Nelle varie sezioni dell'Unione |
B24-A3
Domenica, 10 giugno, i nostri giovani dell' « Unione » del SS. Crocifisso, nel bel numero di 62, impresero il pellegrinaggio al Santuario di San Pancrazio ( Pianezza ).
Udita la Santa Messa e fatta la SS. Comunione nella divota cappella di N. S. del Sacro Cuore, che si venera nella Parrocchia di S. Tommaso, e ascoltato un fervente discorso del Rev. Padre Curato, si avviarono a Piazza Statuto, e, giunti, sul tram elettrico di Rivoli, alla Stazione Regina Margherita, entrarono nel sacello che in mezzo ai campi ricorda il gran dottore di Santa Chiesa e primo vescovo di Torino, San Massimo.
Quivi erano aspettati dal vice parroco di Grugliasco, il quale, fatta con loro una preghiera, ne disse un breve ma caldo panegirico.
Recitata per via una parte del Santo Rosario ( misteri gaudiosi ) arrivarono al Santuario di San Pancrazio, e entrati nella chiesa affollata di fedeli, vi recitarono l'altra parte del Rosario ( misteri dolorosi ) poi uscirono per ristorarsi col cibo che si erano portato, e, dopo un onesto sollazzo ritornarono dal loro caro Santo, giovinetto anche Lui, del quale udirono, dalla parola efficace del Rev. Padre Superiore dei Passionisti, le eroiche gesta di glorioso martire dei secoli delle persecuzioni.
Seguì la benedizione con la reliquia del Santo e i nostri cari Soci dell'Unione si rimisero in viaggio compiendo i quindici misteri del Santo Rosario ( misteri gloriosi ).
Ritornati alla chiesina di San Massimo, non mancarono di rientrarvi a dirvi un canto e una preghiera per la nostra Città e per l'Archidiocesi, dopo di che, dalla stazione Regina, ritornarono in treno alle loro famiglie, contenti di quella gioia di che i giusti sono giocondi, alla quale hanno diritto solamente i giovani pii e devoti che sanno compiere qualche sacrificio per amore di quel Gesù che dovrebbe presiedere al governo delle nazioni, nonché delle famiglie, e senza del quale nulla di veramente bello e di buono potrà mai essere a questo mondo.
Avevamo espresso nel N. 4 del nostro Bollettino di quest'anno la speranza di pubblicare la Relazione dell'Unione del SS. Crocifisso del Collegio San Giuseppe letta dal Sig. Carlo Baldovino di Rovasenda in questa medesima Festa.
Ora, abbiamo il piacere, di poterlo fare.
Eminenza! Signore, Signori!
Non v'aspettate che la relazione che io farò per la Sezione Collegio San Giuseppe, dell'Unione del SS. Crocifisso, possa essere uguale a quella ciclopica, per cifre e vastità di azioni, che ha fatta testé il Dott. Morando per la Sede principale dell'Unione stessa.
Voi potrete però vedere che fu eguale la fede, che non fu da meno il sacro fuoco di amore, che animò i giovani studenti del Collegio San Giuseppe nell'onorare Gesù Crocifisso e Maria SS. Immacolata.
Non mi nascondo che il voler fare la Relazione di un'opera svolta da giovani è cosa difficile, perché tanti sono i fini verso di cui si volge la gioventù nostra nella sua mirabile e febbrile attività, che molto facilmente si riesce monchi e incompleti.
Spero quindi nella vostra benevolenza, e, per non tediarvi troppo, mi limiterò a parlare solo delle attività principali svolte dall'Unione del nostro Collegio.
Tengo a fare osservare una cosa di grande importanza: su 282 allievi del Corso Tecnico e dell'Istituto Tecnico del nostro Collegio, solo 131 sono iscritti all'Unione; una percentuale quindi del 46,4 %.
