L'Unione Catechisti nel mondo |
B161-A4
L'anno 1958 segna l'inizio della espansione del nostro Istituto Secolare all'estero, con le prime consacrazioni quasi contemporanee di catechisti nel Perù e nella Spagna e incomincia a realizzarsi, dopo quasi cinquant'anni, quello che scriveva Fra Leopoldo nel lontano 1912, sotto dettatura della SS. Vergine: « L'Ordine che verrà sarà mondiale ».
Il primo germoglio spuntò ad Arequipa, e di là si diramò a Lima, la grande capitale dell'odierno Perù e al Cuzco, l'antica capitale dell'impero Incaico.
Attualmente l'Unione ha quindi tre gruppi di Catechisti in America, stabiliti nei centri più significativi del Perù.
Il merito di questo risultato, spetta al Pr. Ambrosio Leon, sostenuto dalla ferma volontà dell'ex Visitatore Fr. Genasio Maria, e questo merito è tanto più grande, se si considera la lontananza dalla Sede Principale di Torino, con cui l'unico mezzo di comunicazione era la corrispondenza epistolare.
L'ambiente assai diverso da quello europeo, e la novità dell'esperimento.
Esso perciò ha fornito la prova di fatto che in tutte le case dei Fratelli delle Scuole Cristiane, anche le più lontane dall'Europa, può sorgere e prosperare l'Unione Catechisti per iniziativa dei Fratelli stessi senza bisogno che intervengano i catechisti dalla sede di Torino.
Tuttavia i contatti personali si rendono poi indispensabili con la sede Principale e dopo cinque anni di attività, durante i quali i Fratelli peruviani avevano formato non solo dei catechisti associati, ma anche dei catechisti congregati, era opportuna una visita da Torino, e allora il Presidente Generale, accogliendo l'insistente invito del Fr. Visitatore Genasio decise di recarsi nel Perù, insieme all'Assessore Generale, Fr. Gustavo Luigi.
Veduta di Arequipa ( Perù ) sullo sfondo del vulcano « Misti »
Lima • Chiesa del Colegio La Salle
I catechisti peruviani organizzano ogni anno una settimana di convegno, tra la fine di luglio e il principio di agosto, in coincidenza con le feste nazionali del Perù, che durano vari giorni.
In esso si cerca di approfondire la conoscenza dell'Unione e dell'impegno personale e collettivo che si assume entrando a farvi parte, si fa una rassegna dell'attività svolta e si preparano i piani per l'anno futuro.
Non si tratta degli Esercizi Spirituali, che ogni gruppo compie nella propria città, in altro periodo dell'anno, ma di un convegno di studio e di organizzazione, assai efficace per l'unità e il dinamismo dell'opera.
Il Presidente e l'Assessore furono naturalmente invitati a tenere le relazioni durante il convegno e questo perciò costituì la parte centrale della loro visita, che prese occasione da esso e durò quasi un mese, dando loro agio di incontrarsi con i catechisti ed i Fratelli peruviani e di studiare i problemi comuni.
La permanenza dei viaggiatori in America avrebbe potuto essere più breve se la necessità di prenotare parecchi giorni prima i posti sui mezzi di comunicazione, non li avesse costretti a lunghe attese.
Il viaggio di andata effettuato in aereo coi servizi della B.E.A. e con una trasvolata di circa venti ore, ebbe per tappe: Milano, Londra, New York, Kingston, Lima, con arrivo alla destinazione alla mezzanotte del 18 luglio 1963.
La direzione del volo Est-Ovest, inseguendo il sole, aveva allungato quella prima giornata di viaggio di ben sei ore, rendendola interminabile.
L'estate dell'emisfero nord, dopo il passaggio dell'Equatore e l'insopportabile caldo umido della Giamaica, aveva lasciato il posto all'inverno dell'emisfero sud; in poche ore al verde lussureggiante, alla luce intensa ed al caldo estivo, era subentrato lo spogliamente della stagione invernale, e le « vaghe stelle dell'Orsa » avevano ceduto il posto alla Croce del Sud.
Di questo ultimo fenomeno, però, è impossibile rendersi conto a Lima, città senza sole e senza stelle, perpetuamente ricoperta da una spessa nuvola, che la difende dal calore torrido, ma la rende grigia e monotona come una città nordica.
Essa apparve ai viaggiatori che arrivavano dall'aereo, nel cuor della notte, come un immenso mare di luci a terra, sotto un cielo nero.
Lima - I catechisti Rutté, Roca e Iguiniza colloquio con il Dr. Tessitore
Lima - Gruppo di catechisti
Lima deve la sua vita alle correnti: quelle dell'aria calda del mare e dell'aria fredda delle Ande, che si condensano in una nuvola permanente senza di cui sarebbe bruciata dal sole equatoriale; quelle delle correnti marine che trasportano una quantità sterminata di pesci i quali si riproducono durante il viaggio e diventano adulti proprio sulle sue coste, costituendo una delle principali sorgenti della sua ricchezza.
( Oggi c'è una vera rincorsa verso la costruzione di battelli per la pesca delle « anchovetas » che vengono poi smerciate principalmente sotto forma di farina di pesce e forniscono un utile elevato ).
E ci sono poi le correnti degli affari, che fanno di Lima il punto di convergenza di tutta l'economia peruviana, nonché uno dei maggiori porti del Pacifico; e con gli affari le molteplici correnti umane di pensiero e di passioni.
I due viaggiatori erano attesi all'aeroporto, nonostante l'ora tarda, da un folto gruppo di Fratelli e di catechisti, tra cui il Fr. Ambrosio Leon, il Sig. Sorolla, presidente dell'Unione, il catechista Carlos Roca, ecc.: accoglienze calorose, ma brevi, data l'ora e la stanchezza; proseguimento immediato dall'aeroporto al Colegio De La Sall e sistemazione in camera.
La mattina seguente, 19 luglio, messa a Maria Auxiliadora, che è la parrocchia a cui appartiene il Collegio e dove si ritrova il caratteristico ambiente salesiano.
Anche là i figli di D. Bosco sono presenti, con la cura della Parrocchia, una scuola professionale e il relativo internato.
Il rimanente della mattinata fu dedicato all'esame della situazione che si presenta al nostro Istituto Secolare in Lima sulla base della relazione che ne fece il Fr. Ambrosio, esponendo i suoi progetti ed illustrando quanto era già stato compiuto.
Indubbiamente si è già fatta della strada, e i progetti sono arditi.
La Provvidenza non mancherà neanche per l'avvenire, e compirà l'opera che ha iniziata.
Il pomeriggio trascorse quasi completamente presso le agenzie di viaggio per stabilire l'itinerario e la prenotazione del viaggio di ritorno, e dei vari spostamenti all'interno del Perù.
Arequipa - Catechisti e Zelatrici
Un incontro casuale, ma gradito fu quello del Fr. Argimiro Felipe, già Direttore dello Scolasticato di Catalogna e attualmente collaboratore del p. Lombardi nell'opera del Mondo Migliore.
