Fr. Teodoreto oratore e scrittore

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Scritti inediti di Fr. Teodoreto: le lettere

Tra gli scritti inediti di Fratel Teodoreto meritano particolare attenzione le lettere.

Sono complessivamente 198 le lettere di cui si è venuti in possesso con destinatari vari e vanno dalla prima del 28 maggio 1893 al nipote Bartolomeo divenuto poi Fratel Bonaventura delle Scuole Cristiane a quella del 9 marzo 1954 scritta a suor Gabriella De Donà delle Dame Inglesi di Vicenza, fervente Zelatrice dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.

A questa sono da aggiungere alcune Circolari indirizzate ai Direttori delle case dei Fratelli delle Scuole Cristiane per informarli e animarli a farsi promotori dell'Unione Catechisti e propagatori della Adorazione a Gesù Crocifisso.

Si aggiungono alcune relazioni e Circolari ai Catechisti.

Sulle Lettere è stato detto molto acutamente: «Si ammette da tutti che le lettere, essendo dirette a persone private e, quindi al riparo da ogni indiscrezione, rilevano sentimenti del mittente in modo assai significativo.

Destinatari delle lettere sono in prevalenza persone religiose ( Fratelli delle Scuole Cristiane o Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata ): ad essi Fratel Teodoreto rivolge sempre qualche considerazione ascetica e dà saggi consigli.

Le lettere sono semplici, come dovevano essere - è facile intuirlo - le persone alle quali erano scritte, e come era, in fondo, lo spirito del Servo di Dio che mirava alle cose essenziali, alieno da ogni astruseria.

Anche nelle lettere per comunicazioni, affari dell'Istituto e varie, o nelle lettere di cortesia per auguri e simili, il Servo di Dio segue una linea di semplicità e di rettitudine che mostra chiaramente il clima soprannaturale nel quale operava».

Si sono trovate pochissime lettere scritte a familiari, se si eccettuano quelle al nipote Bonaventura divenuto Fratello delle Scuole Cristiane e sono 16, e poche altre scritte a nipoti in occasioni particolari: tutte recano l'impronta della animazione del conforto spirituale per situazioni gioiose o penose.

Frequenti vi sono le espressioni: «Non disperare mai: Dio ti verrà in aiuto… tutti stimano la tua rettitudine e onestà… hai ragione di temere la tiepidezza perché essa è la rovina della maggior parte dei Religiosi… combatti pure l'orgoglio perché è veramente la radice infesta che alimenta tutti i vizi… però non si scoraggi mai per quanto si veda imperfetto e per quanto tardino a venire le grazie desiderate… ho saputo con vera gioia del cuore che avete dato alla S. Chiesa, col vostro Fabrizio un cristiano di più e un futuro cittadino del Cielo ( questo scriveva a nipoti che avevano avuto un figlio ).

Mi rallegro con voi perché Dio vi ha scelti per cooperatori nell'opera della sua potenza, creando un'anima immortale e affidandola alle vostre cure per la educazione cristiana… i beni di questo mondo vanno e vengono, l'essenziale è di salvare l'anima in Paradiso… il Signore ti benedica…».

È presumibile che altre lettere scritte a famigliari, quando li lasciò per andare al Noviziato, siano andate perdute.

All'inizio di ogni lettera è costante il richiamo alla presenza di Dio con il monogramma G.M.G. ( Gesù, Maria, Giuseppe ) o con l'invocazione-augurio: «Viva Gesù nei nostri cuori; Sempre!».

Non è mai discorsivo, va all'essenziale con brevi frasi sempre ricche di spiritualità.

Il richiamo e l'esortazione alla pratica della Adorazione a Gesù Crocifisso vi ritorna assai frequente.

La chiusa di ogni lettera ritorna sempre sulla richiesta e la promessa di preghiere.

«Anche nelle lettere - scrive Fratel Leone - Fratel Teodoreto imita il suo Fondatore: vi si nota la stessa brevità e assenza ricercata di ogni vano ornamento, l'identico senso di essenzialità e questo per un'intima esigenza di semplicità e di umiltà».

Un esame più approfondito delle lettere può certamente rivelare aspetti nuovi e sorprendenti della ricchissima carica umana e spirituale del Servo di Dio, pur così sintetico e scarno nelle sue espressioni.

E sarà opportuno ritornarci.

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