Giovanni Baiano

Quaderno VII

Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal VII quaderno

12 agosto 1938 - 15 agosto 1939

1 - Sabato 13 agosto 1938 - SS. Ippolito e Cassiano - ore 9.30

"Quando due o più persone si raduneranno fra loro in nome Mio, Io sarò in mezzo a loro".

Gesù è con noi, in mezzo a noi, si occupa di noi, conosce le nostre necessità, e quindi se lo sappiamo ascoltare dirà a noi secondo la nostra missione.

Gesù ci parla nelle quiete del raccoglimento.

Dominio di sé. Gesù ci sta accanto, ci guida, ci accompagna.

Ricordiamoci: noi non siamo soli. Occorre seguire Gesù.

Dominio interno: domare la fantasia, la volontà, l'intelligenza, il cuore.

Dominio esterno: domare i sensi, la vista, l'udito, il tatto, ecc.

Disciplinare prima le facoltà interne per giungere alle esterne.

Per prima disciplinare la pazza di casa: la fantasia.

Via le letture stravaganti, ma bensì occupare il tempo in cose buone, così ci sarà di aiuto a fare del bene.

Ecco una occupazione: i misteri del S. Rosario: recitarlo riflettendo e meditando sui misteri.

Ricordiamoci che apparteniamo a Gesù e quindi dobbiamo servirlo.

Perché noi siamo qui? Perché l'ha voluto Lui.

Ma noi siamo fortunati: Gesù ci ha posto fra le mani la sua volontà, la nostra Regola! e con questa non c'è pericolo di perdersi, la via ci è ben segnata.

Tutto dipende da noi se lo sapremo volere.

Leggiamo la nostra regola e seguiamo la sua guida e non devieremo.

La Sia volontà ci è espressa nella Regola e dai Superiori.

2 - Domenica 14 agosto 1938 - ore 16

Dominio di sé. Non lasciarsi abbattere, in special modo per voi che siete isolati.

Voi non potete riunirvi lungo la giornata: a questa impossibilità supplite con l'unirvi con Gesù.

Soltanto così in realtà non sarete mai soli.

Via la sfiducia, la tristezza, ma unirsi a Gesù.

Anche noi abbiamo il nostro sole: Gesù Crocifisso, la guida del nostro cammino.

I santi non sono nati santi, ma sono diventati santi.

Quindi se vogliamo lo possiamo diventare anche noi.

Portare la propria croce con gaudio in unione a Gesù Crocifisso, non con tristezza, ma con fiducia.

Gesù Crocifisso è luce che illumina ogni uomo.

Durante le nostre occupazioni, andare a Gesù Crocifisso con la mente.

Così avremo da Lui il suo aiuto, la sua luce.

Non disgiungere mai l'Eucaristia dal Crocifisso.

È nella Comunione che Gesù ci parla. Viene a noi come Amico.

Sentiamo la Sua parola e mettiamola in pratica. Amore per Amore.

Abbiamo bisogno ogni giorno di ritemprare le nostre forze logorate e frustrate dal trambusto delle nostre occupazioni, e ciò lo otterremo coltivando l'unione e la fiducia con Gesù.

Rivolgiamoci a Lui nell'intimità della Comunione, intratteniamoci con familiarità.

Facciamolo anche domani, festività della Madonna, prepariamoci bene, e ricevutolo che avremo, chiediamo questa grazia di sentirci uniti con Lui.

Quindi via la tristezza: abbiamo Gesù con noi.

Fiducia in Gesù nella Comunione. Uno sguardo al Divin Crocifisso.

Bando alla tristezza, all'umor tetro. Tutto posso in colui che mi conforta.

Senza Gesù non possiamo fare nulla, con Lui faremo tutto.

Preghiamo per noi, per il papa, per i giovani di Azione Cattolica.

3 - Domenica 25 settembre 1938 - ore 16.35

Chi ha intrapreso una vita d'orazione deve continuare senza interruzione.

Senza la pratica della povertà, non si può seguire N.S.

La condizione per essere perfetto: amare e praticare la povertà, spogliarsi di tutto.

L'amore alla roba al denaro va a detrimento del vero amore, quindi staccarsi dalle cose della terra.