Il Fr. Argimiro era stato conosciuto dal Presidente a Barcelona nel 1953 ed aveva assai appoggiato l'idea dell'Unione in Spagna.
La giornata del 20 luglio si iniziò con la messa delle 6,20 insieme alla comunità dei Fratelli, nella chiesa del Collegio.
Questa, costruita in uno stile moderno ispirato al romanico, dall'architetto italiano Palazzetti, che si dichiara etrusco, è considerata una delle più belle chiese di Lima ed è aperta anche al pubblico, che la domenica durante le varie messe la gremisce completamente, nonostante la sua ampiezza.
Le decorazioni, in ceramica colorata, di notevole interesse, furono eseguite da un artigiano locale, al quale il Presidente e l'Assessore dedicarono molto volentieri una visita, ammirandone il laboratorio ricco di oggetti decorativi svariatissimi, originali e non privi di pregio artistico.
Nella mattinata di sabato 20 luglio ebbe luogo il primo incontro con gli aspiranti catechisti di Lima mentre una lunga fila di grossi autobus li attendeva per riportarli a casa.
Arequipa - Il Visitatore Genasio a colloquio con il Fr. Gustavo
Lima, città estesissima con scarsi servizi pubblici, obbliga le scuole a organizzare un proprio servizio di pullman che ogni giorno fa il giro per prendere i ragazzi alle loro case e riportarli alla fine delle lezioni.
Gli aspiranti catechisti del Collegio De La Salle sono numerosi e diversissimi l'uno dall'altro ed i caratteri somatici delle stirpi più svariate, impresse sui loro volti giovanili, a tutta prima sconcertano.
Però sono tutti ragazzi assai svegli e parecchi interessantissimi.
Per la prima volta il problema della lingua si fece acuto, ma la Provvidenza aveva già preparato una soluzione ottima.
Il Presidente parlò in italiano con molta disinvoltura, animato dalla viva simpatia che gli ispirava l'uditorio, e subito si alzò a tradurre dall'italiano al castigliano, un ragazzo tredicenne di nome Crippa, figlio di un ingegnere italiano emigrato nel Perù, al seguito di un'impresa.
Gli italiani a Lima, come in tutto il Perù, non sono una manovalanza di bassa condizione sociale, ma un ceto di imprenditori, stimati e benestanti.
Nomi di ditte italiane sono frequentissimi, e numerosi sono i professionisti italiani, che tengono alto il nome della patria d'origine, con una competenza ed un attivismo assai apprezzati in un paese che sta facendo un enorme sforzo per organizzarsi sotto ogni aspetto.
Il giovane Crippa, un biondino dai capelli corti, setolosi e dagli occhi chiari, intelligentissimi e vivacissimo, tipo schiettamente lombardo, tradusse immediatamente, con tale completezza da non dimenticare nemmeno un pensiero e con tale precisione da renderne persino le sfumature.
Il Presidente, che non parla lo spagnuolo, ma lo capisce bene, ne era stupito.
Bravo, Crippa, sii sempre il primo in tutto, come hai fatto finora.
Al pomeriggio del 20 luglio si riunì il gruppo dei catechisti, allievi ed effettivi.
Sono tutti associati, per ora, ma entusiasti dell'Unione e ricchi di belle qualità, che fanno sperare un ottimo sviluppo per l'avvenire.
Arequipa - Durante un intervallo
Alcuni sono già anziani, come il Presidente, Josó Sorolla, e i professori Castaneda, Perez, Guardamino Valle, che collaborano con i Fratelli nell'insegnamento; altri sono giovani, per lo più studenti, come Carlos Roca, Javier Iguiniz, Alfredo Dominguez, Herman Saavedra, Nestor Delgado, Carlos Battilana, ecc., che si occupano di una catechesi presso la Scuola di Pedagogia.
L'incontro collettivo del 20 luglio fu seguito da un incontro personale con il Presidente e con l'Assessore, ai quali molti chiesero di parlare in privato, e questa serie di incontri occupò tutta la giornata domenicale del 21 luglio.
La sera, alle 18, il Presidente illustrò la natura e il programma dell'Unione Catechisti alle due comunità dei Fratelli del Colegio La Salle e della Escuela Normal, rispondendo poi alle varie domande di chiarimenti rivolte da gli intervenuti.
Il Direttore del Colegio concluse l'incontro con parole di soddisfazione e di augurio all'indirizzo del nostro Istituto Secolare.
La prima visita a Lima era termina ta e il giorno seguente il Presidente e l'Assessore partirono per Arequipa: messa ore 6 a Maria Auxiliadora e proseguimento per l'aeroporto dove un apparecchio ad eliche della S. A. Faucett attendeva di decollare.
Viaggio di circa due ore e mezzo, disagiato a causa delle vibrazioni e la scarsa possibilità di mirare il pittoresco paesaggio.
Alle 9,45 ecco Arequipa con il Visitatore Genasio Maria e parecchi Fratelli e catechisti ad attendere i viaggiatori all'aeroporto.
Incontro festoso, sotto un cielo non più plumbeo, ma luminoso.
Il nome di Arequipa è di origine Incaica e significa « Stiamo qui », cioè qui si sta bene.
Arequipa - Paesaggio con il Misti
Effettivamente essa è situata in ottima posizione, su di un altipiano leggermente ondulato a metri 2300 s.m. ma a circa 15° di latitudine, con clima temperato e secchissimo.
Il terreno è fertilissimo se irrigato, e l'acqua non manca; basta incanalarla.
L'orizzonte è rallegrato da tre gruppi di montagne, biancheggianti di ghiacciai: il Chachani, il vulcano Misti ed il Picchu-picchu, tutte svettanti oltre i 5000 metri, e da esse scende il fiume Chili ( nome incaico che significa freddo ) il quale attraversa la città.
Il sorgere del sole e soprattutto il tramonto sembrano un enorme incendio rosso all'orizzonte.
Di notte in un cielo limpido e profondo, brilla la caratteristica Croce del sud ed una fetta di luna con le punte non voltate lateralmente, ma all'insu.
Peccato che il terremoto sia piuttosto frequente e, se anche gli indigeni vi hanno fatto l'abitudine, talvolta rende dei cattivi servizi.
Il materiale da costruzione più usato è la lava vulcanica, di facile lavorazione ma poco compatta, che si sgretola sotto l'urto delle vibrazioni, e perciò molti edifici recano i segni delle scosse sismiche.
Naturalmente il paese volle dare un saggio di sé, anche sotto questo aspetto, ai visitatori, che una notte furono svegliati dallo scuotimento di tutta la casa: siccome però nessuno si muoveva, capirono subito che si trattava di una cosa ordinaria e attesero tranquillamente che tutto ritornasse immobile per riprendere il riposo.
La permanenza ad Arequipa si protrasse per una settimana, ospiti dei Fratelli della Residenza Provinciale, dove ha sede il Visitatore e le varie comunità della casa di formazione: postulanti, novizi, studenti del distretto perù-boliviano.
