Vocazioni e Pastorale Vocazionale

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Capitolo 6

Importanza della pastorale vocazionale giovanile, collaborazione dei Fratelli

Il rapporto dei membri con l'Istituto e tra loro è necessario per rendere effettiva la dimensione ecclesiale in modo riconosciuto, ed altresì per trovare nella fraternità e nell'accordo con i responsabili l'appoggio e lo stimolo per una risposta fedele.

Ciò richiede umiltà.

L'uomo superbo si chiude di fronte ad ogni offerta di arricchimento interiore, perché ciò umilia la sua convinzione di essere autosufficiente.

L'uomo semplice invece è riconoscente che esistano altre realtà importanti che si possono esaminare mediante una mutua unione.

1. Urgenza di tale Pastorale

La pastorale vocazionale, come abbiamo già visto nelle precedenti circolari, è un tema particolarmente importante per ognuno di noi e soprattutto per i giovani che ci sono affidati.

Da noi essi attendono di poter cogliere il giusto senso da dare alla vita e di essere aiutati a scoprire il progetto di vita in vista del quale Dio li ha chiamati all'esistenza.

Perché i giovani possano credere alla validità degli insegnamenti che offriamo loro, occorre che li vedano realizzati in noi con una vita spesa tutta e gioiosamente per Dio e per i fratelli.

Occorre che essi vedano in noi una profonda unità, quale espressione visibile della carità fraterna. Qualora un gruppo fosse carente di carità fraterna o essa non fosse visibile, se mancasse la collaborazione reciproca per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, se non vi fosse una ferma obbedienza alle direttive dei Responsabili, ciò manifesterebbe un gruppo in agonia e prossimo alla morte, la quale prospettiva non attirerebbe nessuno.

Nei gruppi AMI, al contrario, i giovani devono trovare un aiuto a prevenire queste possibili fragilità o deviazioni.

Perché questo accada occorre che i gruppi che si costituiranno si attengano alle direttive di fr. Teodoreto, che proponeva ai giovani la santità e l'apostolato catechistico, anche se le metodologie potranno e dovranno cambiare rispetto a quelle di allora, perché sono notevolmente cambiate le realtà ambientali.

Volendo fare memoria di come sono iniziati i primi gruppi dell'Unione Catechisti, che li possiamo paragonare ai gruppi AMI che cerchiamo di ricostituire, occorre tener presente che non è possibile pensare di poter riproporre aggregazioni come allora perché sono notevolmente mutate le realtà ambientali, sociali e psicologiche dei ragazzi e dei giovani di oggi rispetto allora.

Ciò che non può e non va in alcun modo cambiato è invece lo spirito che deve sostenere tali gruppi e le motivazioni che ne giustificano e sollecitano la loro attuazione.

L'AMI, come sappiamo, si occupa della formazione cristiana dei giovani e dei ragazzi come risposta concreta all'invito di Gesù che il 1° luglio 1914 fece udire a fra Leopoldo queste parole: "Il mondo non ha più fede, e gli anziani sono duri a credere; c'è dunque grande necessità di prendere i giovinetti ancor puri con gli anziani di buona volontà, e con la preghiera, col buon esempio, mettere il nome Santissimo in grado degno di me, Dio altissimo, Redentore dell'umanità".

San Giovanni Battista De La Salle

2. Trarre ispirazione da fr. Teodoreto.

Inizi avvenuti presso le case dei Fratelli S.C.

Da una lettera di risposta di fr. Tedoreto a fr. Saturnino, che gli riferiva come attuava la formazione dei suoi piccoli allievi, possiamo trarre preziosi indicazioni sui primi gruppi dell'Unione.

Era il 23 novembre del 1948: "La scelta ( dei giovanetti ) mi pare ben fatta; quella è l'età buona per le adunanze.