Gesù venendo sulla terra ha scelto la povertà, il massimo tesoro.

Sforzarsi per quanto è possibile a rinunciare al superfluo nel cibo, nel vestito, in quello che ci sta attorno.

Ogni pasto la sua mortificazione.

Essere contenti di provare gli effetti della povertà.

Amare la povertà come madre! Tenerla come sicura difesa.

La fortezza dipende dagli assalti e la povertà ben intesa e praticata è come una fortezza.

Il povero è abituato a soffrire.

Uno solo può fare degli spropositi, invece in seno alla Congregazione avrete modo di essere guidati, sorretti, consigliati.

L'attaccamento alle cose non ci lascia volare verso la santità.

Le convinzioni non si formano da quel che si sente dire, ma da quello che si è riflettuto bene.

Ricorriamo a Gesù, ma se non riesco, ritornare sovente e sempre a chiedere gli aiuti a Gesù per questa riuscita.

Domandarla per me ed i miei confratelli.

4 - Sabato 17 dicembre 1938 - ore 17

Donarsi completamente a Dio, altrimenti commetteremo un'ingiustizia verso Dio ed un torto a noi stessi.

Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui, e non Lui di noi.

Gesù si dona completamente a noi.

Durante questa novena procuriamo di offrire a Gesù qualche cosa: Lui ha sofferto per noi, e noi soffriamo, mortifichiamoci per Lui.

Dedizione completa a Lui, senza dimenticare il Crocifisso.

Gesù ha cominciato il Suo Sacrificio nella mangiatoia.

Tutti i miei pensieri, le mie opere sono per Te.

Meditiamo sopra la predica così bella.

Facciamo sì che ci sia utile proficua.

Facciamo sì che la nostra oblazione sia completa cosicché ci sarà proficua per la vita eterna in Paradiso.

ore 17

"Io scelgo i miei prediletti nel momento più opportuno".

Conviene a noi tenerci raccolti, prepararci, togliere da noi tutto quello che spiace a Dio, amare e seguire quello che a Dio piace.

I piaceri, le soddisfazioni godute non ci daranno gioia, bensì le nostre opere, le nostre preghiere.

Questi ritiri sono brevi, ma facciamoli bene, con fervore.

Noi nelle cose spirituali siamo cechi.

Lasciamoci guidare da Gesù [ … ] Prendiamo delle decisioni salutari per l'anima nostra.

5 - Venerdì 21 aprile 1939 - ore 11

Gesù Crocifisso.

Faro che illumina tutti gli aspetti della vita.

Luce che viene da Dio.

Per ricevere questa luce divina dobbiamo disporci.

Il Crocifisso è il punto centrale di tutta l'umanità, fin dal primo peccato d'Adamo.

Anche adesso la luce della Croce c'è: sta a noi di riceverla con frutto.

Gesù dà questa luce a chi la vuole, e ce la dà nella misura che a noi è necessaria.

Noi abbiamo gli occhi annebbiati, ma dobbiamo unirci a Gesù per vedere secondo Lui.

"Gesù, fa che io veda ciò che è bene ed è male per l'anima nostra".

Vedere le cose come vede Lui.

Vedere ed afferrare secondo Dio.

Agire ed operare secondo Dio nella fatica.

Vedere la presenza di Gesù onde capire secondo quanto vuole Lui.

Preghiamo Gesù che ci dia pazienza alle contrarietà che ci verranno ogni giorno, affinché noi le possiamo accettare con rassegnazione e merito.

Mettiamoci in continuo contatto col tabernacolo, col filo della preghiera, con il pensiero che ci unisca a Lui.

Gesù muore sulla croce per me ed io cosa faccio? possibile che io non pensi a Lui?

Compiamo qualsiasi nostro lavoro o dovere, ma il nostro cuore sia presso Gesù nel tabernacolo.

Sul Calvario c'è la Madonna.

Dove c'è Gesù c'è la Madonna, perciò rivolgiamoci a Maria per ottenere gli aiuti a compiere ciò che Dio vuole da noi.

Dio è luce, Gesù è splendore, venuto ad illuminare ogni uomo sulla terra.

Ore 15

Stando davanti al Santissimo avremo sentito certamente parlare a noi Gesù: ascoltiamolo, facciamo di noi l'offerta a Dio con generosità.

