Di paese in paese |
B137-A7
Nel Bollettino N. 3-4 del maggio-agosto 1952, era stata data notizia della nostra intenzione di aprire una battuta affinché l'immagine del Cristo, morto per noi sulla Croce, sia diffusa in tutte le famiglie e collocala ai posto d'onore.
Battuta può apparire espressione impropria, in questo caso. Dà l'impressione di caccia e di periodo limitato.
Ma non vogliamo noi forse cacciare da tutte le famiglie l'apatia e l'inimicizia, cioè buio, con la simpatia e l'amicizia, cioè Luce, e Luce di Cristo?
D'altra parte, questa nostra campagna è come un libro che ha molti capitoli.
Ogni capitolo è una battuta, cioè un periodo limitato, poiché non presumiamo certo di iniziare e di compiere l'opera noi.
Dopo di noi, altri verranno ed altri ancora, che faranno meglio di noi e con le stesse intenzioni, fin che il Cristo stesso venga.
Dunque è la prima battuta d'una campagna nostra. Proprio nostra.
Non c'è infatti nessuna iniziativa che sia tanto propriamente nostra quanto questa, intitolandosi il nostro Istituto Secolare, innanzi tutto, a Gesù Crocifisso.
In questa prima battuta dovremo cominciare col chiedere l'attiva e convinta collaborazione di quanti compongono la famiglia dell'Unione: dei Catechisti, s'intende, congregati ed associati, degli Zelatori, degli Ascritti, degl'insegnanti e tecnici della Casa di Carità Arti e Mestieri, dei nostri allievi ed ex allievi, dei nostri sostenitori e benefattori, limitandoci per ora a quelli che condividono il nostro credo; di tutti gli elementi insomma che formano la nostra famiglia diretta.
Queste prese di contatto, intese allo scopo che ci proponiamo, permetteranno nel tempo stesso di tastare il polso, di renderci conto dell'effettiva efficienza delle nostre forze, d'infondere calore anche nelle più disperse e lontane unità della nostra famiglia.
L'immagine del Cristo, crocifisso per amore, non può che accendere amore, associando e facendo associare animi ad animi.
Dietro alla sua immagine, levata in alto, nessun esito strabiliante è impossibile.
Dove ci conduca quest'impresa, non lo sappiamo.
Noi vediamo solo il primo passo. Oltre, è nebbia.
Ma una Voce ci chiama, oltre. Facciamo un atto di fede.
Ad ogni passo, la nebbia si scosterà di altrettanto.
Vedremo a poco a poco.
Come in ogni opera di Dio, compiuta col concorso degli uomini.
Lui solo vede lutto quanto il disegno e tutto quanto il cammino.
L'immagine del Crocifisso che noi leviamo in alto, non è di autore celebre.
È tuttavia degna. Certamente, è desiderabile che l'immagine sia artisticamente perfetta.
Ma non è indispensabile questo elemento, perché l'immagine sia venerata.
Di tutte le figure di Madonna, di statua o di quadro, esposte nel mondo alla venerazione dei fedeli, quante sono artisticamente perfette?
Ne avemmo un'impressione diretta in occasione della « peregrinatio Mariae », in tanti Paesi dei cinque Continenti, per averle viste coi nostri occhi, nell'originale o in riproduzioni fotografiche.
E si può affermare, senza timore di andare errati, che più d'una di quelle figure è meno riuscita, artisticamente, di quella del nostro Crocifisso.
A rendere veneranda un'immagine, non concorre soltanto la perfezione artistica, ma sopra tutto la sua tradizione, la sua storia, i suoi miracoli ( i miracoli cioè che si ottennero pregando dinanzi a quell'immagine ), i santi e le moltitudini che di generazione in generazione l'hanno pregata.
( Ed altre considerazioni potrebbero essere aggiunte ).
