Giovanni Baiano

Quaderno VIII

Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dall' VIII quaderno

16 giugno 1940 - 25 agosto 1940

1 - Domenica 23 giugno 1940 - dopo Pentecoste - ore 11

Necessità di riflettere.

Viviamo nel mondo, partecipando troppo alla spensieratezza e dissipazione del mondo.

Perciò diamo inizio ad una vita di raccoglimento e di riflessione su quanto abbiamo sentito stamattina.

Iddio ama in un modo diverso da noi, il suo amore abbellisce, santifica, ci fa santi.

Ciò deve spronarci ad evitare il peccato: vigilanza, preghiera, raccoglimento, riflessione.

Non rimandiamolo neppur di un'ora.

Tale si il proposito: io devo servire e far piacere al Signore.

Ciò che piace a Dio è l'evitare il peccato e far la volontà Sua.

Pensiero fondamentale, secondo noviziato, è il rinnovamento della vita spirituale.

Non dobbiamo limitare tale nostro lavoro alla Domenica, ma durante tutto il tempo intermedio.

Tutto dev'essere inquadrato, utilizzato, questo poco tempo, per far molto.

Raccomandiamoci alla Madonna. Amo colei che mi ama.

Ore 16.15

I beni materiali non soddisfano.

Sono quelli spirituali che soddisfano.

Guardiamo la natura come si svolge gradatamente; così dobbiamo fare noi nella nostra vita spirituale.

Iddio amandoci ci dona il bene, la grazia.

Togliere da noi quello che impedisce l'amore di Dio e cioè il peccato, le tendenza, le cause.

Non dobbiamo accontentarci a togliere la gramigna, ma estirparla, fin all'ultimo pezzo di radice, anche noi dobbiamo estirpare il male fino alla radice.

La vita spirituale è prima di tutto vita di umiltà.

Abbiamo ricevuto tutto da Dio, perciò riconosciamo quello che siamo: tutto ci è stato donato.

Iddio non guarda a noi con amore se non vede questo desiderio in noi di unirci con Nostro Signore Gesù, se non ci rivestiamo dell'abito nuziale.

Ogni giorno sforziamoci di umiliarci, purificarci, di unirci con Gesù.

Innalziamo preghiere con fervore, con devozione.

Trattar bene il nostro prossimo con atti di umiltà se non esterni nella nostra interiorità.

L'anima umile è illuminata dalla grazia di Dio.

Apprezzare il valore della mortificazione.

Chiediamo l'aiuto a Nostro Signore per vedere tutto ciò che dobbiamo svellere.

Stabilire nella giornata un breve spazio.

Convinciamoci della nostra povertà e rivolgiamoci a Gesù dispensatore d'ogni bene.

Per domare le passioni occorre penitenza, umiltà e mortificazione.

Lavorare con Gesù.

2 - 29 giugno 1940 - SS. Pietro e Paolo - ore 17

Durante questi Esercizi Spirituali ricevete molte grazie: fatene tesoro.

Raccogliete la mente per afferrare queste grazie di Dio.

Farsi figlioli dell'obbedienza.

Amarsi interamente l'un l'altro.

Obbedienza e ancora uno, due pensieri compresi nel nostro Regolamento.

Progresso giornaliero nella carità fraterna, perfetta concordia, aiuto e compatimento reciproco, meditare sul capitolo dell'obbedienza.

Che cosa vorrei aver fatto?

Se non vedremo Gesù e Maria come S. Giuseppe, li sentiremo certamente vicini a noi in punto di morte.

3 - Domenica 30 giugno 1940 - ore 17.05

Iddio punisce la superbia, non la può tollerare.

La sua giustizia richiede un castigo.

"Io amo l'umiltà".

Superbi sapienti ce ne sono troppi.

Unire l'umiltà al sapere.

Lo studio è uno strumento buono.

Attenti a non lasciarsi tentare, amate l'umiltà con cuore umile, docile, sottomesso, ubbidiente.

Far regolare dal superiore anche le vostre cose esterne.

Ritenere il nostro superiore quale rappresentante di Dio.

Senza l'umiltà Dio non vi può prediligere.

Studiare di conoscere sempre più Dio e la sua santa volontà.

Non dimenticare il proprio nulla e la malizia dei propri peccati.

"Io amo e voglio l'umiltà". Con l'umiltà c'è la carità.

Avere costanza. - Signore distruggi il peccato in me.

4 - Domenica 7 luglio 1940 - ore 11.20

Distribuzione dal nostro carissimo Fr. Teodoreto dei Trattatelli dei Fratelli.

Breve commento sui mezzi ( pag 97 ) per valersi a diventare profondi nella vita interiore.

Vita interiore nella pratica.

Richiede una applicazione ardente e frequente.

Seguire e corrispondere all'azione dello Spirito Santo che vuole portarci ad imitare Nostro Signore Gesù Cristo.

Ciò è pure uno sviluppo progressivo della grazia santificante.

Distaccarci da noi stessi e dalle creature.

Agire, soffrire, operare sotto lo sguardo di Dio in unione a Gesù con un fervente desiderio di imitarlo.

Uniti con Gesù, morire ogni giorno al peccato, perciò lavorare per non cedere più alle tentazioni.

Essere decisi. Nascosti con Gesù in Dio.

Nascondimento attivo.

Cacciare i pensieri inutili, le preoccupazioni superflue, seguire il dovere attuale del momento.

Quel che è passato è passato, via gli scrupoli.

