Giovanni Baiano

Quaderno IX

Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal IX quaderno

30 luglio 1940 - gennaio 1941

1 - Martedì 30 luglio 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21

Riprendiamo l'argomento trattato a Valprato dell'umiltà: su questo argomento tutti abbiamo del lavoro.

Mirare alla santità. La superbia è la deviazione dei giusti sentimenti.

Il desiderio di sé, della propria stima e di essere stimati dal prossimo.

Buoni in sé, ma pericolosi se esagerate, per l'esaltazione dell'io.

Tendenze prevalenti spontanee a considerare soltanto quel che c'è di meglio, tralasciando i propri difetti.

Se non si è illuminati, si scambia facilmente la superbia per la dignità: conservare il proprio nome, la supremazia.

La superbia non ispira l'orrore nel proprio male, come gli altri vizi.

Benché la superbia sia la madre di tutti i vizi.

Gesù quando ama un'anima l'umilia, perché senza l'umiltà Iddio non concede la Sua grazia.

La superbia è difficile sia da conoscere sia da domare: si nutre di poco e non è mai sazia.

L'umiltà regola, non distrugge.

Seguire la via di Gesù, che ci porta alla vera gloria.

Questa virtù traccia la via per giungere la gloria, come verità è luce all'intelletto, come giustizia è forza che viene dalla grazia.

Illuminare la nostra intelligenza sul gran bene che ci apporta.

La vita di Gesù è tutta umiliazione.

Per l'acquisto della virtù, inoltre, la convizione della mente, e l'inclinazione della volontà, con l'esercizio, molti atti di umiltà e specialmente quelli più generosi.

Prima quelli interni e poi quelli esterni.

Ammettere quello che ci capita che ci viene dagli uomini e da Dio.

Quelli esterni il nostro contegno modesto, animarsi del fervore.

Ci accontentiamo di vedere credendo già di possedere.

C'è una bella differenza dal vedere la virtù dell'umiltà al possederla.

Risoluti, riflettere, operare e specialmente pregare.

Amare molto la verità se si vuol stimare l'umiltà.

Sacrificare tutto per l'umiltà.

La verità ci fa sinceri.

L'umiltà è giustizia e tanto più verità.

Chi non è distaccato dalla stima altrui è libero.

La verità cercata in noi stessi ci porta a conoscerci meglio.

2 - Martedì 6 agosto 1940 - ore 21

Della Meditazione.

La meditazione è difficile, così noi diciamo, nonostante l'anima nostra sia incline alla meditazione.

Noi la dobbiamo considerare la festa dei santi pensieri.

Tutti meditano: il commerciante sui suoi affari, il professionista, l'industriale sui giornali, sui libri ecc.

Bisogna fare la preparazione remota.

Alla sera prima di coricarsi fissare l'argomento, il soggetto al mattino appena svegliati, poi continuarla anche dopo, durante il giorno.

Se nel mondo si compie tanto male è perché non si riflette abbastanza.

Voi che siete a contatto del male dovete arricchirvi di buoni pensieri.

Il ricordarsi che Gesù è con noi nel nostro cuore.

Estendere la meditazione durante la messa e la Santa Comunione.

Intonare la preparazione ed il ringraziamento della Santa Comunione col soggetto della meditazione.

Così ogni camminare abbia la sua fisionomia e renda attraente e varia la nostra pratica religiosa.

Preghiera assidua specie durante questo periodo del secondo Noviziato.

E poi divozione alla Madonna.

Approfondirsi nella conoscenza dei Voti.

Per la povertà non far niente senza il permesso.

Per la castità salire alla massima perfezione vigilanza alla volontà, bando all'inquietudine, mantenersi tranquilli e pregare proprio di cuore con insistenza.

Il peccato non consiste nel fisico ma nella volontà.

Obbedienza di esecuzione, di volontà piegare la propria a quella del Superiore nel giudizio.