Ecco il programma delle adunanze:

1. Divozione a Gesù Crocifisso nella Cappella dinanzi a un Crocifisso ( mettere una intenzione particolare e ricordarla ogni volta );

2. Pensiero religioso svolto nella sala delle adunanze e diretto a formare i giovani all'amore a Gesù Crocifisso e alla SS. Vergine;

3. Far capire che prima di darsi all'attività esteriore degli Zelatori devono imparare a far progressi, come Ascritti, nell'amore alla Passione di nostro Signore Gesù Cristo.

Prima di lanciarli nella propaganda della "Divozione a Gesù Crocifisso" li occupi, almeno un mese, all'acquisto delle seguenti virtù:

1. Pietà - Preghiera del mattino e della sera da sé a casa come pure la Divozione a Gesù Crocifisso - S. Messa festiva al Collegio - Confessione e Comunione mensile ( 1° Venerdì del mese );

2. Carità - intesa come unione e amore cristiano verso il prossimo, dimostrati con atti di generosità di umiltà ecc.;

3. Sacrificio;

4. Purezza;

5. Buon esempio a casa, a scuola, in chiesa, ovunque;

6. Esercizio dell'esame di coscienza;

7. Doveri

- Applicazione a tutti gli studi scolastici con distinzione per il catechismo seguendo il testo e le lezioni della classe di ciascuno.

"Potrà aiutarli in modo che riescano a primeggiare nella loro classe nel catechismo, e nella buona condotta.

Come vede, il programma è vasto; intanto arriveranno i foglietti della 'Divozione6 e Lei eleggerà i migliori come Zelatori".

Da un'altra lettera di fr. Teodoreto, scritta a Fr. Armando il 4 gennaio del 1949, della quale riportiamo uno stralcio, abbiamo ulteriori preziose direttive.

"I Fratelli possono in ogni loro casa, d'accordo col Fratello Direttore, iniziare l'Istituto dell'Unione Catechisti nel modo seguente:

1. praticare loro stessi individualmente la 'Divozione' a Gesù Crocifisso e scrivere sopra un quaderno il proprio nome di Fratello come Ascritto;

2. scegliere un buon numero ( da 30 a 50 ) di ottimi fanciulli di otto, nove, dieci, undici anni di età, che pratichino individualmente la detta "Divozione" ogni giorno, e farli Ascritti mettendo il loro nome nello stesso quaderno, quando avranno l'abitudine di praticarla;

3. Scegliere i migliori tra gli Ascritti e promuoverli, se accettano, Zelatori, incaricandoli di propagare la "Divozione" tra i compagni e conoscenti; istruirli in adunanze mensili sui modi di fare tale propaganda;

4. Scegliere i migliori Zelatori e promuoverli, se accettano e hanno l'età di almeno 12, 13, 14, 15 anni, alla categoria di Allievi Catechisti, con adunanze quindicinali o settimanali per formarli a una vita cristiana fervente e prepararli a sostenere un esame che permetta loro un piccolo diploma ( grado inferiore ) di Catechista quando avranno compiuto sedici anni di età;

I Catechisti Volontari dell'età di 16, 17, 18, 19, 20 anni hanno una Consacrazione speciale con adunanze settimanali e attività apostoliche in mezzo agli operai e se occorre per sostenere contradditori pubblici;

5. i Catechisti Volontari all'età di 21 anni, ovvero se hanno contratto matrimonio sono detti catechisti Anziani con prescrizioni regolamentari sul fidanzamento e sulla vita coniugale.

Questi Catechisti Volontari ( Effettivi e Anziani ) appartengono all'Istituto dell'Unione Catechisti perché partecipano ai beni spirituali dei medesimo, e forse qualcuno sarà anche tra i Catechisti Congregati, ma la loro attività sarà nella vicinanza dei Fratelli delle S. C. e saranno sempre i migliori loro ex allievi pronti a stringersi attorno ai loro educatori".

Da queste brevi precisazioni di fr. Teodoreto risultano chiaramente evidenziati, fin dall'inizio, due aspetti fondamentali della nascente Unione, e cioè la pratica e diffusione della Adorazione a Gesù Crocifisso e l'apostolato catechistico, oltre alla relazione con i Fratelli.

