Peter Chan

Piero

Chin Chong-Wa, alias Peter Chan, per gli amici, Piero.

Un bel faccione dai tratti caratteristici che un costante, radioso sorriso illumina tutto e quasi ti mette in soggezione dinanzi alla limpida innocenza del suo sguardo sorridente, ma nello stesso tempo ti attrae per quel misterioso fluido che emanano le creature che riflettono la luce di Dio.

È giunto nel mese di giugno da Rangoon - Birmania - per essere con i suoi fratelli che, con Borse di studio dei Fratelli delle Scuole Cristiane della Provincia Religiosa di Torino, hanno con tenacia e ammirevole impegno, conseguito la laurea in medicina presso l'Università di Torino, nei sei anni regolari.

Il loro fine, come il suo, è quello di essere medici-missionari, di fare della loro professione una missione di servizio al prossimo nell'amore di Gesù.

Hanno lasciato a casa, a Rangoon, la Mamma Maria, il Papa Lorenzo e tre sorelle Audrey, Theresa, Rose-Mary.

Hanno lasciato la loro patria di adozione, la Birmania ( essi sono di origine cinese ) perché, dopo la nazionalizzazione di quel paese, non è più consentito a loro di lavorarvi e di vivervi.

La loro nuova casa è Villa San Giuseppe, la loro nuova famiglia spirituale è quella dei Fratelli e degli Ex-allievi.

Scoprono tra le attività degli Ex-allievi, l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata: seguono un corso di formazione, ottengono dalla Curia Diocesana il Diploma di Catechisti e fanno la loro Consacrazione di Catechisti Associati con piena coscienza di quanto fanno e dell'impegno che assumono.

Giunge anche Piero, dopo aver superato le lunghe pratiche per uscire dal suo Paese nel quale ne lui ne i suoi fratelli potranno più rientrare.

Ma ritrova qui altri Fratelli, come quelli che ha conosciuto e amato nelle Scuole di San Paolo e di Sant'Antonio di Rangoon.

Vi ha frequentato le scuole elementari e medie e vi ha incontrato « Qualcuno » che segnerà per sempre la sua vita.

La sua famiglia segue la religione di Confucio.

Ma Piero, i suoi fratelli, i suoi genitori incontrano Gesù.

Per loro il Cristianesimo non è ne una dottrina, ne una morale: è Qualcuno: è Gesù.

Lo vedono nella vita dei Fratelli missionari, sentono che la consacrazione dei Fratelli, la loro testimonianza di dedizione e di sacrificio, anche nelle gravi difficoltà create dalla nazionalizzazione, ha un suo significato e un suo valore: i Fratelli amano Qualcuno più di qualsiasi persona, i Fratelli lavorano per Qualcuno, al disopra di ogni divisione di razza e di religione, lieti di presentare il volto e il messaggio di Gesù a chi li avvicina.

E Piero, ragazzetto di 10 anni, non ancora cristiano, si alza tutte le mattine alle 5,30, si fa mezz'ora di strada a piedi, per trovarsi con i Fratelli a servire la Santa Messa che viene celebrata per loro.

Il suo latino è incerto.

Quanto differisce dal birmano e dal cinese che ordinariamente parla!

Ma questo non ha importanza: quello che conta è che ogni giorno si trova tra i suoi Fratelli e Gesù è presente in mezzo a loro.

Poi viene il giorno del Battesimo della famiglia: Giovanni, Paolo e Giuseppe vengono battezzati, già giovanotti, il 5 giugno 1964 da Father Mascarenhas nella Chiesa di St. John. Piero vi fa da chierichetto ma la funzione è differente dal solito sacrificio della Messa e Piero vi è un po' impacciato.

Il vecchio sacerdote che amministra il Battesimo, non pare molto convinto del latino e del servizio di Piero e lo allontana.

Due giorni dopo, nella chiesa di Santa Theresa, il 7 giugno 1964 Piero è battezzato da Sua Grazia l'Arcivescovo Mons. V. Bazin e cambia il suo nome cinese Wa che significa « pace », in quello di Peter che significa « roccia »: Piero ha 13 anni.

L'anno seguente, il 7 febbraio 1965 anche Mamma Maria, Papa Lorenzo e le sorelle Audrey, Theresa e Rose-Mary ricevono il Battesimo.

Le lettere che scrive, quando ancora sono in corso le pratiche per la sua venuta in Italia, terminano sempre così: « May God bless you - Dio la benedica ». « May our Lord bless and keep you aiways. Your most obediently pupil, Peter - Nostro Signore la benedica e la conservi sempre. Suo obbedientissimo allievo Piero ».

Dio è entrato intimamente nella sua vita ed è per lui tanto naturale che ogni occasione sia propizia per ricordarLo.

La fede profonda, la delicata sensibilità del suo animo traspare dagli scritti e dal suo viso aperto e sereno.

Non è facile, neanche per lui, la vita che pur nel breve arco dei suoi ventun anni gli ha offerto molte difficoltà, molte rinunce, molte separazioni: ma quando c'è Dio nel cuore, c'è la luce, la forza, e chi lo avvicina lo sente.

Una vocazione ad una vita consacrata, e più volte lo manifesta ai suoi Professori della Birmania i Fratelli Peter, Hubert, Vincent, Anselm, Gabriel, attuale Visitatore della Birmania, che gli vogliono bene come ad un figliolo, pare maturare nel suo animo: vuole dedicare la sua vita completamente a Dio e la missione del Fratello lo attrae particolarmente.

Intanto frequenta i giovani Novizi dei Fratelli e con loro condivide attività, giochi, vita di preghiera.

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