Crociata della sofferenza |
B264-A7
Fratelli e sorelle,
nel 40° anniversario della morte del ven. fr. Teodoreto, riportiamo in questa lettera alcune considerazioni sulla sofferenza tratte dagli scritti del Servo di Dio, e precisamente dai Pensieri sulle Regole e Costituzioni.
La crisi attuale, crisi morale e religiosa, male delle anime, conduce a meglio capire la Redenzione e il mistero della Croce.
È all'origine, al primo peccato che bisogna risalire per trovarne la ragione e la causa prima.
La sofferenza non entrava nel disegno primitivo di Dio, se essa si trova nel mondo è unicamente dal fatto delle creature, essa è la conseguenza inevitabile del disordine che porta con sé la violazione della legge di Dio.
Il peccato portava in sé e meritava la sofferenza.
La portava in sé pel fatto che separava l'uomo da Dio e l'allontanava dalla sorgente di ogni bene, dal suo fine.
La meritava e l'attirava secondo le condizioni poste da Dio e la esigenza della sua giustizia: « La tua pena, la tua morte, la tua perdita viene da te e da te solo, o Israele » ( Os 13,9 ).
La sofferenza segue il peccato come l'ombra segue il corpo, essa ne è il frutto spontaneo e per così dire necessario.
Per santificare tale sofferenza, per renderla redentrice, degna di essere offerta a Dio, era necessario che un Dio soffrisse.
« Non era forse necessario che il Cristo tali cose patisse? » ( Lc 24,26 ).
« Dio ha talmente amato il mondo, che ha dato il FigliuoI suo unigenito » ( Gv 3,16 ).
Lo abbandonò alla morte di Croce, simbolo e compendio di tutti i dolori.
« Osserva e vedi se c'è un dolore simile al mio ».
La croce, simbolo e compendio di ogni amore, Gesù l'ama e la abbraccia con l'amore che porta al Padre e agli uomini che vuoi salvare.
Egli manifesta così la virtù infinita del suo sacrificio e il desiderio ardente del suo Cuore.
« Quando sarò elevato da terra, trarrò tutto a me » ( Gv 12,32 ).
L'anima umana ha per natura e per grazia un senso della giustizia che le dà coscienza delle sue colpe e del castigo che esse meritano, della purificazione che esse richiedono, un bisogno come istintivo di riparazione che fa accettare o cercare la sofferenza come mezzo di soddisfare alla giustizia di Dio, di purificare l'anima, di soddisfare per i suoi debiti, di liberarli.
Con questa purificazione e riparazione l'anima si libera e riacquista la pace, riconosce i diritti di Dio, si rende al suo amore.
La sofferenza non solo ripara e cancella il peccato, rimette l'anima nell'ordine e nel bene, ma essa forma inoltre l'uomo morale, gli da per così dire la sua statura, la sua forza, il suo valore.
Essa sviluppa tutte le sue potenze.
La sofferenza rischiara lo spirito.
Quante cose ignorano e non saranno mai capaci di capire quelli che non hanno sofferto, perché la sofferenza purificando il cuore rende l'occhio più semplice, lo sguardo più penetrante, e anche perché riconduce alla verità:
- verità su sé stesso: si sente la propria piccolezza, la propria indigenza e impotenza; essa da all'anima il vero suo valore e le fa conoscere ciò che le manca;
- verità sulle creature: essa distrugge i castelli in aria e dissipa molte illusioni, rischiara sugli effetti del peccato e sulle sue conseguenze.
« Sappi e vedi che è cosa pessima e amara l'aver abbandonato il tuo Signore e di non esserti dato pensiero di rispettarmi e di temermi » ( Ger 2,19 ).
La sofferenza dà alla vita il suo senso, il suo carattere serio, austero, penitente, cioè il suo carattere vero.
Essa conferma la fede nei destini eterni e ne accresce il desiderio.
Le ore di prova sono ore di grazia, visite del Signore: esse fanno riconoscere Dio.
Il peccato rende la volontà rilassata e debole, la sofferenza pare, certe volte, abbatterla, ma in realtà la prova, la esercita, la provoca.
