Questi giovani |
Giovanna, nonna di settantacinque anni, sposata con Franco.
Hanno tre figli e cinque nipoti. Vivono in una cittadina vicino a Torino.
Il sabato pomeriggio, fino a poco tempo fa, era il giorno dedicato alla famiglia: figli e nipoti invadevano la casa dei nonni per scambiarsi "quattro chiacchiere", per salutarsi, per consolidare il legame tra genitori, figli, nipoti.
Da qualche mese, Giovanna ha notato che i nipoti vengono a trovarla sempre più raramente e che i figli riescono a trovarle sempre una scusa nuova per giustificare la mancata presenza.
La scorsa settimana sono passati Giulia e Stefano, e nonna Giovanna, nel vederli dopo diverse settimane, ha subito notato com'erano cambiati: Stefano portava un orecchino al sopracciglio, aveva i capelli gialli, con tutte le punte sulla testa ( com'era bello quando aveva i suoi bei ricciolini castani! ); Giulia era truccata molto pesante, aveva una ciocca di capelli blu e portava un paio di jeans strappati.
Ai commenti della nonna, i due cugini hanno risposto: "Ma nonna, è la moda! Adesso si usa così, tu non puoi capire".
Giovanna non ha apprezzato questo cambiamento e non è riuscita a stare zitta.
Dopo aver ripreso i nipoti, ne ha parlato anche con i suoi figli dicendo che non possono continuare a concedere sempre tutto ai propri figli, che "non sta bene" che i figli si presentino così alla gente, per strada, a scuola, e poi… vestiti in quel modo!
Che idea si possono fare gli altri delle loro famiglie?
Prima di andare a dormire, dopo questa giornata che l'ha lasciata pensierosa e un po' preoccupata, si è chiesta se la sua "sfuriata" è servita a qualcosa o se è stata recepita come "l'ennesima predica di chi non capisce niente, perché vive chiusa in casa, senza conoscere il mondo di oggi".
Prima di addormentarsi ha pregato il Signore, perché questo mondo non si dimentichi di chi giovane non lo è più e perché i suoi nipoti possano cambiare al più presto.
"Chi onora il padre espia i peccati; chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi riverisce il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
Chi teme il Signore rispetta il padre e serve come padroni i genitori.
Onora tuo padre a fatti e a parole, perché scenda su di te la sua benedizione.
La benedizione del padre consolida le case dei figli, la maledizione della madre ne scalza le fondamenta ( … ).
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita.
Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati.
Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te; come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
Chi abbandona il padre è un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore". ( Sir 3,3-16 )
- La Parola di Dio ci insegna ad essere testimoni, ad essere modelli per gli altri.
Una vita vissuta cercando di fare del bene, di sacrificarsi per i propri figli e di riuscire a raggiungere qualcosa ( l'acquisto di una casa, lo studio dei figli, una vita dignitosa… ).
La nostra presenza in famiglia può continuare ad essere costruttiva.
Sia però una presenza discreta, attenta al bene di tutti i componenti della famiglia, capace di ascoltare gli altri e di portare "parole buone" e confortanti per tutti, capace di comunicare quei valori che arricchiscono una vita.
- "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te".
Il libro del Siracide ci propone consigli pratici da seguire nella vita di tutti i giorni.
Davvero il nostro comportamento sarà di esempio per figli e nipoti quando sarà necessario; davvero il nostro modo di fare sarà più efficace delle parole.
Chi ha già vissuto buona parte della propria vita, ha bisogno di essere rispettato, sa che può ancora "dare" molto e "dire" molto a chi gli sta vicino, ma questo sarà possibile se, negli anni precedenti, avrà saputo edificare rapporti sereni, costruttivi, positivi, capaci di superare le difficoltà quando queste si sono presentate.
- Figli e nipoti ti vengono a trovare, ti telefonano.
A volte questo avviene in modo regolare ( una, due volte alla settimana ), a volte, soprattutto per quanto riguarda i nipoti, più raramente.
Aspetti che siano loro a cercarti o anche tu cerchi di incontrarli, di sentirli, dimostrando così che vuoi loro bene, che ti interessi di loro?
- Nei confronti dei tuoi figli, dei tuoi nipoti, riesci ad essere una persona che ascolta, che cerca di capire prima di giudicare?
- Sei un genitore-nonno che dà conforto nella difficoltà, che dà consigli senza volerli imporre, che sa gioire dell'entusiasmo di chi è più giovane?
- Si può essere tentati di pensare che "come sono i padri così divengono i figli, come sono i nonni così divengono i nipoti".
