Convegno ecclesiale di Verona

Indice

Gruppo di studio 10 Ambito: lavoro e festa

Sintesi dei lavori

Moderatore: Lucia Alessandrini, professore ordinario di geometria all'Università degli studi di Parma

Segretario: Giovanni Gur, Centro studi del Movimento Cristiano Lavoratori, Roma

17-18 ottobre 2006

Considerazioni generali

a) Quello che emerge nel dibattito è la consapevolezza dell'aspetto plurale del tema del lavoro, e la conseguente necessità di dare risposte diverse a esigenze diverse.

Questo non significa una frammentazione dell'intervento della Chiesa, ma una visione realistica dei cambiamenti incorsi nella società.

Per esemplificare:

- lavoro che manca al sud, lavoratori che mancano al nord ( dove peraltro il lavoro mancava alcune generazioni fa );

- lavoro agricolo che potrebbe essere riscoperto, artigianato da valorizzare, lavoro in fabbrica, lavoro senza luogo ( telelavoro ), lavoro domestico;

- lavoro nero, lavoro non assicurato;

- lavoro delle donne;

- lavoro per i giovani, ma anche per gli ex detenuti, per le persone con handicap, per gli adulti che necessitano di riconversione professionale;

- lavoro nelle cooperative sociali, in progetti promossi dalla Chiesa ( es. progetto Policoro ).

Su queste tematiche, si è riscontrata poca sensibilità nei luoghi della pastorale, e una scarsa conoscenza della dottrina sociale della Chiesa.

b) La festa innanzitutto è un bisogno, prima che un dovere, poiché « senza la domenica non possiamo vivere ».

Posto che la festa non è ambito del singolo, ma primariamente della comunità, si può riscoprirla a partire dalla famiglia.

La festa non può essere vissuta come un momento slegato dal lavoro, o come una semplice pausa tra un'occupazione e l'altra, né si esaurisce nella domenica: è stato detto che « festa non è solo quando finisce il lavoro, ma anche quando nasce un bambino, quando si inaugura un'opera, quando si ritrova la comunità; sono anche essi momenti da evangelizzare ».

Una riflessione sull'esperienza

a) Tanti contributi hanno toccato il binomio giovani e lavoro.

Le difficoltà dei giovani senza lavoro, o con un lavoro precario, e quindi impossibilitati a progettare il futuro ( da non sottovalutare l'aspetto previdenziale ), possono essere affrontate diffondendo la cultura del lavoro, in alternativa a quella del posto di lavoro, promuovendo il valore di ogni categoria di lavoro/lavoratori, incoraggiando a rischiare per costruire lavoro e combattere quindi il lavoro nero.

Anche l'educazione al lavoro, la scuola, le scuole professionali, le esperienze lavorative, vanno valorizzate per superare il disorientamento di molti giovani sul tema del lavoro.

b) Su alcuni aspetti del mondo del lavoro si sollecita una maggiore attenzione: all'imprenditoria, piccola e grande, dove è bene sollecitare i cristiani a mettersi al servizio della comunità; al variegato mondo degli immigrati; ai rapporti col mondo finanziario e politico; e infine al contesto nel quale viviamo, segnato dalla globalizzazione.

c) Anche nell'ambito del lavoro, vediamo riaffiorare la questione di fondo, quella antropologica, poiché il mondo chiede alla Chiesa non tanto ricette da applicare alla società, ma la testimonianza del senso e del valore del lavoro per rendere più umana la vita delle persone e l'attenzione amorevole all'uomo nel mondo del lavoro.

Si tratta di affrontare la questione sociale a partire dalla persona, confrontandosi con la vita concreta dei singoli e delle famiglie.

d) E infine, vogliamo porre l'accento sul legame tra speranza, lavoro e festa.