La sofferenza distrugge, spezza le forze perverse o fittizie della volontà, essa l'afferra, la raddrizza, la rende più vigorosa.
La natura non trova nella sofferenza che contraddizioni e ripugnanze.
Per accettarle, e più ancora, per sottomettervisi e abbandonarvisi, essa deve farsi violenza, vincere sé stessa, trionfare di sé.
Così la sofferenza fortifica e sviluppa la potenza della volontà per il bene e, sotto la Croce umilmente accettata e coraggiosamente portata, l'anima si fa più libera, più valorosa, più agguerrita, più santamente ardente.
Dio compie l'opera sua nella sofferenza: opera d'amore.
È sovente verso il termine di una vita, quando l'anima si è esercitata a lungo nel l'azione, che Dio viene a perfezionare l'opera, a cesellare e finire l'abbozzo e dare con la croce le ultime finiture, le ultime purificazioni sulla terra, ultima preparazione prima di chiamarla dinanzi a Lui.
Se la Croce, cristianamente portata, fortifica e santifica la volontà ed eleva l'anima verso Dio, essa è molto più efficace quando raggiungendo il cuore, lo umilia e lo dona a Dio.
Di fronte alla Croce, lo spirito si sottomette, la volontà si rassegna, il cuore, a sua volta, si tranquillizza e si arrende.
La sofferenza che raggiunge il cuore, lo inclina verso Dio, apre nuove vie all'amore, all'abbandono, alla confidenza, nello stesso tempo portando la carità verso il prossimo alla comprensione delle sue pene e delle sue sofferenze, alla vera bontà, dando a tutte le virtù una nuova forza, una maggior perfezione, quel compimento che l'aver sofferto aggiunge alla virtù.
La profonda nobiltà di certi caratteri, la dignità, la magnanimità, la serenità che si ammira nei santi, non sono altro che l'opera intima della sofferenza e della Croce: « Nulla condensa tanto la vita quanto la sofferenza; nulla accelera quanto essa il lavoro dell'esperienza e nulla arricchisce la nostra natura e le nostre facoltà di accrescimenti più splendidi.
È l'afflizione che fa i santi » ( Padre Faber: « Ai piedi della Croce » ).
L'amore reso ordinariamente a chi è nel dolore, non è semplice compassione, ma è una specie di rispetto istintivo ispirato da colui che è nella prova; egli sembra attualmente toccato dalla stessa mano di Dio.
( Questo condanna l'educazione moderna nella sua attenzione eccessiva ad evitare agli educandi tutto ciò che è pena, dolore, sofferenza: svalutazione della persona umana ).
Ogni virtù, ogni santità religiosa si riduce a seguire Nostro Signore.
« Sequere Me » a seguirlo più da vicino possibile.
« Se qualcuno vuoi seguirmi, rinneghi sé stesso, prenda di per di la sua croce e mi segua » ( Lc 9,23 ).
Gesù Crocifisso è il libro della vita; prendiamolo ogni giorno e meditiamolo, ci insegnerà ogni verità.
La passione di N.S. Gesù Cristo è come l'irradiazione suprema del suo amore, si da a noi completamente.
« Nessuno ha carità più grande che quella di colui che da la vita per i suoi amici » ( Gv 15,13 ).
Si lamenta che l'abbiamo lasciato solo e domanda il nostro amore, « I miei amici e i miei parenti si sono allontanati.
Ho aspettato che qualcuno prendesse parte ai miei dolori e non l'ho trovato » ( Sal 69 ).
È con la Croce generosamente portata che il nostro amore salirà verso Gesù, che noi penetreremo nell'intimo del suo Cuore.
« Chi non ha sofferto per Nostro Signore e con Nostro Signore non può essere sicuro di amarlo » ( Mons. Gay: Dolore cristiano ).
« Il mio vivere è Cristo, e il morire un guadagno » ( Fil 1,21 ).
La sofferenza ha le sue ascensioni come l'amore: sofferenza del corpo, agonia del cuore, desolazione dell'anima.
