I nostri morti

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Fr. Cecilio F. S. C.

nato a Barge il 17-6-1900 morto a Padova il 26-8-1969 sepolto a Torino, nella tomba dei F. S. C.

Sorto da un ceppo robusto e longevo, si pensava che il Fr. Cecilio dovesse durare molto in questo mondo.

Invece egli ha avuto fretta di concludere.

Forse era logorato da un intensissimo lavoro, e più ancora da una tensione spirituale che non rallentò mai.

Certo il suo capolavoro era terminato e il tempo del premio era giunto.

Senza che neanche lo sospettasse egli era stato un punto di riferimento, una delle più valide realizzazioni dell'ideale lasalliano, per cui la sua scomparsa rappresentò allo stesso tempo lo spegnersi di una luce e il suo più fulgido brillare, come avviene, quasi paradossalmente, nel passaggio dei servi di Dio da questo mondo al cielo.

Un sacerdote e religioso assai autorevole che lo conobbe intimamente ci dichiarò con convinzione: non mi meraviglierei che facesse dei miracoli.

La sua sensibilità squisita, la sua affabilità cordiale, la sua umiltà serena, lo rendevano simpatico.

La sua pietà edificante era un continuo richiamo.

Mai che rifiutasse un piacere, nonostante che fosse sempre oberato di lavoro.

La sua attività non fu solo quella del semplice insegnare, ma si esplicò in tutto ciò che lo sviluppo della scuola richiede.

Al Collegio San Giuseppe fondò la scuola serale « Fr. Teodoreto » per aiutare i giovani operai a trovar lavoro ed a migliorare la loro condizione.

All'Istituto Arti e Mestieri, quando ne fu Direttore, rivide e aggiornò i programmi, aprendo l'Istituto Industriale per periti elettrotecnici e costruendo l'apposito edificio in cui sistemarlo, ispirandosi alla Casa di Carità Arti e Mestieri e riprendendo una tradizione dell'Istituto.

Discepolo e ammiratore del Fr. Teodoreto ne divenne l'emulo nelle virtù e quindi successore nella carica di Assessore Generale dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e M.I.

Ma questo non senza esitazioni.

Egli si sentiva impari ad un compito così alto e impegnativo.

Riportiamo qui appresso una lettera del Fr. Teodoreto al Fr. Cecilio che getta molta luce sull'anima di entrambi e sulla loro relazione: Carissimo Fr. Cecilio, ho letto la sua lettera al Car.mo Fr. Assistente e ho concluso dando perfettamente ragione a Lei se considera l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata come opera umana.

Ma Lei ha dovuto vedere che tale opera non è umana, e che alle opere di Dio non sono chiamati ordinariamente per cooperarvi gli uomini di doti naturali.

Il servo di Dio Fra Leopoldo mi ha lasciato uno scritto in cui, eccettuato il nome, ha descritto Lei per succedermi.

Se Lei rifiuta, credo che respinga un cumulo di grazie che Dio Le ha preparato per la sua santificazione.

Col suo sistema rischia di seppellire il talento che Dio le ha affidato, diventando, come lo riconosce, sempre più timoroso, incerto, restio a pronunciarsi.

Non La biasimo d'aver scritto al Car.mo Fr. Assistente, ma quando ha mandato una lettera come quella che ha scritto al suo Superiore, ha il dovere di elevarsi alla vita di fede ed escludere interamente la vita che si regola secondo le tendenze della natura.

Dio non le chiede l'impossibile: procuri di essere dinamico secondo le sue forze; nel consigliare si raccolga un istante, e dica quello che le viene in mente, contando sull'assistenza dello Spirito Santo; se deve parlare parli come se avesse per uditori i propri allievi; nei casi delle discussioni e delle opposizioni si vince sempre con la moderazione; in tutti i casi c'è la grazia di stato annessa all'obbedienza … quindi non persista nel rifiutarsi se il Superiore Le manda I'obbedienza.

aff.mo fr. Teodoreto

Come si vede da questa lettera, neanche per il Fr. Cecilio la virtù fu un pacifico possesso, ma il frutto di uno sforzo talora durissimo.

Il richiamo del Fr. Teodoreto non rimase inefficace.

Alla sua morte il Fr. Cecilio ne raccolse l'eredità, invero assai difficile, e ne continuò l'opera fino al 1960 in cui, essendo nominato direttore dell'Istituto Arti e Mestieri dovette rassegnare l'incarico, ma il suo appoggio all'Unione Catechisti rimase costante e non lasciò passare alcuna occasione per favorirne lo sviluppo.

E certo non mancherà ora di aiutarla dal cielo, dove con Fr. Teodoreto, Fra Leopoldo e tanti altri amici e membri dell'Unione, costituisce un'eletta assemblea di modelli e di intercessori.


I nostri morti

Raccomandiamo alle preghiere di suffragio dei nostri lettori:

Sig. Giovanni Brusa - padre nel nostro catechista congregato Claudio Brusa

Sig. Carlo Cuniberto - padre nel nostro cappellano, D. Mario Cuniberto

S.ra Aquilina Casado - nonna del novizio F. Garcia

Sig. Terzolo Pietro - ex-istruttore della Casa di Carità A. e M.