Comunione e comunità nella Chiesa domestica |
La comunione di Dio Padre con gli uomini, mediante il Figlio e nello Spirito Santo, dà origine a una specifica comunione degli uomini tra loro: è la comunione della Chiesa, che il Concilio presenta « come un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano ».1
Il mistero della comunione che esiste in seno alla Trinità diventa in tal modo la matrice prima, il modello sublime e la mèta suprema della comunione della Chiesa,2 di questo « popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ».3
2. - La comunione degli uomini con Dio e tra loro si compie nella storia dove, muovendosi giorno per giorno tra il « già » e il « non ancora », la Chiesa si va costruendo incessantemente, e dove essa si esprime in « segni » visibili, che la rendono « comunità » storica, istituzionale, sperimentabile.
La comunione universale della Chiesa, famiglia di Dio sulla terra, si incarna e si manifesta storicamente nelle comunità particolari che sono le diocesi, le quali, a loro volta, si articolano in parrocchie.
Come insegna il Vaticano II, « la Chiesa di Cristo è veramente presente nelle legittime comunità locali dei fedeli, le quali, in quanto aderenti ai loro Pastori, sono anch'esse chiamate Chiese nel Nuovo Testamento.
Esse infatti sono, nella loro sede, il popolo nuovo chiamato da Dio con la virtù dello Spirito Santo e con piena convinzione ( cfr. 1 Ts 1,5 ).
In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere e disperse, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica ».4
Ma il mistero della comunione della Chiesa arriva fino a riflettersi e ad essere realmente partecipato, sebbene a suo modo, da quella piccola comunità che è la famiglia cristiana, dal Concilio chiamata « Chiesa domestica ».5
Giovanni Paolo II, nella sua prima visita pastorale, rivolgendosi alla parrocchia come « comunità del popolo di Dio », ha così messo in luce il posto e il compito che in essa ha la famiglia cristiana: « A chi va il mio pensiero in modo particolare e a chi mi rivolgo?
Mi rivolgo a tutte le famiglie che vivono in questa comunità parrocchiale e che costituiscono una parte della Chiesa di Roma.
Per visitare le parrocchie, come parte della Chiesa-diocesi, bisogna raggiungere tutte le 'Chiese domestiche', cioè tutte le famiglie; così infatti erano chiamate le famiglie dai Padri della Chiesa.
'Fate della vostra casa una Chiesa', raccomandava S. Giovanni Crisostomo ai suoi fedeli in un suo sermone.
E l'indomani ripeteva: 'Quando ieri vi dissi: fate della vostra casa una Chiesa, voi prorompeste in acclamazioni di giubilo e manifestaste in maniera eloquente quanta gioia avesse inondato il vostro animo all'udire quelle parole'.6
Perciò, trovandomi oggi qui tra voi, davanti a questo altare, come Vescovo di Roma, mi reco in spirito in tutte le famiglie ».7
4. - Il rapporto tra la Chiesa e la famiglia cristiana trova il suo fondamento, o momento sorgivo, nella celebrazione del sacramento del Matrimonio.
In ogni sacramento della fede la Chiesa madre, intimamente congiunta a Cristo nello Spirito Santo « che da la vita », manifesta e vive in modo privilegiato la sua fecondità di grazia.
Come nel Battesimo la Chiesa genera nell'acqua e nello Spirito i nuovi figli di Dio, così essa « nella celebrazione del sacramento del Matrimonio genera le coppie cristiane come cellule vive e vitali del corpo mistico di Cristo.
Proprio per questo chiede a tutti i suoi membri di accoglierle come sue componenti organiche, dotate di carismi e di ministeri propri, per una specifica missione nell'annuncio del Vangelo che salva ».8
5. - Inserita nella Chiesa dallo Spirito mediante il sacramento del Matrimonio, la famiglia cristiana riceve, come tale, una sua struttura e fisionomia interiore, che la costituisce « cellula viva e vitale » della Chiesa stessa.
Il legame della coppia e della famiglia cristiana con la Chiesa, pur comportando ed elevando anche gli aspetti sociali e psicologici, caratteristici di ogni comunione umana, presenta propriamente un aspetto di grazia: è un vincolo nuovo, soprannaturale.
La famiglia cristiana non è legata alla Chiesa semplicemente come la famiglia umana è aggregata alla società civile; ma le è unita con un legame originale, donato dallo Spirito Santo, che nel sacramento fa della coppia e della famiglia cristiana un riflesso vivo, una vera immagine, una storica incarnazione della Chiesa.
In tal senso la famiglia cristiana si pone nella storia come un « segno efficace » della Chiesa, ossia come una « rivelazione » che la manifesta e la annuncia, e come una sua « attualizzazione » che ne ripresenta e ne incarna, a suo modo, il mistero di salvezza.
Il rapporto Chiesa-famiglia cristiana è reciproco e nella reciprocità si conserva e si perfeziona.
Con l'annuncio della Parola e la fede, con la celebrazione dei sacramenti e con la guida e il servizio della carità, la Chiesa madre genera, santifica e promuove la famiglia dei battezzati.