Se noi ora pensiamo alla cristiana educazione e alla pietà degli alunni del Collegio San Giuseppe, potremo proprio dire che l'Unione del SS. Crocifisso si è proposta di scegliere tra gli scelti, e che quindi essa funziona con grande serietà, riguardo alla scelta dei suoi elementi.
L'Unione del Collegio San Giuseppe non sviluppò mai una attività collettiva di tutte quante le classi se si vogliono eccettuare tre Adunanze tenute nella nostra Cappella, e in cui sentimmo la parola di un Predicatore.
L'attività si svolse invece tutta quanta in seno alle singole classi, in due principali differenti modi cioè:
1° ) in una reciproca influenza di bene fra i singoli soci nel seno delle nostre Adunanze settimanali;
2° ) in un'azione esteriore di bene svolta collettivamente o singolarmente dai Soci dell'Unione.
E veniamo a trattare del primo punto.
Vediamo ripetute sovente nei Verbali tenuti regolarmente da tutte quante le Unioni frasi come le seguenti: « L'Unione nostra dev'essere un mezzo di santificazione interiore, dev'essere un esercizio di pietà.
Le nostre Adunanze devono avere il valore di intime e spirituali riunioni, in cui ci tempriamo al bene e lottiamo contro il male.
I mezzi adoprati per raggiungere questi nobilissimi scopi sono differenti a seconda delle varie Unioni.
Vediamo ad esempio che nella Unione di una Classe tutto quanto il tempo si trascorre in un vero colloquio spirituale tra il Direttore della Unione e i Soci: in essa i mezzi di santificazione consistono essenzialmente nell'abitudine delle mortificazioni, e nell'uso dell'esame particolare su un soggetto proposto settimanalmente dal Direttore della Unione.
I risultati si segnano ogni giorno su appositi foglietti, che vengono poi distrutti in ogni Adunanza, senza controllo alcuno.
Nell'Unione di altre classi constatiamo invece la distribuzione di foglietti, su cui si segnano settimanalmente gli atti di pietà compiuti tra un'Adunanza e l'altra.
In ogni Adunanza i risultati dei foglietti anonimi vengono sommati.
Mezzi differenti i quali danno però tutti degli ottimi effetti.
Esaminando i totali settimanali possiamo farci un'idea del lavorio spirituale che si compie in seno alle nostre Unioni.
In una Unione di 12 membri possiamo notare dei totali come i seguenti: Messe 68 ( escluse le domenicali ); comunioni 70; mortificazioni 221; elemosine 25; alunni istruiti 60; visite al SS. Sacramento 55.
Totale 499 opere buone settimanali.
Notiamo poi degli aumenti considerevoli sul totale abituale nei mesi della Madonna o del Sacro Cuore di Gesù, nelle settimane in cui cade il 1° Venerdì del mese.
In altre Unioni è poi uso che, per turno, tutti quanti i Soci trattino ai loro compagni un soggetto ascetico o apologetico a scelta.
Sovente da parte di Soci volenterosi si distribuiscono opuscoli o periodici cattolici, e si raccolgono mensilmente delle offerte per la Santa Infanzia.
Verrò ora a trattare del 2° punto d'Azione delle nostre Unioni, cioè dell'azione esterna all'Unione compiuta collettivamente o singolarmente dai Soci.
L'Unione del SS. Crocifisso ha sempre svolto una grande azione di bene in mezzo ai compagni non ancora appartenenti alla Unione, tanto che, frutto di questo buon esempio, sovente nuovi compagni sono accolti nella Unione.
Dai Verbali notiamo poi come sovente dal Direttore, e anche dai Soci, sia partita una voce per intensificare lo studio, e per migliorare la condotta in classe.
L'azione dei Soci delle nostre Unioni si esplica poi ancora fuori delle classi principalmente con l'opera dei Catechismi Parrocchiali.
Centro della nostra azione catechistica è la Parrocchia di San Massimo.
Tutte le domeniche 12 Soci della, nostra Unione, si adunano per fare il Catechismo a una sessantina di ragazzi, che crescono poi a un centinaio durante il tempo quaresimale.