Nutrirsi della meditazione, preghiera e dei momenti nel corso della nostra giornata inframmezzati di nostri doveri ed occupazioni.

I misteri di Gesù ci sono sempre nuovi per mirare alla santità e perfezione: non basta evitare il peccato, negativo, ma mettersi con animo generoso a servire Dio; svilupparla questa generosità nell'amore a Dio, nell'azione, positivo attivo, nella preghiera e unione don Gesù.

Servirsi della luce di Dio ( le conferenze che noi sentiamo ), con la quale ci illumina l'intelligenza, e dei teneri richiami diretti al nostro cuore dall'amore di Dio ( rinnovazione dei voti ) per la pratica fervente.

Da parte nostra ci vuole la cooperazione alle affettuose provocazioni di Dio, ci vuole la fortezza, il coraggio nella lotta contro le tentazioni ed a tutto ciò che ci può distogliere dalle nostre pratiche.

Imitare le perfezioni di Gesù, nostro ospite divino ( Comunione ), che non mancherà di irrorare grazie copiose.

Tutto il nostro lavoro sarebbe inutile se non ricorressimo all'aiuto della Madonna.

L'atto di Redenzione non è ancora la salute, ma il mezzo per redimerci e mezzo assai di valore.

Non abbiamo che da servircene con Gesù e Maria, la corredentrice dell'umanità.

Ore 15.50

Appunti della vita del Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso.

Assistenza quotidiana della S. Messa.

Contegno edificante.

Lettura della vita di santi.

Modello di operosità.

Meditazione della Passione di Nostro Signore.

5 - Giovedì 18 luglio 1940 - ore 21

Amar Dio ad ogni costo.

Il nostro fine è amare Gesù.

Retta intenzione efficace.

I mezzi: affabilità, cortesia, carità, non nella generalità, ma nella particolarità.

I nostri atti siano santi.

Nulla di piccolo in noi, ma tutto grande.

Farci come bambini: perciò umili, semplici, tutti animati ( gli atti ) da ideali alti, dalla gloria di Dio.

Praticarle subito questa buone cose con risolutezza e decisione.

Con calma: affrettarsi lentamente.

Vivere sotto la guida della grazia.

Fare il più perfettamente possibile quello che avete da fare.

Contentatevi di fare quel che sapete fare.

Della riparazione: ferita aperta di Dio è l'ingratitudine degli uomini; perciò riparare.

Noi dobbiamo metterci con Fra Leopoldo a consolare Gesù.

Ripariamo e uniamoci a Gesù con la Comunione, con le giaculatorie.

Allenarsi a dir sempre di sì a Nostro Signore.

Dobbiamo lasciare fare a Lui.

Fate come potete e come sapete, così imparerete come fare.

6 - Domenica 21 luglio - Villa Nicolas . ore 16.15

Senza umiltà non si può arrivare a Gesù.

Attribuire tutto alla Spirito Santo, il bene che abbiamo in noi e che abbiamo fatto.

Chiedere a Gesù la luce per conoscere bene questa verità.

Penetrare nella società per redimerla, coi fatti, con una vita edificante.

Introdursi come un cuneo nella massa.

Farci piccoli come la punta del cuneo.

Esser santi nel nostro tempo.

S.V. era umilissimo e appunto perché era umile entrava dappertutto.

Tutti i santi hanno fatto del bene perché erano umili.

Il bene si compirà in quanto saremo umili.

Penetrare con l'umiltà, con Gesù e giungeremo alla vittoria.

Umiltà in unione alla carità.

Vincere tutte le opposizione intorno a noi.

Se non riusciamo è perché non siamo umili, che ci impedisce di penetrare nelle anime.

Pag. 165. L'umiltà è il fondamento di tutte le altre virtù, la pietà è utile a tutto e a tutti.

Applicarsi fortemente a conoscere quel che siamo stati nel passato rispetto al corpo e rispetto all'anima: l'esistenza l'abbiamo avuta da Lui, anima e corpo.

Siamo il corpo con le nostre miserie e siamo l'anima con le debolezze, speriamo in grazie di Dio, dono Suo.

Chiediamo a Dio questa umiltà, chiediamola con la preghiera.

Il nostro corpo si cambierà in polvere.

L'anima andrà a Dio se avremo seguito i suoi insegnamenti.

Non mettiamoci al di sopra di quello che siamo.

Facciamo anche noi come il pubblicano.

L'umiltà ci attira la grazia.

Andiamo nell'inferno in vita, così non andremo più dopo.

Riteniamoci i più deboli ed imperfetti di tutti.

Potremmo essere con i peggiori e grazie a Dio siamo qui.

Se vogliamo far del bene dobbiamo farci strumenti di Gesù.

Fuggite le lodi e le approvazioni degli uomini.

L'onore spetta a Dio, a noi la confusione.

Studiare, sapere sì, ma in unione alla semplicità ed umiltà.

Gesù si serve degli umili per compiere le sue opere.

Però Gesù non viene a noi se non siamo umili e per esserlo l'umiltà la dovremo chiedere con la preghiera.

Accettare le difficoltà così come vengono, in espiazione delle nostre miserie.

Praticare la virtù sul serio.

Quando si tratta di scegliere, scegliere il peggiore.

Stimare gli altri migliori di me.

Parlare con semplicità, senza affettazione, non disapprovare quello che dicono gli altri, non contraddire.

Non giustificatevi dai vostri difetti.

Se Gesù mi abbandonasse, dove andrei a finire?

Gesù nell'Eucaristia sta sotto l'aureola dell'umiltà.

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