La casa, di costruzione recente e razionale in luogo appartato e tranquillo, è ampia e luminosa, con tre cortili, portici, giardini e campi di gioco, e costituisce un ambiente assai favorevole al lavoro dello spirito.
L'ambiente comunitario è quello di tutte le case di formazione: vivacità e allegria giovanile in un quadro di serietà e di disciplina.
Si respira quel clima di fervore trepido e gioioso a un tempo seriamente impegnato e schiettamente lieto in cui tante giovinezze generose si preparano a fare il dono di sé al Signore ed a compiere quella missione silenziosa, ma tanto grande ed essenziale di educatore - apostolo a cui furono chiamati.
Le miserie materiali, intellettuali e morali senza numero che si estendono attorno a questa casa di formazione ed in tutta l'America meridionale sono come un incessante grido di invocazione, e fanno desiderare più che mai l'aumento di questi preziosi operai evangelici, che preparano le nuove generazioni, addestrandole alla vita cristiana e insegnando loro a risolvere tutti i problemi che le travagliano.
Il 23 luglio il Presidente e l'Assessore, accompagnati dal Visitatore furono ricevuti dall'Arcivescovo di Arequipa, Mons. Leonardo José Rodriguez Ballón, francescano, il quale ha già eretto canonicamente l'Unione Catechisti nella sua Diocesi e rinnovò loro i suoi sentimenti favorevoli e la sua benedizione per tutto l'Istituto.
Dopo l'Arcivescovo visitarono la Cattedrale, che spicca sulla città e ne costituisce una caratteristica e poi la Chiesa dei Gesuiti, assai sinistrata dal terremoto.
Esse furono costruite dagli spagnoli in quel caratteristico stile barocco, carico e pesante, che si incontra in tutto il Perù.
Gli edifici tozzi e massicci con le varie torri e guglie basse che spuntano appena al di sopra, danno l'impressione di volersi piuttosto accovacciare per terra in atto di difesa, che non di slanciarsi vittoriosi verso il cielo ed esprimono assai più la « cittadella di Dio » che non il suo « monte santo ».
Le decorazioni assai curate dappertutto, ma cariche oltremodo esprimono più tenacia e gusto del particolare che non genialità di grandi visioni: l'armonia delle grandi linee semplici qui pare inconcepibile.
Il gusto degli spagnoli di cinque secoli fa stranamente simile a quello degli indigeni Incas e, sotto l'influsso evidente delle circostanze ambientali, diede origine a quello stile che è tanta parte del volto odierno del Perù.
Ma ciò che più impressionò i visitatori in Arequipa, come in tutti i luoghi dove essi passarono, fu la miseria che avvolge le città con le sue barriadas interminabili e penetra ovunque come la polvere delle sue strade da cui non è possibile liberarsi.
Sulle falde del vulcano Misti, su di un pendio polveroso, dove non scorre un filo d'acqua, né si vede un albero o un filo d'erba, vive un formicaio di persone, che la notte si ammucchia in capanne di fango.
Di giorno gli adulti si riversano in città alla ricerca di lavoro ed i ragazzi, con qualche vecchia rimangono tutto il giorno all'aperto, in attesa che i genitori portino a casa qualche cosa alla sera.
Quanti sono? E chi li può contare? Spuntano da tutte le parti, incredibilmente sporchi, vestiti di luridi cenci.
Sono quasi tutti Indios o meticci, dai capelli e dagli occhi nerissimi.
Non sono rumorosi come i nostri ragazzi, ed hanno lo sguardo attonito e triste, caratteristico degli Indios, che sono perpetuamente silenziosi e anche tra loro non si rivolgono una parola in tutto il giorno.
Quali tristi eredità recano sulle loro spalle questi poveri Indios?
E quanto ci vorrà ancora prima che abbiano raggiunto un tenore di vita che possa dirsi almeno umano?
Qualcuno è già arrivato e fa veramente piacere incontrare per la strada delle donne indigene, ben vestite, con i costumi locali ed il loro incedere caratteristico, che rivelano famiglie benestanti, ma sono troppo poche.
Nel pomeriggio del 23/7 il presidente e l'Assessore visitarono la barriada dell'Alto Misti, campo d'azione dei Catechisti e delle Zelatrici di Arequipa.
In tutta la « barriada » c'è un unico e modesto locale in muratura, occupato per turno dalle varie organizzazioni assistenziali, e che serve per la celebrazione della Messa, le confessioni, il catechismo, la scuola, il deposito di viveri, la cucina, ecc.
I catechisti sperano di ottenere dallo Stato la concessione di una vasta superficie di terreno, per costruirvi un villaggetto in muratura ed accogliervi la popolazione senza tetto.
È un desiderio generoso che ci auguriamo di cuore di veder realizzato, anche se le difficoltà sono immense.
L'apostolato catechistico nel Perù è inconcepibile senza opere sociali e lo stato di vita dei catechisti, secolari consacrati, li pone nelle condizioni migliori per affrontare le necessità concrete delle popolazioni peruviane bisognose di istruzione e di soccorsi materiali, di formazione spirituale e di organizzazione economico - sociale.
Ci auguriamo che il nostro Istituto Secolare, la cui missione è così ampia, urgente, indispensabile, possa svilupparsi rapidamente nel Perù, con ritmo e intensità di vita non inferiori a quello delle necessità del paese.
Poco lontano dalle « barrìadas Chapichico » è il Santuario di M. S. di Cayma, lesionato dai terremoti, e meta del pellegrinaggio mariano mensile dei catechisti arequipeni.
Naturalmente non mancarono di recarvisi in visita anche il Presidente e il Fr. Gustavo.
Arequipa - Gruppo di Catechisti
Il soggiorno di Arequipa diede ai visitatori occasione di incontro per la conoscenza e lo scambio di idee con tutti i gruppi della nostra famiglia spirituale e di conversazioni con parecchi membri.
Ecco le principali manifestazioni:
1) Conferenza del Presidente ai novizi e agli studenti della casa di formazione dei Fratelli;
2) adunanza dei catechisti congregati presso la Scuola Normale con la partecipazione del Visitatore Genasio e del Fr. Oscar Pablo;
3) riunione delle Patronesse che sostengono la colonia climatica di Camanà.
Il Fr. Blaste Maria ne fece la presentazione, spiegando che ogni anno l'Unione Catechisti organizza un soggiorno al mare, a Camanà per i ragazzi poveri, bisognosi di cure.
I partecipanti sono circa 400 ogni anno;
4) conferenza ai Fratelli del Colegio La Salle;
5) adunanza dei catechisti associati, presso la Scuola Normale, con vivace discussione sui problemi riguardanti gli associati stessi;
6) adunanza generale dei catechisti alla Scuola di Pedagogia;
7) conferenza del Fr. Gustavo ai Fratelli della città, sulla devozione a Gesù Crocifisso;
8) adunanza degli zelatori e delle zelatrici, che collaborano con i catechisti.