È la Bibbia stessa a disilluderci.
Timoteo è nipote della splendida nonna Loide.
Il grande re Davide è padre del sapiente re Salomone e nonno dello sciagurato Geroboamo, che provoca il grande scisma religioso e politico di Israele.
Guardando ai nostri nipoti proviamo ad intravedere le linee di continuità e di discontinuità con la nostra esperienza: il carattere, l'attitudine al lavoro, l'approccio alla fede, la relazione con i genitori…
I decenni che ci separano dai nipoti hanno visto una radicale trasformazione della società: in che cosa è migliorata?
Quali motivi di vanto e di sofferenza riceviamo dai nostri nipoti?
Gesù aveva detto: "Se amate soltanto quelli che vi amano che merito avrete?".
Così la prima comunità cristiana, perseguitata e non capita, ha dovuto fare i conti con altre mentalità ostili.
Quelli che si convertono al Regno di Dio formano una famiglia.
Tra di loro non mancano le tensioni e gli egoismi, ma la legge che regola i loro rapporti è quella della carità.
Chi vuole seguire Gesù sa che deve impegnarsi fermamente per una forma di vita che prevede servizio scambievole, correzione fraterna e perdono.
Gesù ha insegnato anche a saper rispettare la libertà degli altri.
Come ha fatto Dio creandoci.
Avrebbe potuto farci in modo che nessuno di noi commettesse il male.
Ma ci avrebbe fatti delle marionette, non delle persone.
La libertà è uno dei più grandi doni che abbiamo ricevuto da Dio.
E uno dei più difficili da coltivare e far crescere.
Non significa certo dire che il male è bene.
Significa non condannare il peccatore, ma solo il peccato.
Gesù non ha impedito a Giuda di tradirlo, ma gli ha offerto una possibilità di redenzione, che Giuda, poi, ha rifiutato.
Per questo Gesù ha chiesto ai suoi discepoli di saper discernere, cioè diventare capaci di distinguere il bene e il male nelle varie vicende che vengono alla ribalta giorno dopo giorno.
Non ha dato ricette, ma ha indicato le strade maestre: i comandamenti e le beatitudini.
Su questi capisaldi possiamo valutare la realtà.
Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.
( Sal 127 )
Per approfondire meglio il nostro essere anziani e per cercare di capire come metterci in relazione con i giovani, possiamo leggere alcuni passi della lettera che Papa Giovanni Paolo II ha scritto, nel 1999, proprio agli anziani:
Ai miei fratelli e sorelle anziani! Custodi di una memoria collettiva "
9. ( … ) Gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi.
Essi sono custodi della memoria collettiva, e perciò interpreti privilegiati di quell'insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale.
Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria.
Gli anziani, grazie alla loro matura esperienza, sono in grado di proporre ai giovani consigli ed ammaestramenti preziosi.
Gli aspetti di fragile umanità, connessi in maniera più visibile con la vecchiaia, diventano in questa luce un richiamo all'interdipendenza ed alla necessaria solidarietà che legano tra loro le generazioni, perché ogni persona è bisognosa dell'altra e si arricchisce dei doni e dei carismi di tutti".
"Onora il padre e la madre"
"( … ) 12. Lo spirito umano, pur partecipando all'invecchiamento del corpo, rimane in un certo senso sempre giovane, se vive rivolto verso l'eterno, e di questa perenne giovinezza fa più viva esperienza, quando all'interiore testimonianza della buona coscienza, si unisce l'affetto premuroso e grato delle persone care.
L'uomo, allora, come scrive san Gregorio di Nazianzo, "non invecchierà nello spirito: accetterà la dissoluzione come il momento stabilito per la necessaria libertà.
Dolcemente trasmigrerà nell'aldilà dove nessuno è immaturo o vecchio, ma tutti sono perfetti nell'età spirituale".
Tutti conosciamo esempi eloquenti di anziani con una sorprendente giovinezza e vigoria dello spirito.
Per chi li avvicina, essi sono di stimolo con le loro parole e di conforto con l'esempio.
Possa la società valorizzare appieno gli anziani, che in alcune regioni del mondo - penso in particolare all'Africa - sono stimati giustamente come "biblioteche viventi" di saggezza, custodi di un patrimonio inestimabile di testimonianze umane e spirituali.
Se è vero che sul piano fisico hanno in genere bisogno di aiuto, è altrettanto vero che, nella loro età avanzata, possono offrire sostegno ai passi dei giovani che si affacciano all'orizzonte dell'esistenza per saggiarne i percorsi".