Crociata della sofferenza |
B255-A9
Andate anche voi nella mia vigna ( Mt 20,4 )
Riflessioni ricavate dalle meditazioni di S.G.B. De La Salle
In questa lettera le riflessioni sul valore salvifico della sofferenza accettata alla luce di Gesù Crocifisso, sono tratte dalle Meditazioni di S. Giovanni Battista De La Salle.
Sono pensieri di commento alla passione di Gesù occasionati dalla liturgia della settimana Santa, e pertanto di attualità - anche se la presente lettera giungerà a destinazione dopo Pasqua - data la stretta connessione, anzi la continuità tra la passione e morte di Cristo e la sua resurrezione.
Gesù risorto è Gesù Crocifisso glorificato.
Questa considerazione ci porta ad una prima conclusione sul legame che la sofferenza, accettata con lo spirito di fede in Gesù, ha con la gioia interiore, cioè con la gioia dei servi di Dio, fondata sull'amore di Dio e sulla comunicazione con Dio, e pertanto su solide basi, tali da non alterarsi per le vicissitudini esterne dei dolori e delle prove della vita.
Come afferma il De La Salle a questo riguardo, e in tal modo iniziamo le sue citazioni, « La vostra gioia sarà salda se riuscirete ad essere allegri anche quando soffrite e dovete sopportare le pene più pesanti; se invece fate consistere la vostra gioia nei piaceri dei sensi, è proprio vero allora che essa è molto superficiale, perché ha la stessa natura del suo oggetto che è fragile ed effimero » ( M. 38,2 ).
Ma dopo questo squarcio iniziale, passiamo alle riflessioni di S.G.B. De La Salle sulla passione.
Questo atteggiamento di completo abbandono al Padre, dispose Gesù ad accettare di soffrire e di morire quando sarebbe piaciuto a Lui.
Difatti si preparò ad accettare le sofferenze e la morte, ormai imminenti, ritirandosi a pregare nell'orto degli Olivi e lì testimoniò a suo Padre che, benché provasse una forte ripugnanza per la morte che prevedeva, disse che non si tenesse conto della sua volontà ma di quella di suo Padre, ( Lc 22,42 ) alla quale si rimetteva interamente, come del resto aveva fatto per tutta la sua vita.
Disse anche, in molti altri punti del Vangelo, che non era disceso dal cielo per fare la sua volontà, ma la volontà di Colui che l'aveva mandato. ( Gv 6,38 )
O amorevole abbandono della volontà umana di Gesù, sottomessa in tutto alla volontà divina, che dimostrò di essere completamente indifferente sia alla vita che alla morte; sia al tempo sia al genere di supplizio che avrebbe dovuto stroncarlo!
Gesù dimostrò di essere disposto ad accettare tutto dalle mani del suo Eterno Padre.
Imitate l'esempio che ci ha dato Gesù; siate suoi discepoli e, come Lui, ubbidite in tutto alla volontà di Dio.
1. Gesù è disceso dal cielo sulla terra per la salvezza di tutti gli uomini; egli sapeva che ci sarebbe riuscito solo a prezzo di grandi sofferenze e con la morte di croce.
E allora dal momento della sua incarnazione, si offrì all'Eterno Padre per soffrire tutto ciò che gli fosse piaciuto, in modo da soddisfare pienamente per i nostri peccati.
Afferma, infatti, San Paolo: « Poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri; per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: tu non hai voluto ne sacrificio ne offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.
Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre ». ( Eb 10,4-7.10 )
2. È l'amore tenero che Gesù ha sempre avuto per i peccatori che non solo lo fece entrare nella disposizione di soffrire e di morire per noi, ma gli fece anche concepire un desiderio immenso di distruggere il peccato.
Sospirando diceva: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso! ( Lc 12,49 )
Al tempo stesso, però, si rendeva conto che questo fuoco dell'Amore di Dio poteva penetrare in noi solo con la distruzione del peccato e che il peccato poteva essere distrutto solo dalle sue sofferenze e dalla sua morte.
Perciò, accennando ad essa, una volta disse: C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! ( Lc 12,50 )
Queste parole rivelano chiaramente quanto grande fosse l'angoscia che provava, per il fatto che la sua morte - che doveva portare tanti vantaggi all'umanità - tardava tanto a venire e rinviava la salvezza degli uomini.
