Relazione generale 1966-1972

13.00 Sviluppi auspicabili dell'Unione

Noi, attuali catechisti, non sappiamo della vastità del disegno che Iddio vuole realizzare con l'Unione.

I detti di Fra Leopoldo parlano del "grande Ordine che verrà", "Opera della Ss.Adorazione", "per dimostrare al mondo la grande misericordia e la gloria di Dio Altissimo".

La Vergine Santissima è la "Patrona e la Protettrice dell'Opera che verrà e che sarà mondiale", e che" darà quale albero magistrale abbondantissimi frutti" e "molti santi".

Davanti a simili affermazioni e confrontandovi le assai modeste attuali dimensioni dell'Unione e la mancanza di nuove adesioni, potremmo essere inclinati a stati d'animo e ad atteggiamenti che invece dobbiamo combattere.

Potremmo, per es., dimenticare la condizione reale attuale dell'Unione e le effettive circostanze che l'avversano per metterci a sognare, tralasciando l'impegno quotidiano di approfondimento, di conoscenza, di vita e di diffusione.

Oppure, potremmo essere tentati di abbandonarci allo scetticismo e alla sfiducia, chiudendoci in noi stessi, in una sterile "routine" quotidiana non più, illuminata dalle grandi idealità che ci debbono sorreggere, limitandoci a cercare di sopravvivere a noi stessi, finché potremo.

O invece, potremmo essere inclinati a ridurre l'Unione a noi stessi facendocene come la regola e gli arbitri, accettando o rifiutando unicamente sulla base di un ideale di vita fabbricato da noi, non servendo all'Unione ma servendoci di essa, con il cercarvi il mezzo per dare ancora un senso e un significato alla nostra vita e alla nostra attività senza più interessarci della grandiosa missione affidata all'Unione, senza più pregare e lavorare per la sua attuazione.

Con energia e senza compromessi dobbiamo reagire a queste tentazioni, opponendovi una risoluzione più ferma o operante di vivere la nostra consacrazione, dobbiamo rinnovare il nostro impegno d'amore, impegno che facendoci come dimentichi di noi stessi, ci renda capaci di cogliere meglio la volontà di Dio e di assecondarla con la massima al disponibilità e dedizione e di tutto il nostro essere e di tutte le nostre energie.

Il Cristo Crocifisso è il centro della storia, il principio di risurrezione universale, la sorgente della vita.

L'insegna della nostra Unione ci chiama a una risposta e a un impegno d'amore totali verso il Cristo Crocifisso, in unione con Maria Santissima.

Una risposta e un impegno d'amore vasti quanto è vasta l'umanità.

Una risposta e un impegno che non potrà non coinvolgere le varie categorie sociali, le varie forme di vita, le varie situazioni umane.

Perciò, dobbiamo - ragionevolmente - attenderci i più vasti sviluppi: "Catechista del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata" può diventarlo chiunque, a qualunque condizione sociale appartenga, a qualunque stato di vita.

"Quanto a me, allorché sarò innalzato da terra tutti attirerò a me" ( Gv 12,32 ).

"Per questo Iddio lo esaltò e gli dono il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra, nell'inferno e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio" ( Fil 2,9-11 ).

Non insospettiamoci dunque, non diffidiamo se negli anni che verranno, un po' da tutti gli ambienti e condizioni di vita il Signore Crocifisso trarrà i suoi apostoli, i suoi catechisti perché con ogni lingua e con ogni attività umana sia celebrato il suo amore ed Egli sia annunciato al mondo come Signore e Sacerdote, re e profeta universale per mezzo delle Sue sacratissime Piaghe, sanguinanti e gloriose.

Circa la validità del nostro contributo molto dipenderà dalla catechesi che noi faremo nella diffusione dell'Adorazione.

Il Signore saprà fare di ammalati cronici, di falliti, di peccatori incalliti, di disperati così come di anime vergini e generose, di cuori ardenti, di uomini esperti e infaticabili, di ignoranti e di colti, di ricchi e di poveri, di sacerdoti e di laici, di contemplativi e di attivi, tanti apostoli per il suo regno stabilito per mezzo della Sua morte di croce e dell'effusione del Suo sangue.

Il mondo, l'umanità, il secolo non abbisognano forse del Cristo Crocifisso come principio della riconciliazione e della comunione con Dio e della pace?

non è soltanto da Lui e in Lui che riceveremo quella "ricapitolazione" che sola può dare senso, valore, ordinamento e compimento definito e imperituro a tutte le cose?

non è sol tanto per mezzo di Lui Crocifisso la nostra liberazione, e la nostra libertà di figli di Dio verso quella manifestazione in attesa della quale geme tutto il creato?

E allora come volere ancora dubitare, come continuare a concepire l'Unione sul metro dei nostri poveri pareri individuali, ponendoci noi stessi al centro di tutto e non invece riconoscendovi l'"Amabilissimo nostro Signore Gesù Crocifisso"?

Questa disponibilità all'azione dello Spirito di Dio, che rinnova tutte le cose, è l'atteggiamento più prezioso e più importante che noi dobbiamo coltivare sino all'eroismo.

Per intanto, facciamo nostre le parole scritte da Fra Leopoldo in data 6 dicembre 1920, dopo aver ricordato le promesse del Signore circa l'avvenire dell'Unione: "Io credo che il SS. Crocifisso a poco a poco ci illuminerà e ci condurrà per la via sicura, come ha fatto finora e senza frastuono" ( cfr. Il Segretario del Crocifisso, pag. 233 )

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