I nostri lutti |
B99-A6
Fervente nostra Zelatrice, che alla nobiltà del casato unì un nobilissimo sentire cristiano, manifestato con l'esercizio quotidiano della carità.
Amò con speciale predilezione le opere di Gesù Crocifisso, ch'ebbe il bene di conoscere dallo stesso Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso, O. F. M.
Nell'ultima sua dolorosa malattia, dimostro quanto fosse in Lei radicato lo spirito di fede, attendendo a compiere soltanto e sempre e in tutto la divina volontà.
Si pregò molto per la sua guarigione, ma al par di Lei, i suoi Cari, i Catechisti e tutte le persone da Lei beneficate, piangendo accettarono dalle mani di Dio la prova suprema del Suo temporaneo distacco.
La fiducia cristiana di saperla unita ai nostri Protettori in Cielo è la sola capace di mitigare il nostro cordoglio, mentre continuiamo a mantenere la promessa fattale di ricordarla sempre nelle nostre preghiere, specialmente nella recita della « Divozione a Gesù Crocifisso » a Lei tanto cara.
Alla distinta Famiglia, sempre così vicina ai Catechisti, le più vive condoglianze.
Fra le persone più care che hanno portato il loro contributo alla edificazione dell'Unione Catechisti fu certamente il Can. Prof. Antonio Molinari.
I Catechisti non hanno avuto la fortuna del Clero, di godere delle sue dottissime lezioni di filosofia e teologia, ma lo ebbero direttore spirituale per vari anni e cioè fino alla sua morte.
La sapienza delle sue direttive, la sicurezza dei suoi giudizi, l'equilibrio, la fine intuizione, un cuore grande e delicato rendevano insuperabile la sua direzione.
Ne egli si limitava a guidare i singoli, ma si interessava di tutta l'Opera, incoraggiava, sosteneva, entusiasmava in tutti i modi, con un calore come si trattasse dell'opera sua più cara.
Fu anche invitato a predicare gli Esercizi Spirituali all'Unione ed i Catechisti raccolsero in pochi giorni degli eccezionali insegnamenti, che se anche non fossero stati scritti non si dimenticherebbero mai.
Egli seppe immettere nella nostra famiglia spirituale tutta una corrente di idee che formeranno un patrimonio stabile e se l'origine di tanti fatti potesse essere stabilita con certezza, si vedrebbe quanto grande sia stato il suo apporto alla nostra Congregazione, che in molti suoi atteggiamenti reca tutt'ora la sua impronta.
In una delle ultime visite fattegli dal nostro Presidente, quando già la malattia stava per compire l'opera sua, volle ancora essere informato di tutto e poi, cosa mai fatta per l'innanzi, volle dare la sua benedizione, lunga, affettuosissima: « Benedico - disse - lei, tutti i catechisti, tutta l'Unione e le sue opere, tutti i suoi cari e tutte le sue cose ».
I Catechisti raccolgono questa benedizione come quella di un padre e la custodiscono come pegno di un legame, che neppure la morte ha potuto spezzare e che attraverso a lui li lega al Datore di ogni buon dato e di ogni perfetto dono.