Gesù non chiede la stessa cosa a tutti.

Dedichiamoci completamente senza alcuna riserva.

Gesù si dona a noi completamente.

Altrettanto dobbiamo fare noi verso Lui.

Gesù Eucaristia sia il centro della nostra vita.

Ecco perché sono pochi gli uomini felici, i santi, perché sono pochi quelli che si danno completamente a Dio senza riserve.

La dedizione completa fa sì che Gesù ci dia poi tutte le grazie a noi necessarie.

Il segreto della felicità: stare con Dio, soddisfatti di tutto; accontentarsi tanto del poco come del molto; essere docili nelle Sue mani.

Nella vita dei santi cerchiamo il punto, il momento in cui ha avuto inizio la santità.

"Temo Gesù che possa" - S. Agostino.

Attenti a non lasciare quella buona idea, quel buon pensiero che ci dà il via per la nostra santità.

Non temiamo di far troppo.

1939 - ore 15.05

La frutta esposta alla luce del sole acquista un bel colorito.

Così voi siete stati al sole: il SS. Sacramento ed avete acquistato il bel colore della grazia di Dio.

L'educatore, il catechista della gioventù ha da essere come il Battista, il Precursore, dev'essere il precursore del sacerdote.

La nostra opera è eminentemente Apostolica.

Non dobbiamo accontentarci di salvare noi soltanto, ma bensì tutti gli uomini.

Questo lavoro dobbiamo stimarlo e amarlo e prodigarlo con generosità.

La strada buona dobbiamo ricostruirla noi.

Gesù ci ha promesso il suo sostegno, il suo aiuto. Il compiere questo lavoro di Apostolato è nostro dovere ed è Suo volere.

- Buon esempio, per prima cosa. Gesù ci fa suoi aiutanti nella evangelizzazione

- Non tenete di non essere in grado: fate, agite.

Nostro Signore vi darà la grazia di stato.

Un'anima per Gesù è un valore grandissimo.

Darebbe di nuovo tutto il suo sangue per salvarlo, e noi che abbiamo avuto da Gesù questo incarico, che viviamo accanto a tanti tesori, facciamo qualche cosa.

Se è grande ornare la casa di Dio, ancora più grande ornare un'anima.

L'Opera dei Catechisti è stimata da tutti quelli che ne vengono a conoscenza, ma più ancora dovete stimarla voi.

Occorre rispetto del giovane e autorità.

Fede viva: non fermarsi a vedere un corpo, ma vedere l'anima.

Gesù Crocifisso, immagine di ferma speranza, costanza, carità disinteressata.

Lavorare per Gesù. Carità coraggiosa.

Carità perseverante. Pazienza e sapienza. Gesù non si lascia vincere in generosità.

6 - Domenica 13 agosto 1939 - ore 11

Ieri sera il predicatore ci ha suggerito di farci questa domanda: perché sono qui? Perciò esaminiamoci.

Trovare la via, per non perdere tempo.

Riflettere a che punto mi trovo.

La santità è una parola vaga.

Esaminare la santità che più è adatta per me, alla mia condizione.

Per giungere alla santità occorre che io riveda come compio ed opero i miei doveri.

Perciò togliere gli ostacoli alla grazia di Dio, alla Sua volontà.

Ecco perché i santi sono così pochi, perché gli uomini frammettono troppi ostacoli.

Per essere felici bisogna rassomigliare il più possibile al nostro Dio.

Primo ostacolo: togliere l'orgoglio.

A Gesù piacciono le anime umili e semplici.

Non fermarsi all'esteriorità, ma piuttosto discendere in profondità, distruggere la superbia.

Gesù non ha detto "imparate da me ad operare miracoli", ma "imparate da me ad essere umili".

E noi non comprendiamo il Suo insegnamento, non vogliamo seguirlo, non vogliamo comprenderlo.

Eppure bisogna prendere questa via.

Non si arriva alla santità che passando per la strada del lavoro per tutta la vita.

E ciò si capisce soltanto col meditare nel Vangelo sulla vita di Gesù.

Gesù grande e potente si nasconde, si annienta, invece della casa degli imperatori sceglie la grotta, passa la sua vita nel nascondimento.