Quel che per noi conta è questo: che l'immagine del nostro Crocifisso è quella vista dal nostro caro Fra Leopoldo; è quella che sorge rischiarando i nostri albori; è quella che s'imprime indelebilmente a fuoco nel nostro cuore, per tutta la vita del nostro Istituto; è quella della preghiera alle cinque piaghe divine, non fregio od orpello, ma necessaria, caratteristica, inconfondibile; parte integrante dell'orazione-adorazione a Gesù Crocifisso e sua espressione visibile, nello spunto, nel significato, nella portata, nello scopo.
Immagine mai concepita da alcuno, così, com'è questa. Immagine unica.
È questa, e nessun'altra, che noi dobbiamo inalberare.
L'immagine, di cui abbiamo or ora licenziato la riproduzione alla stampa e che avremo tra poco disponibile in un numero per ora sufficiente di esemplari, eseguita a regola d'arte.
Fu battezzata il Cristo del gran ritorno dall'Ecc.mo Vescovo di Barranquida.
E ci parve battesimo felice.
Non solo perché espressivo del concetto dell'immagine ( Gesù Cristo Crocifisso che richiama tutti gli uomini a ritornare a lui, sollevandosi ed aggrappandosi ai piedi della Croce ), ma anche perché armai generalmente popolare ed associativo del pensiero della Madonna.
Infatti, l'espressione del gran ritorno dell'umanità a Dio fu usata per la prima volta dal popolo di Francia acclamante alla Vergine Santissima, lungo quell'itinerario da Lourdes a Boulogne-sur-Mer, che tu la prima Peregrinatio Mariae ( 1943-45 ).
E convalidata alle porte di Parigi, nell'ottobre del 1945, dall'Em.mo compianto Cardinale Arcivescovo Emanuele Suhard.
L'espressione del gran ritorno associa dunque il pensiero della Madonna a quello del Cristo, mediatore supremo.
La nostra iniziativa non potrà che essere sempre più largamente sentita.
Ne è prova e primo auspicio l'entusiastica adesione concreta, che al solo leggere il nostro primo avviso dell'agosto scorso ci è stata inviata da due Distretti di Fratelli delle Scuole Cristiane: quelli della Columbia e del Brasile: il primo per 1.000 esemplari ed il secondo per 300.
I Fratelli ci sono ancora una volta fratelli.
Ma occorre che ognuno, religioso o no, ci sia fratello in questa impresa.
Tutti fratelli, nel levare alta l'immagine del nostro Crocifisso.
Per il gran ritorno.
Il nomade
In Italia ed in vari Paesi d'Europa i giornali hanno dato a suo tempo notizia della morte di Charles du Mont, avvenuta in Ginevra il 29 dicembre scorso.
Protestante, figlio di pastore, convertito; pittore, scrittore e giornalista, molti furono i suoi meriti.
Ne vorremmo additare all'esempio particolare uno.
Bastò appena che Pio XI, all'inaugurazione della Pinacoteca Vaticana, il 27 ottobre 1932, deplorasse severamente lo scempio che un po' dappertutto si fa dell'arte sacra dai cosidetti artisti moderni, perché subito Charles du Mont deponesse tavolozza e pennelli, rinunciando alla propria vocazione di pittore, per intraprendere dalle colonne de L'Observateur de Genève un'intrepida e vigorosa campagna a tutela e richiamo delle più nobili e sane tradizioni dell'arte sacra.
Tanto poté sul suo animo generoso la parola orientatrice del Papa.
Le richieste della riproduzione dell'immagine il Cristo del gran ritorno debbono essere indirizzate alla Presidenza dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, via Bernardino Galliari 3 Torino, conto corrente postale 2/8395.
I prezzi sono: L. 350 per l'Italia, per esemplare; L. 300 per l'Estero, per esemplare; franco di porto e di imballo.
La riproduzione è eseguita nei colori del quadro originale, nelle dimensioni di 34 x 48 ( vignetta 22 x 38 ).