Deliberazioni della Assemblea

I. La Devozione-Adorazione a Gesù Crocifisso

1. Il Concilio Vaticano II, con mirabile continuità circa la predicazione che la Chiesa, in ogni parte del mondo, ha ininterrottamente consacrato al sacrificio del Cristo, ha riaffermato il dovere di annunziare ovunque l'avvenimento che più esprime l'amare di Dio verso di noi, il cui frutto è gloriosamente dimostrato dalla nostra risurrezione nel Signore risorto.

"… il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto, in virtù del suo immenso amore, si è volontariamente sottomesso alla passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini, affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza.

Il dovere della Chiesa nella sua predicazione, è dunque di annunziare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di ogni grazian.1

La Chiesa ha sempre inteso e intende annunciare la Passione e Morte del Signore soprattutto con la predicazione e con il sacrificio dell'altare.

Con la parola, affinché riespressa in essa, la Passione e Morte del Signore possano rinnovarsi in ogni cuore umano mediante una partecipazione di fede e di amore; con la rinnovazione della Messa affinché i fedeli vi possano sacramentalmente partecipare, e partecipandovi risorgere e irradiarne i frutti.

Già San Paolo, con gli altri apostoli, non aveva voluto saper altro in mezzo agli uomini "all'infuori di Gesù Cristo e Gesù Cristo crocifisso", ( 1 Cor 2,5 ), cosi come, prima di lui, Giovanni il Battista aveva mostrato Gesù alla folla indicandolo come l'Agnello che toglie i peccati del mondo".

Già S.Giovanni che nell'Apocalisse più volte aveva proclamato che "l'Agnello sgozzato è degno di ricevere la potenza, ricchezza, sapienza, forza, onore, gloria e lode" ( Ap 5,12 ) nel suo Vangelo annuncia, come rapito, la straordinaria verità che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo unigenito affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna". ( Gv 3,16 ).

In effetti, nessun avvenimento è più eloquente o toccante nel manifestare l'amore di Dio per l'uomo; nessun fatto è più efficace nel rendere quasi tangibile l'infinita misericordia divina verso l'umanità prodiga e peccatrice.

"Ecco da che cosa abbiamo conosciuto l'amore: dal fatto che Egli offrì per noi la sua vita". ( 1 Gv 3,16 ).

"In questo sta l'amore: non noi amammo Dio, ma egli amò noi e inviò il Figlio sino a espiare per i nostri peccati". ( Gv 4,10 ).

E il Signore Gesù non ha cessato, né cesserà di esercitare sul mondo, su ogni uomo la promessa attrazione rigeneratrice del Suo amore e del Suo sacrificio sulla croce: "E io, quando sarò innalzato da terra trarrò tutto a me". ( Gv 12,32 )

Perciò, sepolti mediante il battesimo nella morte di Gesù, gli uomini debbono trovare nell'umanità crocifissa del Cristo, attraverso le piaghe e i patimenti di Lui e del Suo sangue versato fino all'ultima stilla., il principio della loro risurrezione e glorificazione futura, la causa della loro definitiva riuniíficazione2 e della definitiva restaurazione di ogni cosa.

2. Lungo il corso dei secoli lo Spirito Santo mediante il magistero dei supremi Pastori, attraverso i supremi consessi della Chiesa e l'opera di uomini e donne santi e illuminati; costantemente ha richiamato l'umanità a partecipare della Passione e Morte del Signore.

Anche il Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso, nella sua umile condizione secolare di cuoco e poi di frate laico, trasformato dall'invito della Vergine Addolorata "Ricordati di quanto ha sofferto mio Figlio"3 e fatto sempre più ardente dalla continua presenza ai piedi della croce e dalla considerazione vieppiù infiammata di Gesù Crocifisso, incominciò a propagare intorno a sé come pia pratica la sintesi delle sue ispirate con templazioni, ammaestrato e guidato dal Signore.

La Devozione-Adorazione, a cui Fra Leopoldo apportò successivi sviluppi e integrazioni, si dimostrò presto assai efficace per impetrare dal Cielo grazie copiose per la conversione e il fervore delle anime e insigni favori soprattutto a vantaggio dell'educazione cristiana della gioventù.

È quanto ebbe modo di esperimentare il Servo di Dio Fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane quando con l'esercizio della Devozione-Adorazione ottenne, in modo umanamente inspiegabile, l'abrogazione di certe disposizioni dell'autorità scolastica ispirate dal laicismo dilagante, e quando ne ricevette la spinta decisiva a iniziare l'opera di perseveranza che crebbe fino a diventarel'attuale nostro Istituto Secolare.

3. La nuova Opera di perseveranza lasalliana nata come frutto e incarnazione della Devozione-Adorazione, ebbe come prima denominazione programmatica il titolo di "Unione del SS. Crocifisso".

I giovani membri dell'Unione furono sin da principio formati dal Fr. Teodoreto secondo una visione di fede incentrata nell'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso", e alimentata dalla contemplazione adorante delle Piaghe salvifiche del Redentore fatta "con Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo", visione che sempre più li animava e li accendeva di zelo per la salvezza del prossimo.

Fu così che essi divennero "Catechisti" e che la loro Associazione si denominò definitivamente "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria Santissima Immacolata".