Sono una ventina di persone di ottimo spirito ed assai impegnate nell'apostolato delle barriadas, insieme ai catechisti.
Esse vollero offrire al Presidente « un triduo de Misas, Comunione y Rosarios, con respeto y admiracion, haciende votos por su salud y para que Dios le asista siempre con sus infinitas gracias ».
Riemerse subito l'idea di un Istituto Secolare femminile, avente gli stessi programmi dell'Unione Catechisti.
Esso potrebbe già contare su di un buon numero di adesioni di signorine, che hanno anche un'esperienza di apostolato catechistico.
Questo movimento ha delle manifestazioni anche a Lima e tutto induce a sperare che il ramo femminile dell'Unione possa realizzarsi;
9) adunanza degli allievi catechisti presso la Scuola Normale.
Il 29 luglio, festa di S. Marta, patrona di Arequipa, riunì tutti i gruppi alla Scuola Normale, per la S. Messa ed una funzione para - liturgica, durante la quale un gruppo di nuovi membri fece la consacrazione di allievo catechista e un altro gruppo la consacrazione di catechista effettivo.
A loro volta il presidente locale Villegas rinnovò i suoi voti, gli altri catechisti rinnovarono la loro consacrazione e le zelatrici vollero rinnovare il loro impegno pronunciando una formula uguale a quella dei catechisti associati.
La funzione, assai sentita nella sua semplicità, diffuse un clima di festa e di soddisfazione, in cui terminò il soggiorno del Presidente e del Fratel Gustavo ad Arequipa.
Durante questo soggiorno il Fr. Genasio fu largo di cortesie e di attenzioni e non mancò di far visitare la città, con i suoi monumenti, i suoi dintorni, le sue iniziative religiose.
Arequipa lascerà un ricordo indelebile, ma l'invito che è nel suo nome: « stiamo qui » non poté essere accolto e la sera del 29 luglio si salì sul treno che porta al Cuzco.
Dall'altitudine di m. 2300 la ferrovia sale a quasi 5000 metri per attraversare le catene andine, poi ridiscende.
Il viaggio durò ben 24 ore, e nonostante le attenzioni del Visitatore, che aveva prenotato il posto in prima classe, con cuccette, provocò un doloroso mal di mare a chi non sopportava il forte scuotimento della carrozza unita ai rapidi dislivelli di altezza e al freddo intenso.
A Juliaca, nei pressi del lago Titicaca, che divide il Perù dalla Bolivia, terminò il primo tratto del viaggio, decisamente il più faticoso e la mattina del 30 luglio si scese per attendere la partenza dell'altro convoglio che doveva raggiungere il Cuzco.
Su questa linea le corse dei treni non sono quotidiane, ma solo bisettimanali e non hanno un orario preciso: c'è tutto il tempo per andare a Messa, oppure per cercare in farmacia qualche antidoto contro il vomito e attendere che il male passi.
Alla stazione poi c'è ancora molto tempo per osservare uno spettacolo insolito per le città europee.
Cuzco - panorama
Siamo alla stazione, oppure al mercato? Non c'è nessuna scritta indicante il nome del paese né avvisi per i viaggiatori.
Solo i binari e qualche carrozzone indicano la ferrovia.
In compenso una folla di povera gente offre pelli di guanaco e di vicuna, oggetti di terracotta di stile indigeno, cibarie locali.
Molti vogliono prestare qualche servizio, moltissimi chiedono l'elemosina.
I cenci sporchi e stracciati e gli sguardi tristi di questa gente specialmente dei ragazzi, delle donne e dei bambini, riempiono il cuore di tristezza: come si fa ad aiutare tutti costoro?
Anche a dare soltanto un mezzo « peso » a ciascuno ci vorrebbe altro che la povera borsa di un viaggiatore di passaggio.
Viene in mente l'espressione scoraggiata degli Apostoli presso il lago di Tiberiade: « per dare un boccone a tutti costoro non basterebbero duecento denari di pane ».
Sennonché insieme agli Apostoli là c'era il Maestro che moltiplicava i pani e qui invece c'è solo la nostra miseria …
Finalmente si partì e il treno infilò la valle che conduce a Cuzco.
In un paesaggio sempre di color ocra, nelle sue varie gradazioni ( si era nella stagione invernale ) sfilarono villaggi miserabili, mandre di bovini all'aperto, giorno e notte, nonostante il freddo, che si pascolavano di erbe secche, mandriani ravvolti nel poncho.
In tutte le stazioni è lo stesso spettacolo osservato a Juliaca: stazione e mercato sono inseparabili e costituiscono il punto di gravitazione della vita commerciale.
Verso le 10 di sera si giunse al Cuzco, dove c'era ad attenderà un gruppo di Fratelli e di giovani, che porsero un cordiale benvenuto ai viaggiatori e li accompagnarono al Colegio La Salle, dove doveva aver luogo il convegno dei catechisti.
Il giorno dopo arrivarono da Lima e da Arequipa i partecipanti al convegno guidati dal Fr. Ambrosio e dal Fr. Oscar di Maria: avevano viaggiato in pullman.
Chi non ha visto le strade peruviane fuori dei grandi centri abitati non può comprendere il merito che essi si erano guadagnato.
Non parliamo di asfalto sulle strade, né di fondo pianeggiante.
La macchina solleva un polverone indiavolato, fa schizzar via dei sassi e in molti casi per attraversare i torrenti deve entrare nel greto e poi nell'acqua.
Si spiega con questo, oltre che con il basso costo della nafta, perché i peruviani posseggono dei grossi macchinoni, non meno robusti che sgangherati.
Essi non hanno certo la passione della macchina elegante, tenuta con ogni cura come un orologio e sulla quale non si tollererebbe un graffio né un'ombra.
Rovine di Sacsahuaman
Era giusto che dopo una simile sfacchinata si lasciasse un po' di fiato prima di incominciare i lavori e perciò il 31 luglio fu dedicato ad una visita alle rovine delle costruzioni Incas della città e delle immediate vicinanze.
Cuzco è una stazione turistica di prim'ordine e vi affluiscono di continuo i visitatori.
Capitale dell'impero Incaico all'epoca dell'invasione spagnola, essa dominava quasi tutta l'America Meridionale.
Buona parte delle sue case sono ancor oggi costruzioni incaiche, formate di enormi blocchi di pietra squadrata.
Alcune strade, salvo le sovrastrutture barocche di legno, aggiuntevi dagli spagnoli, sono tal quale erano prima della conquista di Pizzarro.
Il tempio del sole, centro della religione Incas, è intatto, eccetto il rivestimento di oro che copriva tutte le pareti e doveva dare all'interno un incomparabile splendore.
Una sapiente apertura nella facciata a mezzogiorno lascia proiettare i raggi del sole sulla parete di fondo in modo da disegnare la figura antropomorfica del sole e indicare esattamente la data del solstizio.
