La pastorale dei divorziati risposati |
1. - La Chiesa, fedele al mandato del Signore, custodisce gelosamente e proclama ogni giorno al mondo il Vangelo del Matrimonio cristiano, con il quale gli sposi « significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre fra Cristo e la Chiesa ( cfr. Ef 5,32 ) » ( Lumen gentium, n. 11 ).
L'uomo e la donna che si sposano « nel Signore » ( cfr. 1 Cor 7,39 ) sono chiamati a vivere ad un titolo nuovo e speciale il loro amore con quelle caratteristiche di unità e indissolubilità di cui è segnato ogni patto coniugale: il matrimonio, infatti, unisce gli sposi per tutta la vita con un vincolo che il sacramento rende sacro ( cfr. Gaudium et spes, n. 48 ).
2. - Il sacramento del Matrimonio inserisce i battezzati nell'alleanza d'amore di Gesù Cristo, sposo unico e fedele della Chiesa, e li rende partecipi dell'indivisibile unità che è propria del mistero cristiano: « Il vincolo che unisce l'uomo e la donna e li fa "una sola carne" ( cfr. Gen 2,24 ) diventa in virtù del sacramento del Matrimonio segno e riproduzione di quel legame che unisce il Verbo di Dio alla carne umana da lui assunta e il Cristo capo alla Chiesa suo corpo nella forza dello Spirito », e trova « la sua ultima matrice nel mistero della comunione trinitaria » ( CEI, Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, n. 34 ).
L'indissolubilità, radicata in ogni Matrimonio, viene arricchita dal sacramento che rafforza e santifica il vincolo degli sposi cristiani, dando loro la vocazione alla fedeltà totale: in tal modo, !'indissolubilità diventa la testimonianza viva e permanente di una condivisione dell'amore pasquale di Cristo per sempre legato alla Chiesa sua sposa.
3. - Ogni dono di Dio, mentre rivela il suo amore per l'uomo, si pone come appello e comandamento alla libertà dell'uomo stesso.
Così è anche dell'indissolubilità.
In contrasto con una società e una cultura che ammetteva il divorzio, Gesù Cristo rivendica con forza l'autentica natura della donazione personale totale e definitiva dei coniugi e, superando ogni decadenza morale, la riconduce all'originario progetto di Dio Creatore: « Non sono più due, ma una carne sola.
Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi » ( Mt 19,6 ).
4. - In intima connessione con !'indissolubilità si pone l'esigenza umana ed evangelica della fedeltà.
Gesù dichiara: « Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio » ( Mc 10,11-12; cfr. Lc 16,18; Mt 19,9 ).
Egli arriva ad affermare: « Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » ( Mt 5,28 ).
L'infedeltà coniugale, segno e frutto della « durezza del cuore » ( cfr. Mt 19,8 ), provoca una spirituale divisione tra gli sposi e rompe gravemente il loro rapporto con Dio.
Come scrive l'Apostolo, essa è tra i peccati che escludono dal regno di Dio ( cfr. 1 Cor 6,9 ).
Questa fedeltà coniugale, mentre esige !'impegno umano, è resa possibile dal dono di Dio.
Gli sposi cristiani poi ricevono in forza del sacramento del Matrimonio la grazia di un amore fedele dal Signore Gesù, che è « il testimone fedele » ( Ap 3,14 ) e il « sì » vivente delle promesse di Dio ( cfr. 2 Cor 1,20 ).
5. - Al mistero dell'amore di Gesù Cristo e al suo comandamento sull'indissolubilità e fedeltà, un'ampia parte della società attuale oppone una logica diversa: quella di una cultura immanentistica e consumistica che tende a disistimare e a deridere la fedeltà coniugale, e di fatto la viola in molti modi, giungendo, spesso con facilità, al divorzio, al « nuovo matrimonio », alla convivenza senza alcun vincolo né religioso né civile.
6. - Sulla disgregazione del nucleo coniugale e familiare si deve registrare l'influsso, spesso ampio e profondo, esercitato dal mutamento culturale in atto nella nostra società.
Come avviene di ogni situazione storica, l'attuale contesto culturale è ambivalente anche per quanto riguarda il Matrimonio indissolubile.
Vi troviamo elementi capaci di favorire il valore dell'indissolubilità, come la crescente consapevolezza del significato personalistico e comunitario dell'amore coniugale.
Non mancano però elementi pericolosi e negativi.
Così nella nostra società la concezione cristiana della vita - e in essa del Matrimonio - non è più né l'unica né forse la prevalente visione che ispira la mentalità e il costume di tante persone.
Il fenomeno poi del secolarismo, interpretando la vita entro una prospettiva esclusivamente umana e terrena, rifiuta il riferimento a Dio come norma dell'esistenza e conduce a giudicare come del tutto legittimi, anzi positivi, il divorzio e il matrimonio successivo.
Crollato poi il riferimento a Dio, le situazioni matrimoniali irregolari vengono più facilmente giustificate.
Si contesta così il Matrimonio non solo nelle sue proprietà di amore unico e indissolubile, ma anche come istituzione: esso è considerato come un'istituzione « borghese », storicamente superata o in declino, soffocatrice della libertà delle persone e della spontaneità del loro amore.
7. - L'analisi oggettiva delle situazioni concrete, mentre conduce a riconoscere l'influsso del contesto sociale e culturale sulle crisi e sui fallimenti del Matrimonio attuale, come pure il peso di certe situazioni difficili e penose, non consente di negare o di attenuare troppo facilmente la responsabilità di uno o di entrambi i coniugi nella disgregazione della famiglia.