Per amore del Crocifisso, per offrirsi totalmente alla diffusione della conoscenza e dell'adorazione di Lui in tutti gli ambienti e per diventarne testimoni sempre più integri e veraci in ogni condizione e attività secolare, un gruppo di Catechisti, illuminati dalle paterne esortazioni di Mons. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino, giunsero nel 1926 a concretare con i voti di castità, povertà, obbedienza, quella vita ispirata ai consigli evangelici a cui il Fr. Teodoreto li aveva presto guidati.

Questo avvenne quattordici anni dopo la misteriosa predizione udita da Fra Leopoldo, quando l'Unione ancora non esisteva: "Benedico i primi frutti della santa Devozione-Adorazione, cioè i figli congregati e tutti quelli che cooperano e promuovono questa Adorazione a me, Gesù Crocifisso".4

4. Per tutti i Catechisti, congregati e associati, la Devozione-Adorazione costituisce la sintesi caratteristica della loro spiritualità.

La loro vita infatti deve essere tutta uno slancio adorante verso l'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso", uno sviluppo della intimità a cui Gesù li invita sulla Croce, una partecipazione all'amore redentore di Gesù, con il dimorare sempre nelle piaghe di Lui, sanguinanti e trionfanti.

5. Per tutti i cristiani la Devozione-Adorazidne che invita di piaga in piaga a proclamare il Crocifisso come l'"Amabilissimo" e a riconoscerne con l'adorazione la sovranità, diventa altissimo esercizio di fede riconoscente e di ardente zelo e toccante invito alla divina misericordia.

6. In quanto adorazione riparatrice a Gesù Crocifisso, e segnatamente alle sue piaghe, la pia pratica coltiva gli animi con i sentimenti religiosi fondamentali e li introduce nell'umanità piagata e redentrice di Gesù, ad essa li assoggetta e di essa li rende in qualche modo partecipi a gloria del Padre e a salvezza del mondo.

7. Infine, la Devozione-Adorazione costituisce una efficace preparazione a partecipare consapevoli e ardenti alla vita liturgica della Chiesa.

Non ha forse il Concilio Vaticano II autorevolmente richiamato i fedeli a prepararsi degnamente all'azione liturgica ed esortato i Pastori affinché con diligenza provvedano a questo scopo?5

8. La Devozione-Adorazione costituisce pure un valido aiuto a continuare lungo la giornata le suggestioni e gli effetti della Santa Messa, a eccitare - se recitata davanti al Tabernacolo - il senso e l'adorazione della Presenza Reale di Gesù nell'Eucarestia.6

9. Deliberazioni

L'Assemblea Generale dei Catechisti, dopo avere approfondito il tema dedicato alla Devozione-Adorazione a Gesù Crocifisso e intendendo in primo luogo accrescere lo spirito cristiano e la dedizione religiosa di tutti i membri dell'Unione e del loro apostolato, all'unanimità ha deliberato:

1° che la formazione, la pietà, gli affetti e l'apostolato dei Catechisti siano sempre più e meglio incentrati in Gesù Crocifisso, ed Eucaristico;

2° che sia riaffermato che la Devozione-Adorazione alle piaghe e ai patimenti di Gesù Crocifisso deve essere considerata come fondamento spirituale caratteristico per l'intera Unione e per ciascuno dei suoi membri;

3° che la Devozione-Adorazione a Gesù Crocifisso venga ulteriormente studiata e approfondita nella lettera e nello spirito e nei suoi possibili sviluppi in armonia con le esigenze della Chiesa; che da parte di ogni Sede o Gruppo dell'Unione venga intensificata la diffusione della Devozione-Adorazione, con lo scopo di collaborare a sviluppare nel popolo cristiano la conoscenza, l'amore, l'adorazione a Gesù Crocifisso, e con la convinzione di favorire il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Ecumenico Vaticano II, specie per rapporto alla Santa Messa, poiché la Devozione-Adorazione è un mezzo specialissimo per aiutare la preparazione al Sacrificio dell'altare e a prepararne gli effetti.

Indice

1 Conc. Vat. II, Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, 4
2 "La pace terrena, che nasce dall'amore del prossimo, è immagine ed effetto della pace di Cristo, che promana dal Padre, il Figlio incarnato infatti, principe della pace, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini in Dio e ristabilendo l'unità di tutti in un solo popolo e in un solo corpo, ha ucciso nelle sue carni l'odio …" Costituzione Pastorle sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, 78
3 "Il Segretario del Crocifisso" pag. 9
4 "Il Segretario del Crocifisso", pag. 121
5 "Ad ottenere però questa piena efficacia, è necessario che i fedeli si accostino alla sacra liturgia con le disposizioni di un animo retto, conformino la loro mente alle parole che pronunciano e cooperino con la grazia divina per non riceverla invano.
Perciò i sacri pastori devono vigilare attentamente che nell'azione liturgica non solo siano osservate le leggi per la valida e lecita celebrazione, ma che i fedeli vi prendano parte consapevolmente, attivamente e fruttuosamente" Costituzione sulla Sacra Liturgia, 11
6 "La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola sacra liturgia.
Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, deve anche entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto; anzi secondo l'insegnamento dell'Apostolo, pregare incessantemente.
Il medesimo apostolo poi ci insegna a portare intimamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente, affinché la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale…" Costituz. sulla Sacra Liturgia, 12.
Per cui, "i pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati…" Costituz. sulla Sacra Liturgia, 13