Attiguo al tempio e incorporato ad esso, dove anticamente vivevano le vergini consacrate al Dio Sole, c'è un convento di clausura di suore domenicane, al culto del sole materiale è subentrato quello di Gesù, luce vera che illumina ogni uomo.
Il Visitatore Fr. Genasio, assai conosciuto in convento, ottenne un colloquio dalla Madre Superiora con il Presidente e il Fr. Gustavo, per raccomandare alle preghiere di quelle buone suore lo sviluppo dell'Unione Catechisti nel Perù.
La Superiora promise che tutto il monastero dedicherà il giorno 2 di ogni mese alle preghiere per lo sviluppo dell'Istituto Secolare dei Catechisti.
Quegli ambienti di pietra danno un senso di freddo e di caverna, anche se dedicati al sole, e suscitano, insieme al desiderio di uscirne presto, un senso di oppressione.
Nel pomeriggio del 31/7 si visitarono le rovine di Sacsahuaman ad oltre 4000 metri, sulle alture che circondano la città di Cuzco.
Si tratta di una serie imponente di terrazze artificiali parallele digradanti lungo un colle e fortificate da enormi muraglie di pietra, con blocchi che talvolta raggiungono l'altezza di sei metri, e locali e rientranze la cui destinazione si può soltanto congetturare.
Sulla sommità un grande edificio, forse adibito a tribunale, o adunanze di capi, contiene una specie di torre circolare, con l'esatta indicazione dei punti cardinali.
È evidente che doveva trattarsi di fortificazioni poste in una posizione strategica determinante, giacché il colle su cui sorgono è un luogo di passaggio obbligato, da una regione all'altra.
Poco distante scaturisce una sorgente d'acqua abbondante e ottima, che fa meraviglia trovare in quella località, così alta e così lontana dai ghiacciai, e che è considerata la migliore acqua del Cuzco.
È chiaro che essa costituiva la vita della capitale incaica e infatti è circondata da accurate costruzioni di pietra e sapientemente incanalata.
Ragioni di difesa e possesso dell'acqua spiegano molto bene la presenza di queste formidabili fortificazioni.
Non mancano naturalmente gli edifici che fanno pensare a luoghi di culto ed è abbastanza certo che vi si fecero dei sacrifici cruenti.
Il sangue delle vittime scorreva dentro scanalature incavate nella pietra e disegnate con un simbolismo ignoto.
Mai una scritta che possa dare la chiave per interpretare ciò che si vede e mettersi in relazione col pensiero di quella gente così legata alla pietra in tutte le sue manifestazioni.
L'ammirazione del visitatore per l'imponenza delle realizzazioni di cui contempla le rovine e che cerca di immaginare allo stato integrale non lo sottrae ad una serie di pensieri tristi.
Donde veniva questo popolo enigmatico e chiuso, la cui anima rimane un mistero; che non conosceva la scrittura, ma possedeva nozioni così esatte di astronomia, che non aveva neppure la nozione della ruota, e quindi non possedeva nessuna macchina e tuttavia sapeva innalzare edifici così solidi e precisi nella loro struttura?
Gli enormi blocchi di pietra, così bene squadrati e incastrati nei loro edifici furono certo lavorati e portati a forza di braccia, abbastanza da lontano.
Come non pensare ad una storia di oppressioni e di sfruttamenti?
Che fosse un popolo duro e crudele appare da diversi indizi, come ad esempio dalle mummie di persone sepolte vive, che si possono visitare nell'apposito museo del Cuzco e che ispirano orrore con la loro espressione disperata.
Ma gli Incas non avevano ancora ricevuto la luce del Vangelo.
Rovine di Sacsahuaman: la torre superiore
Invece il popolo che nel secolo XV giunse dalla Europa innalzava il segno della croce, eppure si dimostrò non meno crudele di lui, privo di ogni rispetto dei diritti naturali e di ogni comprensione dei valori di civiltà e di arte che trovava, solo avido di ricchezza e di dominio, fino agli sfruttamenti più disumani.
Eppure i bianchi erano stati accolti con segni di amicizia dagli indigeni e si sarebbe potuto evitare ogni violenza e stabilire le basi di una società ben diversa dalla presente.
Che pagine tristi nella storia dell'America Latina e che dolorosa eredità lasciarono ai secoli futuri.
Ancora oggi in qualche paese vige la schiavitù della gleba e in tutto il Sud America i contrasti fra immense ricchezze e indescrivibili miserie è stridentissimo, imponendo problemi sociali enormi e ponendo le premesse di paurosi sommovimenti se quei problemi non saranno presto risolti.
Nel Perù la maggioranza della popolazione è costituita dagli Indios e dai Meticci, che sono poverissimi, senza istruzione, mentre il potere politico ed economico è in mano ad una oligarchia di europei.
IlI paese ha grandi risorse ma non dispone di capitali necessari per sfruttarle e non ha una organizzazione efficiente delle energie disponibili.
Grandi sforzi vengono fatti per cementare l'unità nazionale, ma l'evoluzione dei popoli è assai lenta, difficile, seminata di pericoli, e là più che mai i pericoli sono accentuati.
Si aggiunga che, nonostante le vistose manifestazioni religiose di un cristianesimo tradizionale, la religione cristiana è assai poco conosciuta, mista di superstizioni, ed ha permeato assai poco i costumi.
Lo stesso clero locale lascia spesso a desiderare.
I Fratelli delle Scuole Cristiane del Distretto Perù - Boliviano, che comprende tutto il Perù e la Bolivia, cioè una superficie di Kmq 2.350.000 ( sette volte l'Italia ) ed un popolazione di 14 milioni di abitanti, sono appena duecento, con otto scuole nel Perù e quattro nella Bolivia.
Da tutte le indicazioni precedenti, si possono valutare le possibilità di sviluppo dell'Istituto Secolare dei Catechisti nel Perù, l'ambiente in cui vive e lo sterminato campo di lavoro che gli è aperto davanti.
Nessun ambiente più di questo ha bisogno urgente della luce che viene da Cristo, non annunciata in modo astratto, ma concretata in modo genuino ed integrale nella vita pratica.
I Fratelli peruviani hanno dimostrato una profonda intuizione dei bisogni del loro paese dedicandosi alla formazione dei catechisti e la Provvidenza divina ha dato un segno evidente della sua sollecitudine fecondando i loro sforzi.
Incontro con un branco di Ilamas
Certo essi dovranno ancora lavorare molto e saper attendere; ma tutto giustifica la loro fiducia e fa sperare che l'Unione Catechisti si consolidi e si diffonda largamente.
La mattina del 1° agosto i catechisti convenuti al Cuzco iniziarono le loro adunanze.
Il giovane Carlos Roca di Lima riferì sull'attività svolta dai vari gruppi in questo ultimo anno sociale, proponendo alla discussione generale il confronto fra le deliberazioni prese lo scorso anno con le realizzazioni effettuate nel frattempo al fine di trame gli insegnamenti dell'esperienza.
