Relazione generale 1966-1972

10.00 Sviluppi in atto: il ramo sacerdotale dell'Unione

10.01 Come nacque l'idea

Eravamo lontanissimi dal pensare all'eventualità di catechisti che fossero anche sacerdoti, anzi ne eravamo come contrari ritenendo che il nostro Istituto dovesse essere composto esclusivamente da laici.

Ma ecco che, poco dopo un mio viaggio in Spagna, mi giunse la lettera di Juan Alberto Garcia, catechista associato di Valladolid.

Gli avvenimenti essenziali li ho già ricordati con la circolare n. 5 del gennaio 1968.

Tuttavia, credo possa giovare il ricordare che il fatto nuovo contenuto nella lettera con la quale il nostro Juan ci chiedeva di diventare sacerdote rimanendo nell'Unione, era che egli si affermava disposto a trasferirsi anche a Torino pur di diventare sacerdote catechista.

Davanti a tale disponibilità davvero generosa non era facile rispondere con un rifiuto.

Tanto più che ci vennero innanzi con singolare urgenza i molti bisogni della Chiesa, della stessa Unione, della Scuola cristiana per i quali bisogni il ministero sacerdotale nella condizione di membro dell'Unione, si presentava quanto mai positivo.

Tuttavia non potevamo contraddire al dettato dell'art. 4 delle Regole che afferma essere il nostro Istituto "composto esclusivamente di laici", né potevamo ignorare il pericolo di un antagonismo tra la tendenza "clericale" e quella "laicale" qualora ci fossimo trovati come sacerdoti e come secolari ad essere membri di uno stesso Istituto.

Tuttavia, quello che appariva come un dilemma irresolubile trovò la soluzione nella preghiera.

Fu così che ci venne in mente l'idea semplicissima di un nuovo "ramo" dell'Unione, quello sacerdotale.

Una sola "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata" articolata in più rami: quello sacerdotale, quello maschile e quello femminile.

Sì, anche quello femminile, quando e come il Signore lo vorrà.

Subito mi affrettai a sottoporre queste idee all'esame dell'Arcivescovo di Torino, il cardinale Michele Pellegrino, dal quale dipende l'Unione, in quanto Istituto Secolare di diritto diocesano.

Il Padre Pellegrino pur sempre ben disposto nei riguardi dell'Unione in quella occasione mi dimostrò una singolare attenzione e non solo approvò ogni cosa, ma volle incoraggiarne l'attuazione con la sua paterna benedizione.

E con un commosso e commovente "Benedico a tutte queste cose" mi congedò.

Ho voluto ripetere questo racconto perché sia ben chiaro a tutti, che se siamo giunti, oggi, al primo catechista sacerdote e il ramo sacerdotale non è più soltanto una eventualità, ciò è dovuto all'azione preveniente, concomitante e conseguente di Dio.

Non è stato insomma il frutto di un pensiero, sia pure buono, concepito dagli uomini, ma gli uomini si sono mossi a seguito dell'iniziativa di Dio.

10.02 Nuovi aspiranti e formazione dei candidati al ramo sacerdotale

Subito dopo un mio successivo viaggio in visita alle Sedi e ai Gruppi dell'Unione, il vice-presidente di Valladolid, il catechista associato Felix Garcia mi scrisse una lettera con la quale dopo avermi accennato a un suo recentissimo travaglio interiore, mi chiedeva di potersi trasferire a Torino per prepararsi a diventare anche lui catechista sacerdote.

Da notare che durante l'incontro avuto con Felix presso la Sede dell'Unione di Valladolid non si era accennato affatto, né da parte mia né da parte sua a questa eventualità.

Più avanti nel tempo ai due catechisti spagnoli si aggiunse anche un giovane catechista associato di Torino, un ex-allievo della Casa di Carità.

Venne così riaperto il postulantato e di questi tre nostri amici me ne occupai personalmente.

Il primo passo era quello di diventare catechisti congregati già durante gli anni di Seminario.