Sono emerse numerose proposte:

- recuperare la dimensione relazionale della festa, anche con l'allestimento di spazi nelle parrocchie che permettano di vivere feste in comunità;

- rendere le celebrazioni domenicali più vive, più accoglienti, adatte anche alle famiglie con bambini piccoli;

- prendere in considerazione, negli orari delle celebrazioni, le esigenze di chi deve lavorare anche nella giornata festiva, e proporre che comunque almeno metà della giornata festiva sia libera;

- tener conto degli spostamenti delle persone ( weekend, vacanze estive, domenica nel centro commerciale ) con una pastorale adeguata;

- valorizzare le tradizioni popolari, rievangelizzare le feste patronali;

- proporre ai cristiani stili sobri nelle feste relative ai sacramenti

Un approccio pastorale integrato

È necessario un nuovo slancio della pastorale su questi temi.

L'azione pastorale non deve essere settoriale ma integrata, per mettere al centro veramente la persona, considerata nella sua interezza.

Si propone di rendere più presenti i temi del lavoro e della festa nelle omelie, nella catechesi a ogni livello ( di parrocchie, movimenti e associazioni ); di valorizzare la Parola di Dio, il magistero e la dottrina sociale della Chiesa, per aiutare i laici a giudicare cristianamente la realtà.

Gli itinerari formativi ed educativi ( oggi troppo disincarnati ) devono comprendere anche le questioni sociali, l'educazione alla legalità, alla dignità di ogni lavoro, e così riaffermare la centralità dell'educazione, che non prescinde dalla testimonianza ne dalle opere.

È stato detto che compito della Chiesa è « annunciare ( la verità sull'uomo ), denunciare ( gli abusi ), accompagnare ( nell'azione ) ».

Si propone ancora di favorire scuole di formazione sociopolitica, di mettere in rete su questi temi movimenti e associazioni, di promuovere incontri con sindacalisti, imprenditori e operatori del settore per far conoscere la dottrina sociale della Chiesa.

Si tratta in fondo di testimoniare il « Vangelo del lavoro e del riposo »!

L'evangelizzazione del mondo del lavoro è compito precipuo dei laici, come anche l'impegno in esso.

Si tratta di ricercare una spiritualità realmente incarnata, che legga i segni dei tempi e i semi di speranza nel mondo del lavoro.

È necessario valorizzare le competenze dei credenti laici, perché diano il loro contributo di testimonianza e rendano viva nella società la dottrina sociale; favorire il costituirsi di gruppi di laici che adottino il metodo del discernimento comunitario ( vedere, valutare, agire ) e che siano anche in grado di formarsi autonomamente, per poi contribuire alla catechesi delle comunità.

Inoltre è importante non lasciar solo chi è impegnato nei vari livelli della vita sociale.

Si suggerisce di promuovere stili di vita coerenti con il Vangelo: sobrietà e condivisione dei beni, investimenti etici, educazione all'uso del denaro, coerenza di vita, astensione dagli acquisti in giorno di festa come disobbedienza civile.

Le politiche del lavoro devono tener conto della famiglia: per esempio, la possibilità di vivere insieme la domenica è spesso impedita dal lavoro di uno o entrambi i coniugi.

Sono quindi da incoraggiare forme buone di flessibilità come il part-time ( per le donne in particolare ), e parimenti valorizzare l'apporto sociale del lavoro domestico.

Anche favorire convenzioni per reinserire chi è espulso precocemente dal mondo del lavoro incide in maniera positiva sulle situazioni di disagio che oggi vivono molte famiglie.

Poiché per i giovani il lavoro è momento privilegiato di scoperta della propria identità, essi devono essere aiutati a scegliere un percorso formativo coerente con le proprie aspirazioni, a conoscere il mondo del lavoro per entrarci in maniera consapevole, mentre vanno sostenuti nella difficile fase di ricerca della prima occupazione.

Si tratta inoltre di promuovere delle opere:

cooperative, ONLUS, collaborazioni fra Diocesi del nord e del sud ( riferimento al progetto Policoro ), reti che favoriscano l'incontro fra domanda e offerta di lavoro;

creare uffici diocesani per aiutare gli immigrati a inserirsi nel mondo del lavoro e porre attenzione alle politiche in loro favore;

valorizzare le esperienze in atto, che sono moltissime e valide, o eventualmente correggerle;

stimolare a creare accordi di riqualificazióne professionale finalizzata alla riassunzione;

sollecitare le imprese a pratiche virtuose, come il codice etico e il bilancio sociale;

promuovere un tutoraggio nel lavoro per i giovani.

Indice