Seguirono poi le conferenze del Presidente Generale e dell'Assessore Generale, che occuparono tutta la settimana.
Essi parlarono in italiano e furono tradotti in spagnolo subito dopo ogni conferenza dal Fr. Oscar de Maria, non solo per facilitarne la comprensione da parte di tutti, ma anche per avviare la discussione generale, oppure la richiesta di chiarimenti ulteriori.
Il Presidente sviluppò i seguenti temi:
Presentazione dei Servi di Dio Fratei Teodoreto e Fra Leopoldo.
Come nacque l'idea dell'Unione e come si sviluppò con singolare intervento di Dio.
Le tappe principali nella storia dell'Unione, con accenno alla gradualità del suo sviluppo fino ad assumere la forma definitiva, le difficoltà incontrate e la particolare assistenza del Signore.
Essa è un Istituto Secolare, cioè uno stato di perfezione, fondato sulla scuola cristiana, di cui rappresenta la opera di perseveranza.
Un moderno imperatore sull'antico trono Inca
Essa vuole preparare la élite del laicato cattolico per l'apostolato dei nostri tempi e perciò richiede dai suoi membri una seria formazione ed una intensa vita spirituale.
Essa comprende una Sezione preparatoria ed una Sezione definitiva.
Quest'ultima rappresenta il vero Istituto Secolare, che a sua volta comprende due classi di membri: i Catechisti Congregati, membri in senso stretto, e i Catechisti Associati, membri in senso lato, ma veri membri.
Accanto ai Catechisti ci sono gli Ascritti e gli Zelatori, che non sono membri, ma semplici aggregati.
L'Unione Catechisti, benché autonoma, è strettamente legata ai Fratelli delle Scuole Cristiane, da cui ha derivato lo spirito e di cui mira ad estendere l'opera nel mondo, portando il loro ideale di vita in tutte le condizioni sociali.
Essa si propone di estendere dovunque la divozione a Gesù Crocifisso ed alla SS. Vergine Immacolata; di diffondere capillarmente la verità e la vita cristiana per mezzo dell'apostolato catechistico, in tutte le sue forme, e la stampa cristiana; di aprire Case di Carità per far imparare ai giovani le arti e i mestieri e dar loro un'educazione umana, cristiana e sociale; di contribuire alla restaurazione della famiglia, alla riabilitazione del povero, all'apostolato d'ambiente, all'azione sociale organizzata, in tutti i suoi settori, per l'avvento di un ordine nuovo.
Questo programma corrisponde molto bene alle conclusioni della Conferenza dell'Episcopato Latino Americano del 1955 ed alle raccomandazioni fatte dai Vescovi in quella circostanza.
La scuola è il regno della verità ed è quindi logico che un Istituto Secolare sorto dalla scuola cristiana e che si propone la catechesi abbia un culto particolare della verità e sia animato anzitutto dalla fede, che è l'adesione sincera e totale dell'uomo alla verità rivelata da Dio.
Questa fede è concretata in una persona, Gesù Crocifisso, e deve dare al catechista una mentalità nuova, un modo di vivere soprannaturale, che sia una testimonianza nel mondo fatta di insegnamento e di esempio.
Le sorgenti da cui il catechista trae l'alimento per la sua vita di fede sono: l'orazione, la S. Scrittura, il Magistero Ecclesiastico e la fedeltà alla verità conosciuta.
L'umiltà scaturisce naturalmente dalla verità, dalla giustizia e dalla carità e perciò dallo stato di perfezione che i catechisti hanno abbracciato.
La divozione a Gesù Crocifisso è una scuola di umiltà, e il ministero del catechista è un ministero umile.
Per fondare l'Unione Iddio ha scelto due suoi servi nei quali l'umiltà era caratteristica, affinché questa virtù fosse caratteristica anche nei membri.
C'è anche una falsa umiltà, ma l'umiltà vera non è piccolezza, né di animo, né di mente.
Ciò è indicato nel titolo stesso, che indica una missione apostolica.
Tutta la vita del catechista dev'essere orientata apostolicamente, anche quando egli prega o attende ai suoi doveri professionali.
Lo zelo deve essere ordinato, cioè illuminato dalla fede e guidato dall'ubbidienza, ed alimentato di continuo dalia vita interiore, cui non deve essere di intralcio, ma di nutrimento.
I catechisti congregati fanno voto perpetuo di povertà, castità e ubbidienza, secondo le loro Regole e Costituzioni.
Essi continuano a vivere nelle loro condizioni sociali.
I catechisti associati sono veri membri dell'Istituto Secolare, benché in senso lato.
Affinché si giustifichi la loro appartenenza ad uno stato di perfezione occorre che essi tendano alla perfezione stessa ad un titolo ulteriore a quello di semplice cristiano.
La Regola dei catechisti associati indica in qual modo essi devono osservare i consigli evangelici.
Gita ai dintorni del Cuzco: un attimo di buon umore
Deve mirare a condurli ad una intensa vita spirituale ed a prepararli all'apostolato specifico a cui sono chiamati.
Ai catechisti congregati è prescritta la frequenza del postulantato e del noviziato, che dura complessivamente tre anni.
Ai catechisti associati è richiesto parimenti un periodo di formazione.
Tutti devono conseguire l'abilitazione all'insegnamento catechistico, almeno di primo grado.
L'Unione è inserita nella Congregazione dei Fratelli perché:
1) ha per fondatore un Fratello che agisce come tale e conduce fino in fondo le conseguenze della sua missione di Fratello;
2) trasporta nella vita dei laici la consacrazione che il Fratello porta nella professione dell'insegnante;
3) è la necessaria continuazione dell'opera del Fratello che, quale Religioso Educatore, è chiamato da Dio a portare frutto e frutto duraturo;
4) vive dello stesso spirito di fede e di zelo e riconosce S. Giovanni Battista De La. Salle quale suo Fondatore.
L'Unione in Perù è nata … adulta.
Non c'è stata una sezione preparatoria che partisse da elementi giovanissimi.
Il suo ideale ha attirato giovani e uomini.
Per garantirne la continuità occorre formare i giovani elementi mediante la sezione preparatoria.
Oltre ad averne vantaggi di maggior reclutamento "e di più chiaro indirizzo, sarà pure ottimo campo di lavoro per gli attuali Catechisti che ne trarranno occasione per approfondire la conoscenza dell'Unione stessa.
Vengono date indicazioni pratiche sul modo di creare e di condurre la sezione preparatoria.
La Devozione a Gesù Crocifisso è la devozione più importante per ogni cristiano impegnato nell'apostolato.
Per i Catechisti è l'anima e la forza della loro azione apostolica.
Essa è proposta da Gesù stesso per mezzo di Fra Leopoldo e di Fratel Teodoreto.
I Fratelli che già l'avevano ricevuta dal loro Santo Fondatore, ne hanno avuto una riconferma nel messaggio dei due Servi di Dio.
Il Catechista deve diffonderla anche attorno a sé oltre che viverla.
