Convegno ecclesiale di Verona

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Gruppo di studio 8 Ambito: lavoro e festa

Sintesi dei lavori

Moderatore: Cristiano Nervegna, segretario del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, Roma

Segretario: Maurizio Ambrosini, professore straordinario di sociologia dei processi economici e del lavoro all'Università degli studi di Milano

17-18 ottobre 2006

1. Considerazioni generali

Una prima linea di articolazione degli interventi può essere vista come confronto tra la dimensione strutturale e quella soggettiva o del vissuto del lavoro.

Sotto il profilo strutturale sono emerse le profonde differenze territoriali che caratterizzano il nostro paese: molti interventi delle Diocesi del Mezzogiorno hanno posto in rilievo i problemi occupazionali, di precarietà economica, di emigrazione, di perdita di fiducia e di speranza tra i giovani.

Anche dal nord sono arrivate denunce della flessibilità del lavoro che diventa precarietà, della chiusura o dello spostamento di aziende verso paesi a basso costo del lavoro, che stanno provocando inediti problemi occupazionali.

Indubbiamente però nelle regioni più prospere è molto avvertito il fenomeno del sovraccarico del lavoro, della sua incombenza sulla vita quotidiana, specialmente quando si tratta di famiglie a doppia carriera, di pendolari, di giovani che non hanno ancora trovato un posto stabile.

Ci spostiamo così verso la dimensione soggettiva.

Emergono allora domande di senso che caratterizzano sia chi il lavoro ce l'ha, sia chi vive una precarietà lavorativa che diventa facilmente anche esistenziale.

La dimensione individuale sta diventando preponderante rispetto alle forme del lavoro industriale del secolo appena terminato, ma genera grande solitudine e ricerca di soluzioni meramente individuali a contraddizioni che, invece, hanno natura strutturale e rispetto alle quali ci si sente impotenti.

Una seconda linea di riflessione ha preso in considerazione la dicotomia tra pronunciamenti pastorali, da un lato, ed esperienza concreta delle persone, dall'altro.

Diversi interventi hanno posto l'accento sul fatto che il lavoro, e con esso la vita quotidiana dei fedeli, entrano poco nella predicazione, nella catechesi, nella pratica pastorale delle comunità parrocchiali.

Temi come la bioetica, l'etica matrimoniale e sessuale, la difesa della vita, occupano uno spazio preponderante nei pronunciamenti degli ultimi anni, rischiando, di fatto, di far passare in secondo piano l'importanza che la dimensione del lavoro ( o della sua mancanza ) ha nell'esperienza di ogni giorno delle famiglie credenti.

È come se la dimensione del lavoro venisse destituita di un significato propriamente cristiano e consegnata alle logiche inarrivabili del mercato.

Si avverte, in questo senso, la mancanza di luoghi di confronto, di accompagnamento e di elaborazione condivisa del senso cristiano del lavoro, per uscire dalla solitudine di molti lavori e lavoratori di oggi e per far emergere dall'invisibilità esperienze, come quelle dei giovani lavoratori e dei lavoratori immigrati, di cui è stata ricordata la crescente importanza.

2. Una riflessione sull'esperienza

Il credente vive, così, la fatica di cercare a livello personale le forme possibili per tradurre il Vangelo in prassi di testimonianza, cosciente della durezza delle logiche economiche in cui il suo lavoro si inserisce, ma anche della possibilità di costruire fermenti di significato, di fraternità, di passione per il bene comune, all'interno del sistema di vincoli in cui il suo lavoro si situa.

A livello organizzativo, è stato rilevato che, in base a un'apposita indagine dell'Ufficio nazionale di pastorale del lavoro, su 182 Diocesi che hanno risposto, solo 15 hanno un direttore della pastorale del lavoro a tempo pieno; 101 direttori dedicano alla pastorale del lavoro un giorno la settimana; solo un terzo ha un budget.

Un elemento positivo è rappresentato, però, dal Progetto Policoro, fiore all'occhiello della Chiesa italiana, in questo ambito, scaturito dal precedente convegno ecclesiale di Palermo.

