Ezechiele |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Visione dei peccati di Gerusalemme |
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1 Al quinto giorno del sesto mese dell'anno sesto, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me |
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2 e vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile all'elettro. |
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3 Stese come una mano e mi afferrò per i capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e mi portò in visioni divine a Gerusalemme, all'ingresso del cortile interno, che guarda a settentrione, dove era collocato l'idolo della gelosia, che provocava la gelosia. |
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4 Ed ecco là era la gloria del Dio d'Israele, simile a quella che avevo visto nella valle. |
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5 Mi disse: « Figlio dell'uomo, alza gli occhi verso settentrione! ». Ed ecco a settentrione della porta dell'altare l'idolo della gelosia, proprio all'ingresso. |
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6 Mi disse: « Figlio dell'uomo, vedi che fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori ». |
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7 Mi condusse allora all'ingresso del cortile e vidi un foro nella parete. | ||||
8 Mi disse: « Figlio dell'uomo, sfonda la parete ». Sfondai la parete, ed ecco apparve una porta. |
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9 Mi disse: « Entra e osserva gli abomini malvagi che commettono costoro ». | ||||
10 Io entrai e vidi ogni sorta di rettili e di animali abominevoli e tutti gli idoli del popolo d'Israele raffigurati intorno alle pareti | ||||
11 e settanta anziani della casa d'Israele, fra i quali Iazanià figlio di Safàn, in piedi, davanti ad essi, ciascuno con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d'incenso. | ||||
12 Mi disse: « Hai visto, figlio dell'uomo, quello che fanno gli anziani del popolo d'Israele nelle tenebre, ciascuno nella stanza recondita del proprio idolo? Vanno dicendo: Il Signore non ci vede … il Signore ha abbandonato il paese … ». |
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13 Poi mi disse: « Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai che si commettono nefandezze peggiori di queste ». |
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14 Mi condusse all'ingresso del portico della casa del Signore che guarda a settentrione e vidi donne sedute che piangevano Tammuz. | ||||
15 Mi disse: « Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai abomini peggiori di questi ». | ||||
16 Mi condusse nell'atrio interno del tempio; ed ecco all'ingresso del tempio, fra il vestibolo e l'altare, circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole. | ||||
17 Mi disse: « Hai visto, figlio dell'uomo? Come se fosse piccola cosa per la casa di Giuda, commettere simili nefandezze in questo luogo, hanno riempito il paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi, che si portano il ramoscello sacro alle narici. |
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18 Ebbene anch'io agirò con furore. Il mio occhio non s'impietosirà; non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò ». |
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Indice |
8,1-18 | Visione del tempio profanato dall'idolatria 8,1 Nell'anno sesto, nel sesto mese: agosto-settembre del 592 |
8,2 | aspetto d'uomo: con i LXX; il TM ha: « di fuoco ». Come in Ez 1,26-28, Jahve stesso appare al profeta. Nel v 4 non è che « la gloria di Jahve » ( cf. ancora Ez 1,28 ) |
8,3 | l'idolo della gelosia: forse la statua di Astarte, divinità cananea della fecondità, che Manasse aveva collocato nel tempio (
2 Re 21,7 ) È definita così perché suscita la gelosia di Dio; rompe, infatti, il rapporto di alleanza fra Dio e il popolo. mi portò in visioni divine a Gerusalemme: esse mostrano al profeta la colpevolezza di Gerusalemme, ma non per peccati passati o in virtù d'una solidarietà giuridica coi peccatori: sono anzi le proprie colpe, quelle presenti, che provocano il castigo imminente ( cf. Ez 14,12+ ). - provocava la gelosia: la gelosia di Jahve, irritato da tutte le pratiche idolatriche |
8,14 | Tammuz: divinità mesopotamica. Il pianto si riferisce alla celebrazione della sua discesa agli inferi, rito collegato ai culti della fecondità e al ciclo della vegetazione. Divinità assiro-babilonese di origine popolare, celebre, sotto il nome semitico di 'Adônî ( « mio signore » ), nella mitologia mediterranea. Ogni anno, nel mese di Tammuz ( giugno-luglio ), in occasione della discesa del dio agli inferi, se ne commemorava la morte |
8,17 | si portano il ramoscello sacro alle narici: gesto idolatrico, non si può definire con certezza il rito a cui il profeta fa riferimento |