Quando l'avversità ci prova, essa rischiara l'anima nostra con una luce superiore, ci distacca da questa terra e ci eccita a cercare una dimora più elevata in cielo.
Essa ci toglie ogni desiderio che non abbia per fine Gesù e Gesù Crocifisso, la cui grazia ci attacca in quel tempo alla Croce per farci poi risuscitare con Lui.
« Dò nella carne mia compimento a quello che rimane dei patimenti di Cristo » ( Col 1,24 ): « quello che rimane », cioè la continuazione attraverso i secoli dei patimenti dei membri del suo corpo mistico e specialmente di quelli chiamati a dedicarsi alla sua causa.
« Quest'uomo è uno strumento eletto da me. lo gli farò vedere quanto debba egli patire per il nome mio » ( At 9,16 ).
La vita della Chiesa si appoggia sopra il sacrificio storico di Nostro Signore e sul sacrificio mistico continuato dai suoi membri: messa e martiri.
È per questo doppio sacrificio che le anime sono salvate, conquistate a Dio.
Così la persecuzione favorisce e feconda l'opera divina della Chiesa.
« L'odio di Satana e più ancora l'amor di Dio s'incontrano » ( Mons. Gay ) per fortificare la Chiesa e moltiplicare i santi.
Non c'è dubbio, l'apostolato è necessario e lo sarà fino alla fine, la preghiera è indispensabile e può molto, ma l'uno e l'altra saranno tanto più efficaci quanto più sacrificio vi si aggiungerà.
Il sacrificio, l'olocausto totale e vivo di sé stesso nella sofferenza della croce, unito al sacrificio redentore, tocca il cuore di Dio, attira le sue benedizioni, allontana gli effetti della sua giustizia, attira dal suo Amore grazie abbondanti di misericordia e di salvezza.
Fr. Teodoreto
Il Signore Gesù Crocifisso, per intercessione di Maria Immacolata, avvalori le nostre sofferenze perché l'umanità, in corrispondenza alla sollecitazione del Papa, riconosca il valore inalienabile della vita in ogni fase e stadio dell'esistenza, e tenda risolutamente verso la pace universale, estinguendo i conflitti e i focolai di guerra.
Eleviamo le nostre preghiere ed offriamo le nostre sofferenze per le seguenti intenzioni:
- perché le celebrazioni del 40° anniversario della morte del Ven. fr. Teodoreto portino ad una maggiore conoscenza del suo messaggio, con frutti spirituali per l'Istituto dei Fratelli, per l'Unione Catechisti, per la Casa di Carità, per la Famiglia Lasalliana;
- per le vocazioni catechistiche, sacerdotali e religiose;
- per la difesa, la promozione e la santificazione delle famiglie, nell'Anno Internazionale della Famiglia;
- per i benefattori dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità Arti e Mestieri;
- per le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza e, in particolare, di: G. C. ( Schio ); S. V. ( Ad reale ) per una grazia particolare; P. R. M. ( Inverno Monteleone ); Q. dr. G. ( Torino ); V. R. ( Catania ); A. V. ( Marina di Carrara ); C. G. D. ( Torino ); A. M. T. ( Vibo Valentia ); M. C. ( Torino ) per la sua salute; V. M. ( Torino ) per persone care.
La nostra preghiera si elevi per i defunti dell'Unione Catechisti, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, della Casa di Carità, per i benefattori, con un particolare ricordo per fr. Dante Fossati e per la Sig.na Emilia Mazzurri.
Preghiamo in modo speciale secondo le intenzioni di: A. V. ( Marina di Carrara ) in suffr. di Maria Cleofe e Enrico Parenzo; G. R. ( Andora ) in suffragio dei suoi cari defunti; B. A. ( Mantova ) in suffragio di Augusto; M. C. ( Torino ) in suffr. dei suoi defunti; D. C. F. I. ( Guardiasanframondi ) in suffragio del marito; V. M. ( Torino ) in suffragio del papa Vincenzo, dei parenti e degli amici.