Stefano disse che Giacobbe, quando morì, fu portato da Egitto a Sichem, dove fu messo nel sepolcro che Abramo aveva comprato dai figli di Emmor.
Però, Gen 33,18-20; Giosuè 24,32 dicono che Giacobbe aveva comprato quel campo.
Abramo invece comprò una grotta a Macpela per seppellire Sara ( Gen 23 ).
Una possibile soluzione è che il campo fu comprato sia da Abramo sia da Giacobbe.
Quando Abramo entrò in Canaan, il primo luogo in cui si fermò era Sichem, dove Dio gli apparve e Abramo costruì un altare ( Gen 12,6-7 ).
È possibile che Abramo abbia allora comprato il campo, per metterci l'altare.
Però Abramo non rimase a Sichem, e decenni dopo Giacobbe, benché il proprietario legale ( in quanto erede di Abramo), non poteva rivendicare il suo diritto ( forse qualcun altro aveva cominciato ad usare il campo vuoto ), e dovette ricomprare il campo.
Una soluzione simile è che Abramo non comprò il campo all'inizio, ma che Giacobbe lo comprò nel nome di Abramo, che era anche vivo.
Così in un senso il campo fu comprato da Abramo ( come in Atti ) e in un senso da Giacobbe ( come in Genesi e Giosuè ).
Un'alternativa è che Abramo comprò due sepolcri, uno a Macpela ( raccontato in Genesi ) e uno a Sichem ( non raccontato in Genesi, ma in Atti 7,16 ).
Però, non comprò il campo del sepolcro, e anni dopo Giacobbe decise di comprare quel campo.
Infatti, Gen 33,19 non dice che Giacobbe comprò il sepolcro.
Un'altra possibile soluzione è che semplicemente Stefano si era confuso e sbagliò.
Luca però scrisse accuratamente quello che Stefano disse.
Ciò non smentirebbe l'affidabilità della Bibbia, perché la Bibbia è vera nel senso che racconta quello che fu detto, anche se quello che fu detto era falso.
Se invece Luca avesse cambiato il discorso di Stefano, anche quando Stefano sbagliava, non sarebbe stato un racconto veritiero.
Questa soluzione è anche possibile per gli altri brani difficili in Atti 7, ma non è necessaria.