3. Consigli e ammonimenti nel Diario di fra Leopoldo - collaborazione dei Fratelli S.C.

Chi avrebbe dovuto sostenere e guidare questi nascenti gruppi?

Cogliamo i preziosi insegnamenti e orientamenti di Gesù alla nascente Unione, tratti dal Diario di fra Leopoldo, che fratel Teodoreto ha riportato nel suo libro: " Nell'intimità del Crocifisso".

Sentiamo la risposta di Gesù che fra Leopoldo fece pervenire a Fratel Teodoreto.

Era il 20 dicembre 1918, alle 4 e 3 quarti; fra Leopoldo, mentre adorava la piaga della mano destra di Gesù e pregava per i ragazzi di fr. Teodoreto, sentì da Gesù: "Non solo appoggiare i giovanetti ma aiuterò l'opera loro e ne avranno prove per l'avvenire".

E il 25 marzo 1919 Gesù disse ancora: "In questi momenti non c'è tempo da perdere; li prendano pure i giovanissimi e li coltivino nel mio santo nome."

Nel maggio del 1919, mentre fra Leopoldo pregava dinanzi a Gesù nel SS. Sacramento, udì quanto segue: ( Fr. Teodoreto ) "Dia ascolto al suo Superiore; vada pure a Biella, ma se ha intenzione dí formare anche la una pia Unione di giovani, ricordi che prima bisogna prepararli in modo da non prendere quelli che apparentemente si dicono dell'Unione, e ciò anche se dovesse incominciare con uno solo; si deve tenere la stessa via e osservare lo stesso Regolamento della Pia Unione di Torino".

Gesù e la Vergine Maria affidano le pie Unioni ai Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il 29 giugno 1914 fra Leopoldo, nel pregare Gesù Crocifisso, udì queste parole: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che facciano come faccio Io con loro il buon Pastore; se qualche figlio della pia Unione del SS. Crocifisso esce dal santo binario, sia dolcemente ammonito; si industrino fintanto che facciano ritorno a me.

Saranno ben ricompensate le loro fatiche."

Il 5 luglio, mentre pregava la SS. Vergine, fra Leopoldo udì: "Vigilate i figli della pia Unione e cooperate"

Il 31 ottobre del medesimo anno udì ancora: "Conducete i figlioli dell'Unione del SS. Crocifisso alla S. Comunione nella mia casa alla Consolata ( santuario di Torino ); sono le mie delizie".

Il 17 gennaio 1915 udì da Gesù Crocifisso queste parole: "Dì ai Fratelli delle Scuole Cristiane, che io affido e dono loro i figli della pia e santa Unione".

"Se i Fratelli sapranno condurre i giovani con fede e amore a Me, saranno una grande benedizione per le loro case"

Il 26 gennaio 1915, fra Leopoldo udì queste parole della SS. Vergine: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che quando accompagnano i figli della pia Unione del SS. Crocifisso a fare la Comunione nel mio Santuario, il mio cuore si dilata ed io li abbraccio e li benedico tutti."

Queste parole diedero origine ad un articolo del Regolamento che invitava i giovani dell'Unione a compiere ogni mese un pellegrinaggio presso qualche Santuario o altare dedicato alla SS. Vergine.

Il 23 aprile 1915, fra Leopoldo fece la seguente preghiera: "Gran Madre di Dio, fate santi tutti i figli vostri, i Fratelli delle Scuole Cristiane; hanno preso a cuore la Devozione a Gesù Crocifisso. e se ne servono per indirizzare i figli della pia Unione"

Dopo che udì queste parole: "Io farò in modo che, per questo tesoro, volino al cielo, quando saranno chiamati dal Signore", e sentì soggiungere subito: "Dì a nome mio ai Fratelli delle Scuole Cristiane, che facciano tesoro del tempo; grande ricompensa ne verrà".