Giunti poi al sacerdozio, e in attesa di un numero sufficiente di altri compagni, avrebbero continuato a far parte, in via eccezionale e transitoria, dell'attuale ramo dell'Unione, il solo tuttora esistente.

Era quanto il Cardinale aveva accettato.

Le ragioni di tale linea di azione sono facilmente comprensibili: basti considerare che si tratta pur sempre di una comune vocazione di base sia pure specificantesi nel senso laicale e nel senso sacerdotale.

D'altra parte, l'esperienza ha poi confermato la bontà del cammino intrappreso: il postulantato e il noviziato prima e la consacrazione catechistica poi, hanno molto giovato alla formazione spirituale e apostolica del futuro sacerdote, favorendolo altresì nell'intesa e nella comunione di vita con tutti gli altri catechisti congregati.

Tuttavia uno solo, il nostro don Felix, ha perseverato sinora fino alla fine; Juan, ad ogni modo, ritornato in Spagna è stato ordinato sacerdote diocesano il 29 giugno di quest'anno.

10.03 L'Assemblea generale straordinaria del 1971

Il tempo dell'ordinazione sacerdotale del catechista Felix Garcia era ormai alle porte.

Si sarebbe, credo, potuto procedere con piena legittimità senza ricorrere a una formale approvazione assembleare.

Nella sostanza il problema della legittimità consisteva in una deroga "ad personam" dell'art. 4 delle Regole affinché un determinato catechista potesse accedere al sacerdozio ministeriale con il consenso del Vescovo.

Nella sostanza tale deroga era già stata praticamente concessa dall'Arcivescovo di Torino con l'approvazione dell'idea del ramo sacerdotale dell'Unione e con l'accettazione del catechista Felix Garcia al Seminario della Diocesi quale membro dell'Unione.

D'altra parte detta deroga era stata approvata da quasi tutto il Consiglio Generalizio, non trovandosi altra via convincente per giungere poi al ramo sacerdotale dell'Unione.

Non trattandosi dunque di modificare, anche in un solo punto, la Regola, l'Assemblea dei catechisti poteva anche essere ritenuta superflua.

In ogni caso l'iniziativa del ramo sacerdotale era stata notificata ufficialmente a tutti i catechisti con la circolare n. 5 del gennaio 1968, senza per altro provocare pronunciamenti contrari di una qualche consistenza.

Si seppe soltanto di qualche dissenso e di qualche incertezza.

L'argomento era stato ripreso nel corso delle adunanze riservate ai catechisti congregati, senza che i dissensi e le perplessità manifestati assumessero dimensioni rilevanti.

Dunque, ripeto, si sarebbe potuto procedere continuando a sottomettere ogni cosa alla decisione del solo Arcivescovo di Torino.

Tuttavia ritenni conveniente che l'avvenimento ormai prossimo alla ordinazione del primo catechista sacerdote, fosse accompagnato dall'adesione formalmente espressa da parte di tutti i catechisti.

Fu così che sottoposi al Consiglio, che l'approvò, il proposito di convocare un'apposita Assemblea straordinaria, che oltre a consentire agli incerti di risolvere ogni dubbio, ci avrebbe resi ancora più coscienti circa l'avvenimento, più intimamente partecipi e riconoscenti.

Confidavo altresì che ne sarebbe stata vivificata, dentro e fuori l'Istituto, la fiducia verso l'avvenire dell'Unione destinata a diventare il grande Ordine preannunciato da Fra Leopoldo e creduto dal Fratello Teodoreto.

Venne così indetta l'Assemblea generale straordinaria del 1971.

Vi poterono partecipare i soli catechisti congregati italiani.

Emesso il giuramento di segreto, riconosciuta all'unanimità la legittimità e validità dell'Assemblea, nominato il segretario e due scrutatori, incominciai a svolgere una breve relazione sugli eventi e sulle ragioni che mi portarono con il consenso del Consiglio Generalizio, nella mia qualità di Presidente generale, ad operare in vista della costituzione del ramo sacerdotale dell'Unione.