Singolarmente poi i Soci della nostra Unione sviluppano le loro attività in seno a dei circoli giovanili cattolici, nelle Conferenze di San Vincenzo, negli esploratori cattolici, e in altre associazioni cattoliche.
Eminenza! Signore, Signori!
Il lavoro che ho accennato è un lavoro diuturno che i giovani nostri compiono in una idealità altissima di amore verso Gesù Crocifisso.
Mentre il mondo è travagliato dall'odio, essi sentono fatta la bellezza di un amore purissimo verso il purissimo Cristo, a cui fanno omaggio di tutto il loro fervore, di tutto il loro giovanile entusiasmo.
Eminenza! A questi giovani sorridete e a questi giovani date la vostra paterna benedizione, fecondatrice di opere sante.
Togliamo dal Giovane Piemonte: Il santo falò di Tripoli
Da Tripoli riceviamo:
La campagna indetta dal caro « Giovane Piemonte » nell'articolo « Dal mio osservatorio », ha trovato pronti i giovani del fiorente Circolo « Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata », diretto dai Fratelli delle Scuole Cristiane di Tripoli, che già da qualche mese erano intenti a una raccolta scrupolosa di libri, giornali e cartoline immorali, che, purtroppo, abbondano in modo spaventoso nella nostra città, più, forse, che in quelle italiane.
È uno spettacolo veramente doloroso vedere le vetrine dei nostri librai e soprattutto ebrei, rigurgitare di cotesti prodotti di depravati ingegni italiani ed esteri.
È l'unica merce che va a ruba, ed è la causa della rovina della nostra gioventù e dei militari.
I nostri giovani, con grande entusiasmo, si sono lanciati in questo nuovo genere di lotta ed hanno raccolto un centinaio di libri immorali, cartoline, riviste, che hanno servito per dare un diversivo alla festa dell'Immacolata, procurando il gradito spettacolo di un falò, che ebbe luogo domenica 9 dicembre, dopo la Messa e Comunione generale, nel cortile della Scuola, alla presenza di 250 alunni.
Prima d'appiccare il fuoco,il socio Salvatore Scopello, improvvisò il seguente discorsino:
Compagni, « In questo bellissimo giorno, in cui noi giovani cattolici dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, festeggiamo fraternamente, con tutto il cuore, la nostra SS. Protettrice, vadano nelle fiamme divoratrici, questi libri immorali.
Questo faustissimo giorno segni l'inizio di una guerra continua contro cotesti scritti, i quali tentano la rovina dell'anima; guerra dunque, o amici, guerra spietata a queste opere nefande.
Gesù e la SS. Vergine Immacolata, pieni di luce abbagliante, vedranno oggi con gioia, innalzarsi e disperdersi per l'aria il fumo racchiudente le cattive parole di questi libri.
Finalmente siamo riusciti a cominciare una opera, per la gloria del nostro buon Gesù.
Ebbene, amici, senza timore, continuiamo in questa via tracciata; siamo sempre inflessibili contro quei libri che non fanno che parlar contro la morale, degni soltanto del fuoco; mostriamo a tutti che siamo dei giovani cattolici decisi a tutto, che siamo degni degli atleti di Cristo e che in fine nei nostri cuori vibra l'amore sublime verso Gesù e Maria SS. Immacolata ».
Un istante dopo, un fumo denso, seguito da fiamme nerastre, si elevavano al cielo, mentre gli alunni ed i giovani del Circolo, diretti dal direttore della Scuola, Prof. Cav. Albertino Berruti, cantavano in coro l'inno antiblasfemo ed il « Noi vogliam Dio ».
Dopo un'ora non rimaneva che un mucchio di cenere, che portato via dal vento si disperdeva per la città, come dire a tutti, specie ai librai che, finalmente, nuove coscienze s'agitano per la moralità in questa Tripoli, che fu un tempo terra di tanti martiri cristiani.
Evviva i Giovani Cattolici Tripolitani!