Fr. Teodoreto oratore e scrittore

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Regole e Costituzioni

Ma cominciamo dalle Regole e Costituzioni dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata - Istituto Secolare.

È un libretto di 91 pagine.

La frase programmatica che lo precede dice: «Padre, non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li guardi dal male» ( Gv 17,15 ).

Seguono poi le due approvazioni del Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, in data 24 giugno 1948 e 22 febbraio 1949.

Esse si dividono in cinque parti: natura e fine dell'Istituto, Catechisti Congregati, Governo dell'Istituto, Catechisti Associati, Zelatori e Ascritti.

Non è qui il caso di addentrarci più profondamente nell'analisi delle Regole.

Ci pare opportuno invece seguire l'iter con cui furono composte.

Scrive Fratel Leone: «Tutti i Fondatori misero la massima cura nel compilare il Codice della loro Congregazione».

Per l'Unione Catechisti, che ancora era Pia Unione, già era stato redatto un Regolamento, ma con la nuova disciplina della Chiesa con la " Provvida Mater Ecclesia" del 2 febbraio 1947 che istituiva gli Istituti Secolari e dava loro forma giuridica, occorreva adeguare tale Regolamento alle nuove disposizioni.

Fratel Teodoreto vi si accinse con impegno, nonostante la non più giovane età: aveva 77 anni!

Il suo Superiore, Fratel Costanzo, avendogli chiesto un giorno se avesse composto le Regole dell'Unione «con mezzi naturali o anche con mezzi soprannaturali», ne ebbe in risposta: «Anche con mezzi soprannaturali!».

Quanto a "mezzi soprannaturali" non c'è dubbio che se ne valse ampiamente.

Ce lo conferma una preziosa testimonianza di Fratel Ernesto: «Fratel Teodoreto fu a Pessinetto, in Val di Lanzo, a trascorrere le vacanze estive del 1948; e là, nella quiete della Comunità dei Fratelli che si riposavano ai monti, scriveva le Regole dei Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso per l'approvazione definitiva del suo Istituto.

Siccome nella stesura di quelle Regole gli prestavo qualche aiuto ( ricopiando i fogli da Lui compilati ) mi occorse di vederlo a tavolino, intento in quest'opera.

Teneva accanto a sé, dalla parte destra, un Crocifisso, e ogni tanto lo guardava amorosamente, quasi per attingere ispirazione dalle sacrosante Piaghe di Gesù sofferente.

Durante questo lavoro era tutto assorto nel suo Signore, più preoccupato di fare la volontà divina nella compilazione di quelle Regole, che non di seguire la propria volontà, i propri lumi e la propria esperienza».

Anche per le Regole, parlò lungamente e attinse indicazioni e orientamenti dai Catechisti, che queste Regole avrebbero dovuto osservare nella vita.

Figlio anche in questo di S. Giovanni Battista de La Salle che lasciò ai Fratelli le Regole già vissute e sperimentate nella vita dai Fratelli stessi.

Per maggior sicurezza e tranquillità ricorse spesso alla nota competenza giuridica del Teol. Luigi Quaglia, Promotore della Fede presso la Curia Diocesana Torinese perché le mettesse al banco di prova.

Lui stesso scrisse al rag. Giovanni Cesone: «Vorrei far vedere ( prima di stamparle ) o al Fratel Emiliano o al signor Avv. Sales, per la miglior forma italiana».

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