Dovreste provare vergogna, cari Fratelli, pensando che Gesù ha tanto desiderato la vostra salvezza e continua a desiderarla, mentre voi corrispondete così poco a questo ardente desiderio.
3. Ma Gesù non si è solo contentato di nutrire durante la sua vita l'ardente desiderio di morire per noi.
Quando, infatti, si rese conto che il momento della sua morte si avvicinava, manifestò una grande gioia.
Celebrando la sua ultima Pasqua con gli Apostoli, disse loro: Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, ( Lc 22,15 ) perché sapeva che era l'ultimo atto della sua vita mortale e anche l'ultimo pasto che avrebbe fatto con i suoi Apostoli prima di soffrire e di morire per noi e questo gli stava molto a cuore.
Perciò, poco prima di spirare, disse: ho sete, ( Gv 19,28 ) e i santi Padri spiegano che alludeva alla sete ardente che aveva per la nostra salvezza.
Questo fu anche il motivo che dettò le sue ultime parole sulla Croce: « tutto è compiuto », ( Gv 19,30 ) s'era compiuto difatti il suo grande desiderio: soffrire per il nostro riscatto.
Ora tocca a voi completare quello che manca ai patimenti di Cristo, ( Col 1,2 ) e potete farlo partecipando alle sue sofferenze.
Rendetevi dunque degni di una grazia così grande.
1. Nessuno riuscirà a immaginare quanto grandi siano state le sofferenze di Nostro Signore nei giorni della sua Passione.
Egli soffrì in tutto il suo corpo.
La sua anima fu oppressa da una tristezza quasi tangibile ed estrema che egli stesso non riuscì a esprimere, contentandosi di dire ch'era oppresso da una tristezza mortale. ( Mt 26,38 )
Gli effetti di essa furono così gravi che sudò sangue, ( Lc 22,44 ) cadde in una debolezza così grande che l'Eterno Padre inviò un Angelo per fortificarlo, ( Lc 22,43 ) sostenerlo e metterlo in condizione di sopportare fino alla fine i dolori della sua Passione.
Più gravi di quelle fisiche furono le sofferenze morali: fu coperto di obbrobri e di vergogna; fu ingiuriato, maledetto e calunniato; gli fu preferito un sedizioso, omicida e scellerato.
Questo è lo stato in cui i nostri peccati hanno ridotto Colui che merita tutta la stima, tutto l'onore e tutto il rispetto.
2. Altrettanto gravi furono le sofferenze fisiche: fu legato indegnamente dai soldati, ( Gv 18,12 ) fu coronato di spine, ( Mt 27,29 ) che gli furono conficcate con colpi di bastone; gli sputarono in faccia, lo schiaffeggiarono. ( Mc 15,19; Gv 19,3 )
Fu flagellato con tanta spietatezza ( Mt 27,26 ) che il sangue colava da tutte le parti del corpo.
I carnefici gli buttarono poi sulle spalle una pesante croce, ( Gv 19,17 ) gli fecero bere fiele e aceto ( Mt 27,34-48 ) e lo crocifissero in mezzo a due malfattori, ( Mt 27,35-38 ) trafiggendo le sue mani e i suoi piedi con chiodi e il suo fianco con una lancia. ( Gv 19,34 )
Quali delitti aveva mai commesso Gesù per essere trattato così?
Eppure, commenta san Bernardo, la rabbia degli ebrei non era soddisfatta, pur avendogli fatto soffrire ingiustamente tanti dolori.
Si può mai trattare così chi ha fatto di tutto per beneficare l'intera umanità?
3. Gesù soffre da parte di ogni tipo di persone: uno dei suoi Apostoli lo tradisce, ( Mt 26,14-16.48-50 ) un altro lo rinnega ( Mt 26,69-75 ) e tutti gli altri scappano e lo abbandonano ( Mt 26,56 ) nelle mani dei suoi nemici.
I principi dei sacerdoti inviano soldati per impadronirsi di lui, ( Mt 26,47 ) lo trattano oltraggiosamente; ( Mt 26,50 ) la gente si burla di lui, ( Mt 27,39-40 ) un re lo insulta e lo rimanda con disprezzo, considerandolo un pazzo. ( Lc 23,11 )
Il governatore di Giudea lo condanna a morte, ( Lc 23,24-25 ) gli ebrei lo considerano un malfattore ( Lc 23,18-23 ) e chi gli passa davanti lo bestemmia. ( Mt 27,39-43 )
Chi può contemplare un Uomo-Dio ridotto in questo stato senza provare orrore per i peccati e un grande rimorso per quelli già commessi?