30 anni di lavoro. Poi, prima di dar corso alla Sua predicazione, 40 giorni di preghiera e di penitenza.

E poi, durante la Sua vita pubblica, ancora preghiere, notti intere in preghiera.

Gesù si circonda di poveri, di rozzi, di ignoranti.

Si cibava di verità e della volontà del Padre Suo celeste.

Anche noi guardiamo a Gesù nostro Maestro e riflettiamo sulla vita di Gesù, sullo Spirito che guida Gesù.

"Imparate da me che sono umile e mansueto di cuore".

Come eseguisco gli ordini dei miei superiori?

E poi non fate distinzione tra la preghiera ed il compimento del vostro dovere d'impiego.

Gesù ha sopportato le tentazioni per insegnarci a sopportarle anche noi.

Quando ti senti tentato, pensa a Gesù sulla croce.

Gesù ci dice: "Sono stato tentato anch'io".

L'umile vince sempre. L'umiltà è la via della santità.

Il superbo ha bisogno di niente; lui dice: "sono furbo, sono forte, a me non la fanno" e via dicendo.

Le conferenze servono per tutti.

Ma quel che si sente non è uguale per tutti; chi più chi meno, bisogna assimilare bene.

Tutto non serve a tutti nella stessa misura.

Ognuno bisogna che cerchi la propria santità.

Primo mezzo, la preghiera.

La preghiera è un atto di umiltà: Signore che io ci veda.

Chiedere a Gesù di vedere la luce.

Ore 15

Insistiamo presso Gesù affinché venga in noi a cacciare dal nostro cuore gli ostacoli alla Sua Grazia.

Gesù si lamenta che noi non chiediamo, che non insistiamo abbastanza.

Gesù umilia il superbo.

Il superbo attribuisce a sé quello che è opera di Dio.

Pregare Gesù che ci faccia vedere il nostro stato.

Esponiamo a Gesù la nostra miseria e Gesù questa esposizione l'accetta come atto di umiltà e ci perdona.

Il Signore vuole che noi siamo buoni e santi.

La santità è un edificio molto alto che arriva fino al cielo.

Più si va in alto a costruire l'edificio e più si faranno profonde le fondamenta.

Per costruire l'edificio della santità occorre umiliarci.

Non illuderci delle nostre povere forze.

Solo l'aiuto di Dio ci può portare a Lui.

La sua grazia.

Riconoscere che tutto viene da Dio e raccomandarci a Lui per avere la Sua grazia, pregando molto e insistentemente.

In nostro regolamento indica la preghiera.

Noi crediamo di aver già pregato troppo.

Gesù ci dice: pregate senza interruzione.

Anche se non andiamo in chiesa, noi dobbiamo pregare sempre.

Per avere la vittoria sulla bella virtù, per vincere le tentazioni.

Signore, senza di te sono capace a far niente.

Offrire a Lui tutto, l'andare e il venire, e Lui accetta tutto e ci ricambia con le sue grazie.

Essere convinti della necessità di pregare.

Essere convinti di non aver pregato bene ed abbastanza.

Convinti di essere peccatori, perciò sentire la necessità di pregare molto.

Preghiera umile, che ci fa vincere tutte le difficoltà che noi potremo incontrare.

Far niente senza l'aiuto di Dio.

Mettere la nostra preghiera nel nostro lavoro, nelle nostre occupazioni esteriori che distraggono, e poi appena liberi dal nostro lavoro, come una molla liberata dal suo peso, scattare e slanciarsi verso Dio.

Preghiamo con una breve preghiera, magari recitando un Padre Nostro, fermandoci sulle parole che noi diciamo con la bocca.

Poi quando avremo più tempo o la mente più libera, faremo una preghiera più perfetta.

Sforzarsi di indirizzare l'anima nostra alla preghiera costante e perfetta.

Fare un volo verso Dio, incominciando dai piccoli voli, poco per volta, adagio adagio, facendo ogni giorno una conquista.

Non perdere tempo.

Per farsi santi occorre la grazia di Dio, il quale la concede a chi più insistentemente gliela chiede, pregando bene e frequentemente.

7 - Lunedì 14 agosto 1939 - ore 15.10

Dio desidera vivamente di santificarci.