A tale scopo si danno alcune indicazioni: diffusione dei foglietti qualitativamente e quantitativamente, giornate del Crocifisso, ore di Adorazione, diffusione del Crocifisso nelle famiglie; Crociata della Sofferenza.
Pochi pensieri vengono aggiunti di commento all'aspetto liturgico, mistico, ecumenico della formula della Devozione.
Ogni relazione venne seguita con evidente interesse integrata da richieste di chiarimenti e da discussioni, cui parteciparono più ampiamente i catechisti del Cuzco e quelli di Lima.
Al termine si formularono le conclusioni pratiche per l'attività del prossimo anno sociale.
L'adunanza conclusiva, nel pomeriggio del 5 agosto, fu onorata dalla presenza dell'Arcivescovo del Cuzco, monsignor Jurgens, vero figlio di S. Alfonso de' Liguori, semplice, cordiale e vibrante di zelo, il quale aveva già ricevuto in particolare udienza il Presidente, il Visitatore e l'Assessore, interessandosi vivamente dell'Unione e manifestando il desiderio che essa si estenda presto nella sua Diocesi, dove la necessità del loro apostolato urge.
In udienza dal Card. Landàzuri: Fr. Ambrosio-Leon, il Dr. Tessitore, il Cardinale, F. Gustavo
L'Arcivescovo concluse i lavori con la Benedizione Eucaristica, impartita da lui stesso, e con l'erezione canonica dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata al Cuzco.
Durante la funzione eucaristica ed alla presenza del SS. Sacramento solennemente esposto fecero la loro consacrazione i primi sette catechisti effettivi del Cuzco: Frady Palomino, Luis Ponce, Juan Tamayo, Washington Cosio, Augusto Palomino, Federico Letona e Alfredo Sabas, che rappresentano il gruppo fondatore del Cuzco.
Sono tutti studenti universitari o impiegati, che già lavorano alacremente nell'apostolato.
Dopo di essi rinnovarono la loro consacrazione gli altri catechisti, venuti da Lima e da Arequipa, e il tutto si svolse in un'atmosfera semplice e suggestiva, con molta pietà e serietà.
Dopo la Benedizione tutti si riunirono nel salone del Collegio per l'inaugurazione ufficiale della nuova sede.
L'Atto di fondazione venne letto pubblicamente e quindi firmato dall'Arcivescovo, dal Presidente Generale, dall'Assessore Generale e da tutti i fratelli ed i catechisti presenti.
Mons. Jurgens pronunciò il discorso di conclusione, esprimendo la sua sincera soddisfazione per la nuova opera che sorgeva nella sua Diocesi.
Egli ne esaltò l'importanza e la necessità così sentita ai nostri giorni ed esortò tutti, specialmente i nuovi catechisti, a perseverare in un ideale così alto ed a mantener viva la fiducia nel Signore di fronte alle difficoltà.
La presenza di un Pastore così affabile e pieno di carità diede a tutte le manifestazioni un carattere di solennità e di intimità che lasciò un soave e duraturo ricordo.
Il convegno annuale era terminato e la successiva permanenza al Cuzco, in attesa di poter ritornare a Lima, venne dedicata al turismo.
Il 6 agosto si visitarono le rovine del Machu-Picchu: viaggio in treno, paesaggio sempre più equatoriale e pittoresco, rarissimi centri abitati, nonostante la evidente fertilità della zona.
Le rovine del Machu-Picchu, scoperte appena una trentina d'anni fa, sono sul cocuzzolo di un monte, circondato di picchi, di montagne altissime e di vertiginosi burroni: un paesaggio superbo, a cui le costruzioni incaiche aggiungono una nuova meraviglia.
Tutto il monte è ridotto a terrazze, una volta certamente coltivate, e le imponenti costruzioni in pietra sono simili a quelle del Cuzco.
Non per nulla il Machu-Picchu è una delle mete più frequentate dai turisti peruani e vi è già sorto accanto un albergo che ha delle pretese, anche se è l'unica costruzione abitata della zona.
La gita occupò tutto il giorno e vi presero parte tutti i convegnisti, con molta soddisfazione.
C'era infatti la possibilità di far contenti tutti i gusti: chi ama l'archeologia, chi la botanica, chi il paesaggio, chi la geografia, e chi la semplice compagnia allegra, ecc.
La mattina del 7 agosto partenza generale, con i pullman che avevano servito per l'arrivo e uguale sfacchinata per il ritorno ad Arequipa ed a Lima.
Il Presidente e l'Assessore, in attesa di posti liberi sull'aereo, rimasero ancora due giorni al Cuzco e ne approfittarono per uno scambio di impressioni con il Visitatore e per ulteriori visite alla città e dintorni: il museo archeologico, il nuovo Seminario della Diocesi, le Chiese di N. S. di Betlemme e di S. Sebastiano e le rovine di una fortificazione incaica.
La mattina del 9 agosto salirono sull'aereo della S. A. Faucett, che in due ore li scodellò a Lima.
Lima: visita al chiostro di S. Domingo
Il tempo era bello e quindi fu possibile ammirare l'indescrivibile spettacolo delle Ande, viste dall'altezza di 10.000 metri e confrontarlo con quello assai diverso delle Alpi: l'America è proprio il paese dei contrasti.
Nel pomeriggio dello stesso giorno visitarono il porto di Callao, che è immenso, con un traffico da stordire; quindi le stazioni balneari dei limesi sulla costa del Pacifico, a quella stagione deserte, con un'enorme quantità di uccelli acquatici che volava e si tuffava senza posa.
Truppe di pellicani affamati, dall'enorme becco vuoto, perché era stagione di secca, affollavano il porto in cerca di cibo, e molti cadevano morti di fame.
Queste voracissime bestie pescano le « anchovetas » e quando la corrente di cui si alimentano, che è intermittente, ristagna, subiscono una forte decimazione.
Qui si capisce bene la leggenda del pellicano, che non avendo trovato cibo per i suoi piccoli, si squarcia il petto e li nutre col suo sangue, e vengono spontanei alla mente i versi di S. Tommaso: « Pie pellicano, Jesu Domine … ».
Nei giorni successivi il Presidente e il Fr. Gustavo, accompagnati dal Fr. Ambrosio Leon, che in tutto il tempo del loro soggiorno fu davvero magnifico, visitarono la città di Lima: la Cattedrale, S. Francesco, S. Domingo, con i ricordi di S. Rosa da Lima e del B. Martin de Porres, il palazzo del governo, i monumenti, ecc.
Essi furono ricevuti in udienza dal Vescovo Ausiliare di Lima e quindi dall'Arcivescovo, cardinale Landàzuri, che si mostrò particolarmente affabile e si interessò molto dell'Unione.
Il 10 agosto parteciparono alla inau' gurazione dell'ufficio catechistico di Lima e il 12 agosto visitarono il Nunzio Apostolico, mons. Carboni, che li volle assolutamente a pranzo con lui e confermò il suo entusiastico appoggio ai catechisti, con i quali era già da tempo in corrispondenza.