Non è possibile, infatti, ignorare che proprio i nostri peccati sono stati la causa di queste enormi sofferenze e della sua morte. Se non smettiamo di peccare vuoi dire che vogliamo che Gesù continui a soffrire.
Sappiamo bene che quanti sono i nostri peccati, tanti sono i tormenti che gli procuriamo.
Noi lo crocifiggiamo ancora ( Eb 6,6 ) dice San Paolo e gli procuriamo un'altra specie di morte ancora più dolorosa e dura della prima.
Il Signore Gesù Crocifisso, per intercessione del Ven. Fr. Teodoreto, avvalori le nostre sofferenze, per le vocazioni sacerdotali, religiose e catechistiche.
Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenza, le seguenti intenzioni:
- le vocazioni all'apostolato tra i giovani lavoratori, tra cui quelli della Casa di Carità Arti e Mestieri;
- la santificazione delle famiglie;
- le vocazione all'Unione catechisti;
- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza: L.M. ( Bollano ); C.C. ( Fiumefreddo ); P.C. ( Mantova ); B.P. ( Aliminusa ) per sé e per i suoi cari; O.T.v.S. ( Vercelli ); P.C.v.B. ( Comiso ) per sé e per i suoi cari; S.M.v.R. ( Catania ); R.L. ( S. Matteo ); P.M. ( Torino ); B.A. ( Licata ) per sé; R.A. ( Minervino ) per la sua famiglia; A.S. ( Bronte ); S.M.v.R. ( Tremestiere Etneo ); Q.G. ( Torino ); D.A.M.G. ( Catania ) per la conversione di un giovane; O.T. ( Vercelli ); M.C. ( Roma ); R.M.E. ( Biancavilla ); B.L. ( Trapani ); R.M.A. ( Favria ); G.R. ( Andora ) per il marito ammalato; M.M.C. ( Acireale ); O.M. ( Ciriè ); F.P./P.M./M.V. ( Catania ); D'A.M.G. ( Catania ) per Vincenza; G.W. ( Vercelli ); P.E. ( Rivoli ); A.R.F. ( Civezzano ); S.L. ( Acireale ); S.M. v.R. ( Catania ); R.P. ( Torino ); P.C.G.P. ( Schio ); B.l. ( Torino ) per Marco; S.M. ( Mantova ); S.lle O.; D.S.S. ( Andria ); C.P. ( Vibo Valentia ); R.F. ( Avigliana ); C.M.v.F. ( Vibo Valentia ); R.A. ( Minervino Murge ); Q.G. ( Torino ); S.G. ( Catania ); Famiglia G. ( Pianezza ); D'A.M.G. ( Catania ) per la sua famiglia e per una giovane; B.A. ( Mantova ); A.O. ( Donnalucata ) per lei e per i suoi cari.
Le anime della signorina Elide Pedroni e del Sig. Giovanni Porporino, già valenti e impegnati collaboratori alla Casa di Carità Arti e Mestieri.
Le anime dei defunti: L.O. ( Acireale ) per i suoi parenti defunti; P. C. ( Mantova ) per i defunti; G. T. ( Vibo Valentia ) in suffragio della mamma; T.P. ( Vibo Valentia ) in suffr. di Francesco e Concetta; G.S. ( Genova ) in suffragio dei parenti defunti; Fam. V. ( Pescara ) in suffragio di Roberto; S.L. ( Milano ) in suffragio di Caterina e Michele; B.A. ( Mantova ) in suffragio della sorella Anna; T.L. ( Vibo Valentia ) in suffragio del fratello Giuseppe; B.A. ( Licata ) per i suoi cari defunti; A.N. ( Gazoldo degli Ippoliti ) in suffr. di Angelo, Lucio, Lina, Giuseppe; E.P. ( S. Pellegrino ) in suffr. dei cari defunti; R.D.v.R. ( Torino ) in suffr. di Roberto Rosso; S.P.C. ( Minervino ) in suffragio; P.L.v.B. ( Roma ) in suffr. di Franco e Teodora; M.F. ( Viareggio ) in suffr. della figlia Marina.