e che il Figlio dell'Uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio.

Dato però che la grazia non fu fatta al Figlio di Dio perché fosse uomo, ma piuttosto alla natura umana perché fosse unita al Figlio di Dio, dire che Cristo in quanto uomo fu predestinato a essere Figlio di Dio è meglio che dire: Cristo in quanto Figlio di Dio fu predestinato a essere uomo.

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