La sera del 12 agosto ci furono le adunanze di congedo dai catechisti di Lima e dagli Ex Alunni del Colegio La Salle e la mattina seguente partenza per l'Europa.
L'aereo della Air France decollò alle 11 e fece tappa a Bogotà, dove un gruppo di Fratelli col Visitatore Martin Carlos era ad attendere i viaggiatori; quindi all'isola di Guadalupa, dove salirono dei negri e dei mulatti, che riempirono tutti i posti; poi a Lisbona, dove la fermata brevissima non permise ai viaggiatori di scendere, e finalmente a Orly, l'aeroporto di Parigi.
La trasvolata dell'Oceano Atlantico, con una rotta Ovest-Est ridusse al miniino le ore della notte e consentì di ammirare paesaggi bellissimi.
La fermata di Orly diede occasione a una visita alla casa dei Fratelli di Athis Mons.
Finalmente l'ultimo balzo da Parigi a Torino, riportò a casa il Presidente e l'Assessore tra i catechisti, che erano m attesa e li ricevettero con molte feste.
Il viaggio era terminato ed il primo contatto con i catechisti americani era stato stabilito, lasciando un sentimento vivo di riconoscenza, di fiducia e di simpatia nell'animo dei visitatori.
Riconoscenza al Signore, che ha largheggiato della sua grazia, in modo che sorgessero i gruppi dell'Unione Catechisti nel Perù.
Riconoscenza al Fr. Visitatore Genasio ed al Fr. Ambrosio Leon che ne furono gli artefici e che furono così ricchi di attenzioni verso il Presidente ed il Fr. Gustavo durante il loro soggiorno in Perù, nonché a tutti i loro collaboratori.
Fiducia nell'avvenire, di cui il passato è garanzia, e simpatia vivissima verso questi nuovi fratelli così lontani da noi e nello stesso tempo così vicini spiritualmente e che come noi guardano al Fr. Teodoreto come al loro Fondatore è Maestro.
L'Unione Catechisti ha messo le sue radici nel forte popolo basco.
Un gruppetto di sei giovani, assai accuratamente scelti e preparati, ha fatto la sua consacrazione di allievo catechista nella festa dell'Immacolata, l'8 dicembre 1963, al Colegio San Luis di Herrera San Sebastian.
Da Barcelona si sono recati colà, in rappresentanza del Presidente nazionale, i catechisti Pascual e Jutglar ed è dalla relazione di Pascual che stralciamo i seguenti tratti: « È stato assai consolante constatare l'ambiente di Herrera San Sebastian, dove arrivammo la sera del 7/12.
Il Fr. Ildefonso, Direttore del Collegio San Luigi, si è dedicato alla formazione dell'Unione Catechisti con molta energia.
Questo modo di agire è caratteristico dei baschi, dei quali è esemplare S. Ignazio di Lojola.
Abbiamo preso contatto con i giovani, che uniscono mirabilmente una gran simpatia e una gran serietà, ed hanno una personalità spiccata ».
La consacrazione venne letta davanti al SS. Sacramento solennemente esposto, e durante una funzione para - liturgica, molto bella.
Non è mancata la festicciola successiva, con brindisi e lieta conversazione con i nuovi allievi catechisti, ai quali altri giovani, stimolati dal loro esempio, pensano di aggregarsi presto.
Il Fr. Ildefonso ha in programma di preparare un altro gruppo di consacrazioni per la prossima festa di San Giuseppe e tutto fa sperare che la Unione Catechisti del SS. Crocifisso a San Sebastian abbia a consolidarsi, svilupparsi e manifestare una vita intensa.
Al Fr. Ildefonso ed ai suoi collaboratori va la nostra sincera gratitudine ed ai simpatici giovani da lui preparati il più cordiale benvenuto.
Herrera S. Sebastian: momenti vari della giornata delle Consacrazioni
Il 15 agosto 1963, sotto gli auspici della SS. Vergine Assunta in Cielo, si è iniziata ufficialmente l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di M. I. a Mahamasina Est ( Tananarive ), per iniziativa del Fr. Josippe Achille e con l'autorizzazione scritta del Visitatore, Fr. Simon.
La Divozione a Gesù Crocifisso è stata tradotta in malgascio da un ex giornalista del luogo che, colpito dai sentimenti espressi in questa preghiera, ha incominciato a recitarla ogni giorno ed ha voluto essere uno dei primi ascritti dell'Unione nel Madagascar; attualmente sta traducendo in malgascio la Regola dei Catechisti.
Per coprire le spese di stampa e di propaganda, nonché le spese necessarie al funzionamento dell'Unione ( Ritiri, biblioteca, ecc. ) si fa affidamento sugli spettacoli cinematografici e su quelli di prestidigitazione che sono in programma, in attesa che la Provvidenza apra altre sorgenti di finanziamento.
Sono allo studio i programmi di formazione degli allievi catechisti all'insegnamento religioso, secondo le esigenze locali.
I Padri Gesuiti che dirigono una casa di Esercizi Spirituali hanno accettato molto volentieri di ricevere i giovani per le giornate di ritiro mensile.
Un giovane indigeno di vent'anni ha chiesto di entrare nell'Unione come catechista congregato e attualmente sta compiendo il suo postulantato sotto la guida del Fr. Josippe Achille.
La prudenza e lo spirito soprannaturale con cui si è iniziata in quel lontano paese di missione il nostro Istituto Secolare che può adempiervi un compito particolarmente prezioso per la Chiesa, sono garanzia per il suo consolidamento e sviluppo.
I nostri lettori sono impegnati tutti a concorrere con le loro preghiere allo sviluppo dell'Unione nel Madagascar e negli altri paesi di missione dove essa si sta iniziando.
Presentiamo ai nostri lettori una piccola documentazione fotografica della comunità cristiana dei copti-cattolici di Assiout.
Durante una funzione religiosa ad Assiout
La persecuzione dell'Islam è implacabile e si fa sempre più stringente, con ogni sorta di angherie, riducendo i cristiani alla fame.
Il loro Vescovo, Mons. Alexandros Scandar che ha studiato in Piemonte durante una precedente ondata di persecuzioni e che è stato ripetutamente alla Casa di Carità, si trova in gravi angustie e sarebbe riconoscente a chi volesse aiutarlo a sfamare i suoi diocesani, la cui unica risorsa è un lavoro artigianale di scarso reddito: la fabbricazione di tende e tappeti, difficili a smerciare.
Il Vescovo di Assiout è coadiuvato da un gruppo di catechisti, che hanno adottato la Regola della nostra Unione, e che perciò, fra i tanti fratelli in Cristo che oggi patiscono persecuzione nel mondo, hanno diritto ad una nostra particolare attenzione.
Gruppo di catechisti ad Assiout
Dio voglia che alla fervida preghiera quotidiana possa anche aggiungersi e trovare il modo di giungere la carità operosa e soccorritrice.