La « durezza del cuore », di cui parla il Vangelo ( cfr. Mt 19,8 ), si può esprimere in atteggiamenti di egoismo, nella ricerca di una libertà inaccettabile, nel disimpegno dai doveri coniugali e familiari, nel rifiuto di comprendere e di perdonare, o comunque nella debolezza di fronte all'impegno di fedeltà solennemente assunto il giorno delle nozze.
Né si possono dimenticare le responsabilità in causa legate, tra l'altro, ad una mancata o insufficiente preparazione al Matrimonio.
8. - Tra i fenomeni, che oggi incidono sul Matrimonio indissolubile, si pone anche la legislazione divorzista, che contribuisce non poco a rendere più precario e più difficile l'ordinato sviluppo della vita coniugale: non solo perché essa toglie un aiuto a persone che potrebbero essere, almeno in alcuni momenti di crisi, sostenuti dalla legge, ma soprattutto perché attribuisce pubblico valore allo « scioglimento » del Matrimonio e alle conseguenti nuove nozze.
Anche qui come altrove diventa facile, per una mentalità acritica, l'indebito e deprecabile passaggio dalla legalità alla moralità, cioè il ritenere anche moralmente accettabile ciò che una legge dello Stato consente o autorizza.
9. - In questo contesto sociale e culturale, gli stessi cristiani possono incontrare nuove e più gravi difficoltà circa il Vangelo e il comandamento dell'indissolubilità.
Pur riconoscendo su questo punto la contraddizione che esiste tra il Vangelo e il mondo, alcuni credenti ritengono di trovare per le diverse situazioni matrimoniali irregolari una « soluzione » rasserenatrice: pensano di essere in qualche modo scusati dalle loro situazioni concrete e, ancor più, dal loro impegno sincero e generoso nell'adempiere tutti i doveri della nuova vita « coniugale ».
10. - Nella comunità cristiana si agitano oggi problemi e discussioni che rischiano di rendere meno chiara e pacifica la posizione tradizionale della Chiesa verso i divorziati risposati.
Un simile stato di incertezza e di confusione facilita, per le persone più direttamente interessate, convinzioni e scelte pratiche di vita che vanno contro il pensiero e la disciplina della Chiesa sul Matrimonio cristiano indissolubile.
11. - La situazione descritta sollecita con più viva urgenza l'opera evangelizzatrice della Chiesa.
Se l'annuncio del Vangelo di Gesù sul significato di salvezza e sulle esigenze morali del Matrimonio cristiano è compito che la Chiesa non può mai tralasciare, esso si fa più necessario e impegnativo nei momenti nei quali l'ideale normativo dell'amore unico e indissolubile viene oscurato e indebolito da errori e da inaccettabili impostazioni di vita.
12. - La Chiesa, partecipe e continuatrice nella storia della missione di salvezza di Cristo, riprende e rivive lo stesso atteggiamento pastorale del suo Signore: questo è la suprema norma della vita e dell'opera della Chiesa.
Secondo la chiara e continua testimonianza del Vangelo, Gesù ha sempre difeso e proposto, senza alcun compromesso, la verità e la perfezione morale, mostrandosi nello stesso tempo accogliente e misericordioso verso i peccatori: « Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate dunque e imparate che cosa significa "Misericordia voglio e non sacrificio".
Infatti non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori » ( Mt 9,12-13 ).
La Chiesa non può discostarsi dall'atteggiamento di Cristo: per questo la chiarezza e l'intransigenza nei princìpi e insieme la comprensione e la misericordia verso la debolezza umana, in vista del pentimento, sono le due note inscindibili che contraddistinguono l'opera pastorale della Chiesa.
13. - L'esempio di Cristo e la grazia che egli dona alla Chiesa aiutano i pastori e i fedeli a vivere e a testimoniare, di fronte agli insuccessi e alle situazioni matrimoniali disordinate, l'indivisibile amore alla verità e perfezione morale e all'uomo nel suo cammino storico: « Un'importanza pastorale riveste l'indissolubilità del Matrimonio cristiano; anche se questa parte del nostro messaggio è difficile, dobbiamo proclamarla con convinzione, perché è parola di Dio e mistero della fede.
Ma, allo stesso tempo, siamo vicini al nostro popolo, ai suoi problemi e alle sue difficoltà.
Deve sempre sapere che noi lo amiamo » ( Giovanni Paolo, Ad un gruppo di vescovi statunitensi, 21 settembre 1978 ).
14. - La Conferenza Episcopale Italiana è già intervenuta in altre occasioni sul problema pastorale dei divorziati e degli irregolari ( cfr. I documenti
Matrimonio e famiglia oggi in Italia, 15 novembre 1969, n. 16;
Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, 20 giugno 1975, n. 106 ).
Ma il rapido evolversi e spesso il deteriorarsi della situazione matrimoniale, come pure l'emergere sempre più frequente di questo problema pastorale sollecitano i Vescovi, in forza della loro missione di maestri e guide, ad offrire criteri e indicazioni per una prassi pastorale nei riguardi delle unioni matrimoniali irregolari o difficili che sia unitaria in tutte le comunità ecclesiali.
La presente « Nota » pastorale considera, in primo luogo, il caso dei divorziati risposati in quanto esso pone problemi pastorali più complessi e comunque oggi più discussi; passa poi a considerare altre situazioni matrimoniali irregolari o difficili, come quelle dei conviventi, dei cattolici sposati solo civilmente, dei separati e dei divorziati non risposati; offre alcune linee di pastorale verso i figli, per concludere con un appello a rinnovare la pastorale matrimoniale.
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