Il mio intento era di favorire una migliore consapevolezza secondo la fede, degli avvenimenti e delle circostanze, il riconoscimento puntuale dell'azione di Dio negli avvenimenti come si erano succeduti.

Mi premeva sottolineare l'esigenza che un messaggio di vita e di apostolato di tanta ampiezza come quello espresso dal titolo della Unione non potesse ritenersi esauribile dal solo ramo maschile.

Più di ogni altra cosa occorreva conseguire una rinnovata e più operante consapevolezza dell'urgenza di ripresentare al mondo attuale il Cristo Crocifisso, assecondando le più vaste e multiformi partecipazioni possibili.

In questa prospettiva mi venne come naturale il pensiero della Unione come il grande Ordine predetto da Fra Leopoldo.

E "Ordine" significa un sistema di vita apostolica comprendente vari stati di vita e modi di essere.

A riprova volli pure citare un brano riportato dal Fr. Leone nel la sua biografia di Fr. Teodoreto.

Il testo a cui mi riferivo è riportato come brano di una lettera scritta dal Fr. Teodoreto a una Signorina.

"Come i Catechisti, così le Catechiste siano formate nello spirito dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata …

Si aspetti invece a collaborare con l'Ufficio Catechistico Diocesano fino a che il Rev. Padre L.D.R. non avrà compilato il Regolamento di vita per i Sacerdoti secolari catechisti, da inserirsi nelle Regole dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata".

Il testo era chiaro di per sé: il nostro Fondatore non solo non aveva esclusa l'eventualità del ramo sacerdotale dell'Unione, ma se n'era anche occupato sino ad affermare che il Regolamento di vita per i sacerdoti catechisti si sarebbe dovuto inserire nelle Regole dell'Unione.

Di fronte a una simile testimonianza tutte le obiezioni e le incertezze sarebbero dovute cadere.

Invece ci fu tra noi chi preferì contraddire riportando una sua propria testimonianza, secondo la quale il Fr. Teodoreto avrebbe sempre escluso, e per sempre, l'eventualità di sacerdoti membri dell'Unione.

Ci fu pure chi scartò come privo di fondamento il documento riportato dal Fr. Leone, vale a dire dal Postulatore Generale dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, il quale avrebbe allora citato un brano così importante desumendolo da una lettera inesistente.

Fu così che il lavoro dell'Assemblea a un certo punto parve come arenarsi in una inflessibile e anche sconcertante contestazione.

Ci fu pure chi in privato e chi in pubblico mi consigliò di soprassedere a ogni decisione, insinuando che ogni decisione circa la eventualità di catechisti sacerdoti era da ritenersi prematura.

Personalmente ritenni di non dover accedere a tale proposta.

A parte il fatto che una decisione era oramai improcrastinabile, trovandoci ormai prossimi all'ordinazione sacerdotale di Felix, non erano mancate al tempo giusto né l'informazione e neppure l'invito a pregare affinché il Signore ci illuminasse circa la sua volontà.

Grazie al Signore, le votazioni conclusive approvarono a stragrande maggioranza le proposte presentate ( ved. allegato n. 15 ).

Però, prima di concludere questo argomento ritengo necessario portare a conoscenza di tutti un dato importante che, salvaguardando la verità dei fatti e la serietà di testimone del Fratello Leone, deve essere per ognuno di noi un aiuto a vincere ogni titubanza o perplessità residue e a guardare con fede e fiducia al costituendo ramo sacerdotale dell'Unione.

Di fronte a quanto è stato sostenuto nell'Assemblea straordinaria del 1971 contro il ramo sacerdotale, mi sono sentito in dovere di ricercare il testo della lettera in questione.

Ebbene l'ho trovato incluso nel fascicolo della copie delle lettere scritte dal Fratello Teodoreto, raccolta predisposta per il processo informativo diocesano sulle virtù del nostro Servo di Dio.

Dunque la lettera dalla quale è stato ricavato il brano citato dal Fratello Leone era già nota prima dell'Assemblea straordinaria e non al solo Fr. Leone.

