Un'icona biblica: fondiamo sulla Roccia |
Al fine di avere un orientamento sicuro in questo impegno di "costruire insieme" una comunità cristiana più credibile e più luminosa nella sua testimonianza e una società civile che risponda meglio alle esigenze fondamentali delle persone, ascoltiamo un avvertimento pertinente di Gesù:
"Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande" ( Mt 7,24-27 ).
Questo insegnamento è molto chiaro e di facile interpretazione.
La casa, di cui parla Gesù, è la nostra vita, la nostra realizzazione, la nostra salvezza, quella eterna e quella terrena; la casa è anche la famiglia, come pure la comunità cristiana e la stessa società civile e quindi la convivenza degli uomini nel mondo intero.
Come vogliamo costruire? Da persone sagge o da stolti?
È saggio chi nel progettare la vita, in tutti i suoi diversi aspetti, cerca proposte ed aiuto che garantiscano la stabilità dei valori più grandi, soprattutto la gioia del vivere come persona e come cristiano.
Così si costruisce sulla roccia e si superano le tante difficoltà o bufere che si incontrano.
Nessuno di noi si comporti da stolto accontentandosi di costruire la propria vita sulla sabbia con l'illusione di risparmiare fatica e sacrifici, ma col risultato di naufragare dentro a sconfitte e rovine irreparabili.
Ciò che discrimina evangelicamente il saggio dallo stolto è l'ascolto della Parola di Gesù con l'impegno di metterla in pratica.
Senza Gesù si possono tentare tante soluzioni, cercare maestri accomodanti nei confronti di certe nostre pigrizie e voglie di non impegno, ma non si va da nessuna parte.
"Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode" ( Sal 127 ).
L'uomo, infatti, non può realizzare pienamente se stesso senza accogliere, anche solo in modo inconscio, la persona di Cristo e le sue proposte di vita.
Ci ammonisce San Paolo: "Ciascuno stia attento a come costruisce.
Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova che è Gesù Cristo" ( 1 Cor 3,10-11 ).
Il "progetto-uomo", uscito dalla mente di Dio Creatore, si chiama Gesù Cristo.
Egli infatti è l'"uomo" mandato da Dio nel mondo per mostrare agli uomini come deve essere vissuta l'esistenza umana ( Tt 2,12 ).
Quanto più noi ci avviciniamo a Lui e imitiamo il suo stile di vita, tanto più ci realizziamo nella nostra umanità; quanto più, invece, ci allontaniamo dalla sua persona, dal suo esempio e dal suo insegnamento, tanto più distruggiamo la nostra vita e quella degli altri.
"Egli ( Gesù ) è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura…
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui…
Egli è anche il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose" ( Col 1,15-18 ).
L'uomo è stato creato da Dio sul modello del Figlio Gesù Cristo: la vocazione dell'uomo è dunque vivere come ha vissuto Gesù.
Sulla base di un esplicito riferimento a Cristo o anche solo di alcuni valori umani condivisi, che comunque, almeno implicitamente, fanno riferimento al modello di uomo che è Gesù, si potrà sperare di costruire un ambiente sociale, nelle nostre città e nei nostri paesi, più accettabile perché più rispondente alle esigenze fondamentali di un'esistenza autenticamente umana, come ci ricorda il Concilio Vaticano II: "Chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, si fa lui pure più uomo" ( Gaudium et spes 41 ).