Il 10 luglio 1915, fra Leopoldo pregando Gesù Crocifisso, udì quanto segue: "Dico a tutti i Fratelli delle Scuole Cristiane che io ( con la pia Unione ) li ho chiamati a una missione molto alta; perciò si ricordino ogni giorno di tanto bene che si va facendo e nessuno di loro venga meno, né faccia difetto col denigrarla; si ricordino che è opera mia e quelli che non si sentono di aiutarla, si guardino bene dal biasimarla".

Scrive ancora fra Leopoldo il 12 gennaio 1918, durante la recita del santo Rosario, la SS. Vergine mi comandò di segnare questo detto: "Beati saranno i Fratelli delle Scuole cristiane che si interessano della pia Unione del SS. Crocifisso e che coopereranno in favore di essa secondo il cuore di Dio".

Il 23 gennaio 1818, mentre fra Leopoldo era in adorazione al Sacro Costato del Crocifisso, udì queste parole: "La pia Unione l'ho posta nelle mani dei Fratelli delle Scuole cristiane, e fanno le cose bene".

Il 1° febbraio 1918 fra Leopoldo udì queste altre parole da Gesù nel SS. Sacramento: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che io ho posto nelle loro mani una chiave d'oro per aprire le porte del Paradiso".

Il 31 maggio 1919 fra Leopoldo scrisse nel suo diario: "Le pie Unioni del SS. Crocifisso siano tutte affidate ai Fratelli delle Scuole Cristiane".

Il 10 giugno 1919 fra Leopoldo udì queste altre parole da Gesù Crocifisso: "Io faccio molto assegnamento sui Fratelli delle Scuole Cristiane per la pia Unione".

4. Suggerimenti concreti per iniziare l'A.M.I.

Verso il termine di questa lettera occorre individuare quali strade percorrere per riproporre con efficacia, oggi, l'AMI ai ragazzi e ai giovani.

Le mutate condizioni culturali, sociali e psicologiche, sia a livello personale che sociale, non sempre consentono di iniziare il cammino di formazione spirituale con i ragazzi, ricalcando alla lettera la linea seguita e raccomandata da fratel Teodoreto.

Qualora non sia possibile seguire fin dall'inizio le sue orme, possono essere ricercate soluzioni alternative, ma sempre con una animazione religiosa, che possano poi condurre ad imboccare la strada che il nostro Fondatore ci ha indicato.

Così, ad esempio, si può iniziare con un attività caritativa, rivolta ad accogliere, a visitare o ad aiutare ragazzi bisognosi, o a visitare anziani soli, o ammalati, e situazioni analoghe.

Per valorizzare tali opere di carità, l'inserimento dell'Adorazione al Crocifisso risulta perfettamente adeguata, e su ciò si può costruire.

Un'altra opportunità può essere costituita dall'organizzazione di pellegrinaggi, ad esempio in luoghi di culto mariano e di predicazione apostolica.

Tale pellegrinaggi andrebbero preparati con riunioni apposite nel corso delle quali l'Adorazione al Crocifisso potrebbe essere impostata come punto centrale di riferimento.

I giovani vanno inquadrati in una visuale di missione secolare intesa ad "instaurare ogni attività in Cristo", ad imitazione di quanto realizzato da altri santi tra i giovani, come ad esempio, da don Bosco e don Orione.

Tenuti fermi i principi sopra ricordati bisogna individuare strade percorribili, non necessariamente uguali in ogni luogo.

5. Importanza della collaborazione delle famiglie

In Italia avvertiamo la necessità che vi sia vicino ai ragazzi e ai giovani la presenza della famiglia che sostenga o permetta le iniziative loro proposte.

L'abbandono della pratica cristiana da parte di tanti ragazzi dipende in gran parte dalla famiglia che non si occupa o sottovaluta questo fondamentale aspetto della vita dei loro figli.

Questo appare evidente in occasione della partecipazione agli incontri di catechismo in preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana, o per altre iniziative religiose che coinvolgano i giovani in particolari attività.

