L'articolazione della missione giovani ( sintesi ) |
I giovani di oggi costituiscono come un nuovo, grande “aeropago” culturale: una vera e propria «cultura nella cultura», un mondo ben caratterizzato che va interrogato e ascoltato.
Questi giovani ci costringono ad affrontare il tema della complessità, a metterci in sintonia con la società del nostro tempo.
È fondamentale metterci in ascolto della loro vita, vincere la tentazione di descrivere in termini negativi i tratti ambivalenti della loro personalità, mettere in evidenza le loro scoperte e loro sensibilità.
I giovani sono attentissimi a tutto ciò che la nostra società propone, un poco succubi delle situazioni che essa crea, spesso anche passivi nella voglia di cambiare.
Ostentano una sorprendente capacità a vivere il qui e adesso insieme ad una drammatica incapacità di immaginare e credere nel futuro.
Vivono l'attimo presente e cercano, soprattutto, cose concrete; pongono spesso la domanda, più o meno esplicita, di essere ascoltati e compresi, ma non giudicati e indottrinati; accettano di mettersi in discussione ma alle loro regole…
Il disorientamento etico che i giovani vivono non è che lo specchio della società e della mancanza generalizzata di riferimenti valoriali.
Tutto tende a consumarsi ad una velocità impressionante e questo li rende incerti ed impauriti nell’aderire a un progetto continuativo.
I giovani vivono un sentimento profondo di disorientamento; davanti ad una realtà così complessa, differenziata e incerta come la nostra, la soluzione più immediata può essere facilmente individuata nell’agito emotivo-sensoriale: cercare di percepire la felicità nell’immediatezza di esperienze spesso effimere, altre volte dannose.
Sulla fede i giovani sembrano esprimere una certa apertura al desiderio di esperienze significative, una disponibilità però non vincolante, per la difficoltà ad accettare scelte totalizzanti.
Il senso è ricercato nelle forme immediate dell’esperienza; la fede tende ad essere percepita come “fedeltà a sè”, piuttosto che come valore esterno o imposto ( "credo, ma a modo mio" ).
Sembrano cercare forme più naturali o più semplici di religiosità anche se non manca una sete, una ricerca vera di “spiritualità”.
I giovani sono sempre meno o mancano nelle nostre comunità parrocchiali.
Occorre superare schemi preconcetti come quando si considerano i giovani più come un problema, che come una risorsa.
L'attenzione verso di loro è una preziosa opportunità per rinnovare la pastorale parrocchiale e le nostre modalità di annuncio.
I giovani sono attenti al valore della testimonianza e alle risposte che possono trovare alle loro domande di senso.
Nel disorientamento religioso di oggi è essenziale offrire loro percorsi sistematici di accompagnamento alla fede.
Sono attratti dalla storia di Gesù, dai suoi insegnamenti, l’esperienza di Dio esercita ancora il suo fascino ma fanno fatica ad appartenere alla Chiesa: è necessario mettere in discussione ed esaminare anche i linguaggi e i messaggi ecclesiali della comunità.
Nelle comunità parrocchiali mancano spesso figure significative di riferimento per i giovani, modelli di vita cristiana nella condizione giovanile; è raro trovare un vero progetto formativo.
Va ridefinito il senso stesso della testimonianza cristiana: nuovi linguaggi per dire Dio, nuovi stili di celebrazione, nuove coerenze di vita nelle quali, senza nulla rinunciare del patrimonio della tradizione cristiana, si delineino le nuove forme della testimonianza cristiana.
La Missione Giovani potrà aiutare un ritorno impegnativo all’essenzialità della fede, accettando la pazienza dei tempi lunghi.
Sorretti dalla testimonianza della Carità della comunità, a partire dall'amore per i poveri e per gli umili, si potranno promuovere esperienze dove l’altro è messo al centro, dove la sofferenza è presa sul serio: sono agganci importanti per l'annuncio cristiano.
Nella nostra società secolarizzata la trasmissione della fede sembra non incontrare più la quotidianità, fa fatica a diventare stile di vita, mentalità e cultura.
Non si tratta solo di problemi di vivacità ecclesiale o di organizzazione dell’azione pastorale delle chiese che va rinnovata e rilanciata.
Ci sono difficoltà più radicali, presenti nella stessa mentalità dei soggetti a cui si rivolge l’azione pastorale.
È in atto un cambio culturale radicale e profondo come effetto della secolarizzazione: sembra non si avverta l'attesa della salvezza e il bisogno della liberazione dal peccato.
Le categorie centrali del messaggio cristiano rischiano di venire stravolte dalla mentalità corrente.
La Chiesa non deve però temere l'ostilità dei tempi, perché anche oggi lo Spirito la precede e prepara il terreno.
Essa non deve fare altro che chiedere ai suoi figli, ancora e sempre, di "ripartire da Cristo".
I contenuti dell’annuncio cristiano, infatti, non sono astratti o estranei alle attese o alla sensibilità dei giovani; al contrario rispondono "al duplice obiettivo di stimolare le domande profonde di senso e di significato, riconoscendo le aspirazione più autentiche del cuore umano, e di proporre le verità fondamentali della nostra fede, accompagnando i destinatari a fare esperienza personale e comunitaria di Gesù, il nostro Salvatore" ( C.I. p.66 ).