Eppure qualcuno di noi l'ha praticamente respinta come inesistente e senza che altri tra noi, pur sapendo, intervenisse.

Questi sono i fatti, il giudizio è del Signore.

È tuttavia necessario che ci domandiamo perché tali cose sono potute accadere.

Dobbiamo domandarci come mai, nel clima suscitato dalla "Provida Mater Ecclesia", il Fr. Teodoreto, pressoché alla fine, era così attento e operoso circa gli sviluppo dell'Unione, mentre noi catechisti eravamo così distratti e lontani.

Perché dunque corriamo sempre il rischio di sottoporre al vaglio restrittivo e angusto dei nostri punti di vita personali, i grandi ideali e le grandi prospettive che, ispirate da Dio, pure erano nella mente e nel cuore di Fratel Teodoreto e di Fra Leopoldo e per i quali essi pervennero alla eroicità delle virtù?

L'Unione non è cosa nostra, ma è cosa di Dio.

Perciò non deve fondarsi sul nostro parere ma nella volontà di Lui, quale ci è stata manifestata dai Fondatori, e quale ci viene espressa dai bisogni della Chiesa e dell'umanità e dal bene stesso di tutti noi, secondo il desiderio di Dio.

10.04 L'ordinazione del primo catechista sacerdote

Espressamente invitato, con il consenso del Consiglio e con l'adesione di quasi tutta l'Assemblea straordinaria dei catechisti, ho così potuto, anche a nome dell'Unione, inoltrare all'Arcivescovo di Torino la domanda di ordinazione sacerdotale del nostro fratello Felix Garcia.

Il Padre Pellegrino, per sottolineare il suo consenso e il suo paterno incoraggiamento e auspicio, accettò di ordinare sacerdote il nostro Felix con una apposita cerimonia che si tenne presso la Casa di Carità Arti e Mestieri, in mezzo agli allievi dei corsi serali, tutti lavoratori.

L'ordinazione è avvenuta il 7 di aprile di quest'anno.

Il 7 aprile, vale a dire la nuova data fissata per celebrare la festa di San Giovanni Battista de La Salle.

Quel giorno stesso moriva mons. Raspini, vescovo di Oppido Mamertina, che fu uno dei primissimi soci dell'Unione e che si considerò per tutta la vita discepolo del Fratello Teodoreto.

"Un sacerdote che va, un sacerdote che viene".

Così commentò la notizia, da lui stesso annunciata, il Cardinale Arcivescovo durante l'omelia, senza sapere dei rapporti che legavano fin dall'adolescenza il Vescovo defunto con l'Unione.

Particolare degno di rilievo, il comportamento degli stessi allievi presente, davvero commovente.

L'ordinazione sacerdotale con la S. Messa concelebrata, da una numerosa rappresentanza del clero secolare e di quello appartenente a ordini e congregazioni presenti nella Diocesi: l'intera cerimonia durò più di due ore senza che mai s'allentasse l'attenta partecipazione degli allievi, giovani e uomini appartenenti a una classe sociale che l'opinione corrente considera piuttosto lontani e indifferenti rispetti ai valori religiosi e spirituali.

Mi si consenta ancora di richiamare la vostra attenzione sull'opera svolta dal Padre Michele Pellegrino, nostro Arcivescovo.

Dalla calda approvazione dell'idea che gli era stata esposta circa il ramo sacerdotale dell'Unione, sino all'ordinazione del primo catechista sacerdote, Egli ci è stato vicino, consenziente e incoraggiante, dal principio sino alla fine.

Senza la sua approvazione e il suo consenso - non lo dimenticheremo mai - nulla si sarebbe potuto realizzare per questo nuovo e, forse, decisivo sviluppo dell'Unione.

Nella storia dell'Unione egli sarà ricordato alla stregua del predecessore l'Arcivescovo Mons. Giuseppe Gamba.

Al nostro Cardinale vada dunque la nostra iperitura riconoscenza e la fervida espressione della nostra filiale devozione.

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