Dopo avere ricevuto il sacramento in vista del quale hanno frequentato il catechismo, la maggior parte di essi "sparisce" dalla parrocchia e dalla chiesa.

Da qui l'importanza di un avvicinamento e di una sensibilizzazione dei famigliari.

Particolari avvertenze vanno seguite nell'organizzazione dei corsi di adunanze formative.7

6. Generosità nei dedicarci alla missione per i giovani

Queste situazioni, e le perplessità che talvolta si nota tra noi nei riguardi di ogni proposta che richieda una maggiore generosità, denota che, al di là della reciproca cortesia e di una correttezza formale nei rapporti, viene a mancare qualcosa di importante.

Pare che il Signore voglia farci capire che occorra qualcosa di più dai membri e da quanti aspirano ad essere inseriti nell'Unione Catechisti.

Che non ci capiti, forse senza neppure accorgerci, di perseguire obiettivi umani o sentimenti, apparentemente buoni, ma che in fondo in fondo mirano alla ricerca e all'appagamento di noi stessi.

Possiamo correre il rischio di affermare la necessità di essere umili, ma in realtà, dietro questa pseudo-umiltà può insinuarsi il desiderio di primeggiare e di anteporre nel concreto della vita di ogni giorno vasti altri interessi, che ci sviano dal perseguire il vero progetto di Dio.

Occorre dunque che facciamo una verifica seria, alla luce della richiesta di Gesù e delle motivazione per cui Egli ha voluto l'Unione Catechisti e le sue opere, in particolare la Casa di Carità Arti e Mestieri.

Come ho già detto nelle lettere precedenti, Gesù ha voluto l'Unione Catechisti per stabilire con ognuno dei suoi membri una rapporto di intimità che si esprimesse nella pratica e diffusione dell'Adorazione di Lui Crocifisso, e nell'apostolato catechistico e sociale; e volle la Casa di Carità per la salvezza delle anime e per la formazione di nuove generazioni.

Tutto ciò che si scosta da tale volontà divina non può portare buoni frutti.

Occorre ritornare alla semplicità e all'autenticità delle origini, se vogliamo essere sostenuti dallo Spirito Santo.

Ci si scosta dal progetto di Dio con l'inerzia, o seguendo false vie, o involuzioni che ci appesantiscono, e delle quali dobbiamo liberarci per una Unione che sia luce, come una città posta sul monte, agile e trasparente nella sua azione apostolica.

Qualora dette deviazioni non le facessimo cadere noi il Signore stesso potrebbe farlo, perché non riconoscerebbe in esse il suo progetto divino.

Se gli obiettivi divini verranno perseguiti e saranno il principale e unico riferimento per ogni sviluppo dell'Unione, possiamo stare tranquilli che il Signore farà anche dei miracoli, se occorre, per la sua Unione: diversamente avremmo molto da temere, perché Dio non ci accorderebbe la sua protezione e rischieremmo di rimanere soli.

Ma questo non accadrà perché Dio, quando inizia una sua opera, la conduce a termine, anche se segue talvolta vie a noi misteriose.

É il mistero della sua Pasqua e il nostro è il tempo dell'attesa della Risurrezione.

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6 Fr. Saturnino, al quale fratel Teodoreto scrisse questa lettera, vive ancora e risiede nell'istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Catania
7 Così, ad esempio, occorre tenere presente che per i ragazzi più piccoli, gli incontri dell'AMI siano distinti da quelli del catechismo. Perché? Perché il più delle volte accade che, conclusa l'attività del catechismo, essi pensano che anche ogni altro incontro di carattere formativo debba essere interrotto. Se invece parallelamente agli incontri di catechismo si terranno quelli dell'AMI, terminate le adunanze di catechismo, quelli continueranno, nel consueto ritmo, sostenendo i meno zelanti a continuare il rapporto formativo nell'Unione anche dopo le lezioni della dottrina cristiana. Come già detto, anche questa accortezza richiede, almeno per i più piccoli, il sostegno della famiglia