Divulghiamo la legge antiblasfema!

B136-A8

Riceviamo dalla Crociata Nazionale Antiblasfema, Comitato Torinese di Corso Matteotti 11 C, la circolare seguente sulla quale richiamiamo l'attenzione particolare dei nostri lettori, facendo presente che i biglietti ai quali si allude ( come pure cartelli, francobolli, ecc. ) possono essere richiesti e ritirati all'indirizzo riferito sopra:

Ci è gradito notificare ai nostri lettori, la comunicazione trasmessaci dal Presidente del Comitato Centrale Antiblasfemo, con l'invito ai medesimi di cooperare attivamente alla santa battaglia che lo stesso conduce e dirige per la eliminazione di tanto orrendo delitto contro la Divinità.

« Ricordate quando nel maggio 1922 venne lanciato il coraggioso appello alle popolazioni della Penisola « Cooperate tutti a cancellare la bestemmia dalla lingua d'Italia? »

Stabilito che la bestemmia è deturpamento della lingua del SI, i rappresentanti di ogni idea hanno convenuto il blocco e lanciato apposito manifesto che destò nel Paese plausi e consensi.

Ora, siccome la bestemmia è tornata sfacciatamente a diffondersi ovunque, bisogna reagire a fondo facendo anzitutto conoscere la legge che la persegue come reato punibile, legge che il Ministro Scelba ha richiamato recentemente alle Prefetture della Repubblica Italiana che venga rigorosamente applicata.

Occorre affiancale il lodevole richiamo del Ministro degli Interni rivolgendoci direttamente ai cittadini perché diffondano mediante diretta consegna, o a mezzo posta, appositi biglietti da visita illustrati ad ogni bestemmiatore da loro sorpreso.

L'effetto della multa rampogna sull'animo del bestemmiatore colto in flagrante, ottiene generalmente quella resipiscenza che altrimenti sarà vano sperare.

Non potrebbero, per esempio, quei milioni di cattolici inscritti alla pia associazione dell'Apostolato della Preghiera farsi distributori di biglietti ai bestemmiatori individuati?

Alla preghiera aggiungerebbero l'azione. Quale migliore azione cattolica di questa?

Necessita far sapere a tutti gli italiani che in regime di democrazia la legge tutelante il patrio idioma non è una burla.

Quindi guerra alla bestemmia!