Nello stesso tempo la Chiesa chiama la famiglia cristiana a prendere parte come soggetto attivo e responsabile alla propria missione di salvezza: « Per questo la coppia e la famiglia cristiana si possono dire 'quasi una Chiesa domestica',9 cioè comunità salvata e che salva: essa infatti, in quanto tale, non solo riceve l'amore di Gesù Cristo che salva, ma lo annuncia e lo comunica vicendevolmente agli altri ».10
6. - Il mistero della Chiesa, che viene a suo modo realmente partecipato alla famiglia cristiana, non si esaurisce in questa, ma la supera e la trascende.
La famiglia cristiana, infatti, rivela e rivive il mistero della Chiesa soltanto in alcuni suoi aspetti e non in tutti.
In particolare la Chiesa domestica ha bisogno per esistere e per vivere la propria identità di comunione-comunità cristiana dell'Eucaristia e del ministero dei Pastori che annunciano il Vangelo e il comandamento del Signore: per questo la famiglia cristiana, mentre è inserita nella Chiesa, si apre a tutto il mistero della Chiesa di Cristo e solo così può vivere in pienezza la grazia della comunione.
Sta qui la ragione della essenziale « relativizzazione » della famiglia cristiana alla Chiesa.
La qualifica di « Chiesa domestica » data alla famiglia cristiana è da intendersi perciò in senso analogico: dice sì il suo inserimento e la sua partecipazione, ma anche la sua « inadeguatezza » a manifestare e a riprodurre, da sola, il mistero della Chiesa in se stesso e nella sua missione di salvezza.
Vogliamo ora considerare alla luce del disegno di Dio il rapporto reciproco Chiesa-famiglia cristiana sotto l'aspetto particolare della « comunione » e della « comunità ».
E questo da un duplice punto di vista:
della « identità » della famiglia cristiana, per la quale essa, nel suo costituirsi in comunità, è radicalmente una comunione;
e della sua « missione », per la quale essa è chiamata a vivere e a rivelare nella Chiesa e nel mondo la propria realtà di comunione-comunità.
Per comprendere il rapporto chiesa-famiglia cristiana, è necessario, anzitutto, cogliere con precisione la « specificità ecclesiale » della famiglia cristiana stessa, ossia la sua tipica partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa, e più concretamente il modo e il contenuto secondo cui essa è vitalmente inserita nel mistero del popolo di Dio.
Per la grazia dello Spirito Santo, la coppia e la famiglia cristiana diventano « Chiesa domestica », in quanto il vincolo d'amore coniugale tra l'uomo e la donna viene assunto e trasfigurato dal Signore in immagine viva della comunione perfettissima che tra loro lega, nella forza dello Spirito, Cristo capo alla Chiesa suo corpo e sua sposa.
In tal modo la coppia e la famiglia cristiana sono rese partecipi dell'amore di Cristo per la Chiesa secondo un modo e un contenuto caratteristico, cioè nella « comunione » dei membri che le compongono e con la realtà dell'« amore » coniugale e familiare: « Gli sposi partecipano all'amore cristiano in un modo originale e proprio, non come singole persone, ma assieme, in quanto formano una coppia …
Gli sposi poi partecipano insieme all'amore cristiano con quella realtà che caratterizza la loro esistenza quotidiana, e cioè con l'amore coniugale … ».11
Se tutti i membri della Chiesa, in forza del Battesimo e degli altri sacramenti, sono costituiti « segni » viventi dell'amore di Cristo, i coniugi e genitori cristiani, in forza del sacramento del Matrimonio, diventano « segni » dell'amore di Cristo in quanto formano una « comunione » particolare e in quanto vivono le realtà specificamente coniugali e familiari, che trovano sorgente e alimento nell'amore unitivo e fecondo.
Per questo la coppia e la famiglia cristiana hanno un loro posto e compito nella Chiesa, un loro carisma e ministero nel popolo di Dio.
Leggiamo nel Concilio: « I coniugi cristiani, in virtù del sacramento del Matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre fra Cristo e la Chiesa ( cfr. Ef 5,32 ), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale e nell'accettazione ed educazione della prole, e hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio ».12
Indice |
1 | Lumen gentium, n. 1. |
2 | Cfr. Gaudium et spes, n. 24. |
3 | Lumen gentium, n. 4. |
4 | Ibid., n. 26. |
5 | Cfr. Lumen gentium, n. 11. |
6 | S. Giovanni Crisostomo, in Genesim Serm. VI, 2; VII, 1; PG 54, 607 s.; cfr. anche Lumen gentium, n. 11; Apostolicam actuositatem, n. 11. |
7 | Giovanni Paolo II, Discorso alla Parrocchia di S. Francesco Saverio in Roma, 3 dicembre 1979, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I 1978, Poliglotta Vaticana, pag. 275. |
8 | C.E.I., Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio |
9 | Lumen gentium, n. 11. |
10 | C.E.I., Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, n. 47. |
11 | C.E.I., Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, nn. 34-35. |
12 | Lumen gentium, n. 11; cfr. anche C.E.I., Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, nn. 44-47. |