Ma noi frapponiamo degli ostacoli, amiamo la roba per la roba, la scienza per la scienza.

Il cristiano, illuminato da Dio, vede la vera ricchezza, la vera scienza ed è quella dell'umiltà ed è il mezzo per giungere alla salvezza.

Perché sono così pochi i santi? perché gli uomini incappano troppo facilmente nei beni della terra.

Gesù nostro maestro ci ha insegnato l'umiltà, mai ha voluto apparire uomo di scienza.

Se noi vogliamo la santità bisogna prenderla.

È necessario che voi facciate uno studio, un esame diligente: faccio anch'io come il mondo che stima che ha più ricchezze e più sapienza.

Guardiamo il nostro Modello Gesù Cristo.

Attenti ad usare ed a usufruire di questi beni come quelli che trattano i veleni, come ad esempio il radio, prezioso ma pericolosissimo.

E noi facciamo lo stesso. Attenti! Attacchiamoci al nostro modello.

Gesù Crocifisso non viene in noi perché non ci trova aperti a Lui, siamo ancora troppo ripieni di noi stessi.

Più mi privo e più mi accosto a Gesù.

Mi riempio di scienza, ma me ne servo solo per la sua gloria a tempo opportuno e non fuori tempo: mai apparire.

Studiate sì, ma siate umili.

Non parlatene mai con gli estranei.

Imitare Gesù Cristo che ha tenuto nascosto per trent'anni.

Sapienti ce ne sono molti, ma sapienti superbi.

Lo studio sì ed anche molto, come mezzo, mai come fine.

Non invidiate coloro che ritenete meglio di voi.

Piuttosto pregate perché non si abbiano a perdere.

Senza distacco dai beni e senza umiltà non si giunge alla santità.

Amare la povertà, coltivare la carità fraterna, eguaglianza di spirito con cuore aperto.

Mettersi allo stesso piano di quelli con i quali vi incontrate.

Fatevi semplici con i semplici, piccoli con i piccoli.

Soltanto così sarete uguali, stabilirete un'eguaglianza.

Il distacco maggiore possibile dalla roba.

La Madonna nella sua festa è generosa dispensatrice di grazie.

Noi dobbiamo cercare soprattutto la santità.

8 - Martedì 15 agosto 1939 - ore 15.15

… ferma speranza … fondata sulla parola di Dio e Lui la mantiene la parola.

Perché Lui tutto quello che ha fatto lo ha compiuto per amore.

Il Signore mantiene tutto quello che ha promesso.

La speranza per andare avanti a vincere le difficoltà che troverete sul vostro cammino.

Abbiamo bisogno di continuare il lavoro intrapreso.

Ora che col S. Ritiro vi siete purificati bene, badate a mantenere queste buone disposizioni.

Speranza che sia sicurezza.

Lo scoraggiamento tronca la preghiera …

Abbandono illimitato nella bontà infinita di Dio …

Conserviamo queste ottime disposizioni.

"Senza di me non potete fare nulla".

L'ha detto Gesù Cristo e di ciò essere persuasi.

Perciò non fidare di noi stessi, ricorrere a Lui frequentemente.

"Io sono la vite, voi i tralci. E i tralci che si tengono uniti alla vite portano buoni frutti, e frutti eterni …".

Tutti quelli che sono uniti a Gesù Cristo Iddio li difende e protegge ed allora in noi si stabilisce la tranquillità.

Unirsi a Gesù amandolo. Noi lo dobbiamo che siamo del Crocifisso.

Dio guarda sulla terra e dove vede Gesù Crocifisso riversa le Sue grazie.

"Tu pensa a Me - ha detto Gesù a Fra Leopoldo - e Io penso a te": chiedo a te tanta preghiera.

Stare uniti a Gesù C., perché soltanto in Sua unione potremo partecipare dei suoi beni.

Amando Gesù C. entreremo nella famiglia di Dio.

In unione a Gesù, qualsiasi azione diverrà meritoria.

Il peccato no. L'amore a Gesù C. con la preghiera, l'apostolato.

Via la tristezza, la malinconia. Gesù dà le prove, ma nello stesso tempo la forza per superarle.

Il mio avvenire è nella mani di Dio, mi abbandono nella bontà infinita di Dio.

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