Il Superiore giudica così perché si trova sull'alto. Vede meglio di me.

I vizi sono come la cattiva semente da sradicarsi.

Lasciare Dio la Sua gloria.

Vivere di sacrificio, sacrificare il nostro gusto il nostro benessere per il nostro prossimo, spogliarsi delle affezioni naturali.

Amare i nostri parenti con amore soprannaturale.

3 - Giovedì 8 agosto 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21

Umiltà confidente non timorosa.

Se non vi convertirete e vi farete piccoli come fanciulli non entrerete nel regno dei cieli.

Senza di me non potete far nulla.

Tutto io posso in colui che mi conforta.

Se qualcuno è piccolo venga a me.

Da me solo non posso salire.

Amore generoso: quando uno ama desidera il bene dell'amato.

Dare è sinonimo di amare.

L'amore vive di sacrificio.

Amore disinteressato, perché sia puro occorre sia staccato.

Far piacere a Gesù in tutte le cose.

Non ricercare la consolazione.

Semplicità, niente straordinario né complicato, amore filiale servendosi dell'ordinario.

Accettare tutte le pene che giungono nella giornata, siano fisiche, morali e spirituali.

Accettare ed eseguire quel che Gesù desidera da noi.

Atto di zelo pronto.

Rinunziare spontaneamente a qualche cosa.

Essere pronti a rettificare l'intenzione, non darsi con troppa facilità.

Offrirle a Gesù le nostre opere frequentemente, spontaneamente, non negare nulla a Gesù.

La continuità nell'offerta.

Prevedere le nostre attività e offrirle a Gesù.

4 - Martedì 27 agosto 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21

Evitare anche i minimi peccati veniali che privano delle grazie attuali.

Il valore delle quali potremmo comprenderlo meglio se facessimo un po' di meditazione quotidiana.

La grazia attuale ci è stata meritata da Gesù Cristo stesso.

I peccati veniali ci portano più facilmente al peccato più grave.

Ci privano della grazia attuale, iniziatrice di altri beni.

Stronchiamo la catena di beni.

Privandoci dei lumi interni, necessari per conoscere bene quel che l'animo nostro deve fare e deve evitare.

Il peccato veniale: abbatte il vigore dell'anima, toglie il bene contrario al bene tralasciato ed al male commesso.

Contribuisce ad indebolire sempre più la volontà nell'opera del bene.

Dobbiamo invece far piacere a Dio e sforzarci a vincere le nostre difficoltà, riuscendo a compiere con fedeltà tutti i nostri doveri contemplati nel nostro regolamento.

Attenti a non commettere i peccati veniali per abitudine.

Più si aderisce al peccato veniale e più si diventa debole.

Aiutarci vicendevolmente con la preghiera.

Raccomandandoci alla Madonna SS.

5 - Domenica 1° settembre 1940 - XVI dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 16.10

Privarmi delle massime cose che dispiacciono a Gesù ( 97-101 ).

Gesù ci ha fatti amici suoi: voi siete amici miei, ha messo nei nostri cuori una vera amicizia, che può venire stroncata dai peccati.

Raffreddata dalla scarsezza di affetto, di delicatezza.

La vera amicizia è uno scambio reciproco di piccole cose prive di valori in sé.

Verso Gesù evitare le cose più piccole che possano dispiacere a Gesù, cioè delle imperfezioni: movimenti sregolati dell'anima, spontanei che sorprendono la volontà.

Deviazioni minime derivanti dall'influenza di un difetto.

Ricerca sregolata, sì o no volontaria, di una breve soddisfazione personale; difetti non abbastanza domati.

Movimenti sregolati di sorpresa che sostituisce la vera gloria di Dio.

Tali non sono peccati.

Provengono non da vizi ma dai difetti trascurati.

Gesù li compatisce, ma certo non gli fanno piacere.

Noi non li dobbiamo compatire.

Bensì combatterli con la più stretta vigilanza.

