È piuttosto chiaro che nel periodo subito dopo il diluvio, Dio stabilì la pena capitale per chi spargeva il sangue di un'altra persona.
Il sangue dell'omicida doveva essere sparso da un'altra persona.
Anche se non è esplicito, si riferisce probabilmente a cui uccide appositamente, non nel caso di un incidente.
Per una spiegazione di questa differenza, vedi il commento su Esodo 20,4.
Vediamo questa distinzione anche nella legge mosaica, dove in Nm 35,30-34 l'omicida colpevole e degno di morte dovrà essere punito con la morte senza possibilità di riscatto, ma in Es 21,29-30 chi per la propria negligenza è la causa della morte di qualcuno ( senza averlo ucciso personalmente ) può essere riscattato.
Il motivo per questa punizione è che l'uomo è stato creato all'immagine di Dio, per cui ammazzare una persona è un attacco contro Dio stesso.
Come tutti i comandamenti di Dio, vale in qualche modo ancora oggi.
La difficoltà è capire in quale modo, perché parlava di una fase diversa della rivelazione divina, in modo particolare prima della venuta di Gesù Cristo.
Per i principi rilevanti, vedi la domanda generale, "Qual è il ruolo della legge dell'Antico Testamento per il Cristiano oggi?".
In questo caso, abbiamo il motivo del comando ( l'uomo come immagine di Dio ) che vale ancora.
Però, la questione di chi deve eseguire la punizione è meno chiara - non sappiamo chi lo faceva al tempo di Noè, anche se il Nuovo Testamento insegna la responsabilità delle autorità per la giustizia ( per esempio Rm 13,4 ).
Non è chiaro neanche quanto sicuri dobbiamo essere per eseguire la pena capitale: se siamo certi al 95% che qualcuno ha ammazzato un'altra persona, che cosa dobbiamo fare?
Quali processi e controlli devono fare le autorità per accertare la verità?
Non sono domande facili.
Per alcuni esempi della pena capitale nella legge mosaica, vedi il commento su Levitico 20,1-27.