Il progetto, pur incontrando velocità diverse di realizzazione, ha promosso la formazione di una nuova cultura del lavoro, contro la rassegnazione: 71 Diocesi sono state progressivamente coinvolte nelle otto regioni del sud.

È stata poi rilanciata l'importanza della pastorale d'ambiente: le persone, infatti, non si possono sradicare, bisogna andare lì dove vivono, occorre intercettarle nei loro ambienti quotidiani, incontrarle con le modalità, negli spazi e negli orari in cui sono più disponibili.

Si avverte dunque l'esigenza di una parrocchia più missionaria, che esca dalle mura rassicuranti delle proprie consuetudini, annunciando il Vangelo con un forte ancoraggio alla prassi e alle scelte quotidiane.

Il tema della festa è risultato dagli interventi intimamente legato al senso del lavoro.

Incrinato il primo, appare difficile definire il secondo.

Nasce così il problema di vivere la dimensione della festa quando il lavoro manca, ma anche quando il lavoro è troppo e genera il desiderio di un'evasione fine a se stessa.

La festa non si riduce, dunque, alla frequenza alla messa domenicale, che pure dovrebbe esserne il centro, ma richiede anche incontro, relazione, gioia.

In questo, è stato rilevato, gli immigrati che provengono da contesti culturali in cui la festa ha ancora una forte valenza comunitaria ci spingono a riscoprirne il senso.

Così pure gli ambienti locali, in cui la festa si innesta su tradizioni popolari ancora sentite, riescono tuttora a vivere in maniera condivisa questa fondamentale dimensione della vita umana e rappresentano un segno di speranza per tutta la Chiesa.

3. Un approccio pastorale integrato

In questa logica, le indicazioni propositive scaturite dai lavori del gruppo possono essere organizzate intorno ad alcune parole chiave:

1) Prossimità

I cristiani sono chiamati a essere vicini alle persone che vivono le difficoltà del mondo del lavoro: disoccupati, lavoratori precari, donne e famiglie che vivono il problema di conciliare famiglia e lavoro, immigrati, lavoratori che vedono in pericolo il loro posto …

Qui la dimensione dell'ascolto è fondamentale: sarebbe bello che la Chiesa apparisse come amica e compagna di strada di chi fa fatica, dei « nuovi ultimi », anziché essere percepita come lontana e, a volte, moralista.

2) Testimonianza

I cristiani e la Chiesa non sembrano in grado di risolvere le contraddizioni del sistema economico, di creare lavoro dove non c'è e festa dove se ne sente la mancanza.

Possono, però, svolgere un duplice compito: alzare la voce laddove i diritti delle persone vengono violati, e seminare segni dell'amore di Dio anche nel mondo del lavoro.

In questo campo, esperienze come quella della formazione professionale, della cooperazione che oggi si traduce in economia sociale, sono da valorizzare ed estendere.

3) Missione

Parlare agli uomini e alle donne del lavoro significa rilanciare una pastorale che parli finalmente a tutta la persona, a partire dalle esperienze realizzate, per raggiungere i « lontani ».

Anziché attesa e ripetizione di una pastorale statica e disincarnata, si avverte il bisogno di andare alla ricerca dell'altro, testimoniando con credibilità l'attualità del Vangelo per la vita.

Una proposta concreta, al riguardo, è quella di un concorso per progetti di animazione sociale e del mondo del lavoro, che selezioni e cofinanzi le idee giudicate più meritevoli ( così come già avviene in ambito Caritas ).

4) Formazione

L'evangelizzazione del mondo del lavoro è anzitutto compito dei laici cristiani.

Per questo compito occorrono, quindi, persone competenti, preparate, capaci di realizzare una catechesi delle relazioni.

Servono allora investimenti adeguati per formare e accompagnare questi testimoni del Vangelo nei luoghi del lavoro.

5) Comunione

La fonte della prossimità, della testimonianza e della missione è l'incontro con Cristo che si realizza nella comunità credente, in modo particolare quando si riunisce nel giorno del Signore attorno all'Eucaristia.

La festa è dunque origine della capacità dei cristiani di stare nel mondo del lavoro come fermento evangelico.

Lavoro e festa si richiamano in questo senso, e si illuminano vicendevolmente.

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