Non rendono cattivi i nostri atti ma ne riducono il merito.

Gesù non castiga perché è indulgente ma, non può premiare, perché è giusto.

In chi combatte di più e si sorveglia, le imperfezioni sono più rade.

Da coscienti si possono conoscere.

Magari dopo, incoscienti, non si conoscono a causa delle nostre negligenze.

Cediamo all'impulso della natura.

Seguiamo un po' intuitivamente le nostre tendenze.

Noi nei ritiri dobbiamo esaminarci e veder bene quello che prima non vedevamo.

 scoraggiarci, ma umiliarci dinanzi a Lui.

Più troveremo dei difetti e più dovremo rialzarci più in alto.

Anche se le imperfezioni non sono peccati, però, urtano e disgustano Gesù, perciò dobbiamo diminuirle il più possibile.

Non sono vere macchie ma un po' di oscuramento dell'anima nostra.

Curare la sincerità.

Non esagerare mai.

Le persone sante parlano poco.

Sorvegliarsi nelle parole.

Agire con diligenza senza affanno.

Agire gradatamente senza esagerazione.

Le imperfezioni sono il frutto della debolezza umana.

Studiarci e conoscere i nostri difetti.

Se noi ci attaccheremo a Gesù, ci farà delle grazie, dei favori speciali.

Risulta la piena comprensione tra noi e Gesù.

La ricerca di una soddisfazione naturale, troppo naturale impedisce di far giungere una grazia di lume, di consolazione e di forza.

6 - Martedì 3 settembre 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21.10

Prosegue sull'argomento della Meditazione quale mezzo per stare a contatto ed uniti con Gesù.

Per perfezionarci e renderci più simili a Dio, il dispensatore di ogni bene.

7 - Giovedì 5 settembre 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21

Gesù durante la sua Passione ha visto anche noi e con noi tutta l'umanità.

Chissà quali intenzioni avrà avuto Gesù durante la sua Passione.

Certo ebbe quella della glorificazione del Padre.

La sua Passione ha ottenuto da Dio la remissione dei peccati di tutti gli uomini.

E di allontanare da ogni imperfezione le anime da Lui privilegiate.

Noi anime privilegiate da Lui perché scelte a far parte della Sua Famiglia; anche noi cooperiamo alla gloria del Padre nella pratica della Divozione al SS. Crocifisso nelle cinque piaghe le consideriamo tutte.

Preghiera fatta da Fra Leopoldo sotto la guida di Gesù.

O confidiamo troppo di noi stessi o non abbiamo fiducia abbastanza nell'aiuto di Gesù.

Quando noi cadiamo facilmente è perché non fidiamo abbastanza in Gesù.

Evitare il più possibile le nostre imperfezioni volontarie ed involontarie.

Ci viene tutto dal Crocifisso.

Per togliere le nostre imperfezioni: prima bisogna conoscerle e poi non spaventarci, Gesù è con noi per perdonarci.

Gesù permette le nostre imperfezioni per umiliarci.

In caso di caduta non bisogna indispettirsi.

Porsi all'opera di perfezione con ardore e con slancio.

Umiliarci nel considerare le nostre imperfezioni senza scoraggiarci mai.

Recidere alle radici non ai germogli che escono dal suolo.

8 - Domenica 8 settembre 1940 - XVII dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 16.10

Trovandoci a Roma col Catechista Tessitore, visitammo la chiesa di Santa Maria ai Monti, trovammo l'altare dedicato a S. Benedetto Labor e tosto visitando un'altra chiesa trovammo quella dedicata a S. Alessio.

Santi dei quali abbiamo parlato stamane.

Credo che ci sia un allacciamento.

Dobbiamo trarre degli insegnamenti.

Innanzi tutto la forza di volontà.

Di quella buona: far bene gli esercizi di pietà.

La prima riforma sia per la meditazione per la santa Messa con la Comunione completata da un buon ringraziamento.

Insistere nella lettura spirituale, arricchirsi di buoni pensieri, evitare la curiosità ( 199 trattatelli ).

Prepararsi bene alla confessione affidarci alla guida del direttore spirituale ( 204 trattatelli ).

Riepilogando - La nostra vita è un passo avanti che si compie ogni giorno, è una serie di passaggi dal meno perfetto al più perfetto.

Bisogna convertirsi, bisogna andare a Dio.

Ritorno a Dio.

È, e deve essere, lo scopo della nostra esistenza.

Chi attende ad altro e non a questo perde il suo tempo.

Se tutti gli uomini ( e noi compresi ) che si dedicano a Dio fossero tutti della forza del Curato d'Ars il mondo brucerebbe di perfezione.

9 - Domenica 13 settembre 1940 - XX dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 10.15

Dal S. Battesimo ha avuto inizio l'opera della grazia.

Iddio la compie in noi a condizione della nostra cooperazione.

Santificare le energie che usiamo nel nostro lavoro, le nostre opere ordinarie.

Non perdere del tempo soltanto in opere esterne ma offrire le nostre fatiche a Nostro Signore.

Gesù ha iniziato in voi l'opera della santificazione ed io con Lui insisto perché continuiate nella propria santificazione.

Ecco noi lavoriamo tutto il giorno, arriviamo a sera stanchi, gli altri lavorano per il denaro.

Il che non serve per la vita eterna.

E se questo lavoro non lo santifichiamo con la retta intenzione avremo faticato invano.

Lottare contro tutto quello che ci vuole far dimenticare Dio.

Scegliere il meglio.

Mantenersi puri.

La vera purezza sta nell'anima.

Perché fermarsi a certi pensieri che non sono adatti alla nostra condizione di vita abbracciata.

Noi che abbiamo rinunciato alla formazione di una famiglia.

Faremmo degli sbagli.

Delle dimenticanze. Siamo uomini, perciò deboli.

Non scoraggiamoci mai. Ritorniamo ogni giorno da Gesù.

Se noi sapessimo comprendere e vedere la bellezza dell'anima in stato di grazia certo noi lavoreremmo di più con energia a mantenerla così bella.

Uniamoci con Gesù. Con brevi giaculatorie.

E se l'anima nostra non è conservata pura Gesù non ci riconoscerà.

Gesù è misericordia, ci verrà in aiuto: a noi ha fatto il dono della vocazione, la quale si può anche perdere se non lotteremo sempre contro il peccato.

Supplichiamo Gesù che ci sostenga, preghiamo con umiltà e Gesù ci ascolterà.

Gesù ci dona la pietà: tocca a noi di usarla verso di Lui.

Oggi noi parteciperemo delle grazie comuni.

Quelli che temono il Signore sperino in Lui.

Gesù è nostro protettore e nostro rifugio.

Non c'è occupazione pesante, fastidiosa o pressante che possa impedire di dire questa breve giaculatoria: "Gesù mio misericordia".

In questo riusciremo se ci sforzeremo di prendere questa buona abitudine.

10 - Venerdì 1 novembre 1940 - Festa di Tutti i Santi - Villa Nicolas - ore 15.30

Non cercare la felicità nelle cose della terra ove tutto passa, bensì nelle cose dello spirito, desiderare il regno di Gesù.

Chi sarà stato fedele, siederà sul trono con me.

Adesso abbiamo da lottare.

Unito a Gesù coi pensieri, giaculatorie, con le opere offerte al mattino con lo zelo con l'afflizione fervente dell'Apostolato.

La vera felicità su questa terra consiste nell'unione con Gesù Cristo il che ci darà il premio del paradiso.

Vivere tutti gli ostacoli per Gesù e con Gesù; chi sarà vincitore siederà presso il suo trono.

Le lotte sono aspre ma unendoci a Gesù le vinceremo.

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