Comunicazione e missione |
Impossibile fare pastorale oggi sottovalutando l'impatto dei mezzi della comunicazione sociale e ignorandone i linguaggi.135
Un loro uso al tempo stesso avveduto e coraggioso è condizione imprescindibile per parlare di Dio all'uomo contemporaneo.
Nella nuova cultura mediale è necessario un attento discernimento, sia su come trattare i temi religiosi nei media laici, sia sulla presenza autonoma della Chiesa nel mondo dei media.
Non tutte le iniziative o le presenze sono di per sé valide e coerenti con le finalità della Chiesa.
Né si possono trascurare i segnali di degrado che emergono nei vari media a causa della ricerca ossessiva degli ascolti, con la conseguente tendenza alla spettacolarizzazione forzata e alla fatale caduta di qualità.136
È per questo che «nell'impiego e nella ricezione degli strumenti di comunicazione urgono sia un'opera educativa al senso critico, animato dalla passione per la verità, sia un'opera di difesa della libertà, del rispetto alla dignità personale, dell'elevazione dell'autentica cultura dei popoli, mediante il rifiuto fermo e coraggioso di ogni forma di monopolizzazione e di manipolazione».137
Ruolo e controllo dei media sono diventati decisivi anche per gli assetti sociali e civili del Paese e per lo sviluppo della democrazia.
È necessario che ai vari livelli, nazionale e internazionale, si definisca un sistema compiuto di regole in grado di garantire il pluralismo e un corretto rapporto con la politica e l'economia, nello spirito di un autentico servizio al bene comune.
In questo quadro, «le autorità pubbliche e le associazioni per la tutela degli spettatori sono chiamati ad operare, secondo le proprie competenze e responsabilità, affinché i media conservino alta la loro finalità primaria di servizio alle persone e alla società.
L'assenza di controllo e di vigilanza non è garanzia di libertà, come molti vogliono far credere, e finisce piuttosto per favorire un uso indiscriminato di strumenti potentissimi che, se mal utilizzati, producono effetti devastanti nelle coscienze delle persone e nella vita sociale.
In un sistema di comunicazioni sempre più complesso e ad estensione planetaria, servono anche regole chiare e giuste a garanzia del pluralismo, della libertà, della partecipazione e del rispetto degli utenti».138
La comunità ecclesiale deve quindi adoperarsi affinché nel campo della comunicazione sociale venga esercitata la stessa vigilanza e la stessa funzione di stimolo e di proposta ordinariamente svolta in altri ambiti, come la tutela della vita umana, le politiche familiari, sociali e scolastiche.
I media «non sono forze cieche della natura che sfuggono al controllo umano».139
Dietro a ogni medium ci sono autori, produttori, interessi economici, politici e ideologici.
I media sono espressione della grande capacità di relazione dei singoli e della società nel suo insieme.
Riflettono, per molti versi, il grado di civiltà e di sviluppo di un popolo.
L'interesse della Chiesa per i media non nasce primariamente dalla ricerca di spazi per la comunicazione religiosa, ma piuttosto dalla responsabilità di fronte a mezzi tanto potenti, capaci di influenzare, fino a determinarli, i modelli di pensiero e gli stili di vita.
Indice |
135 | Commissione episcopale per le comunicazioni sociali, Il dovere pastorale delle comunicazioni sociali, 6 |
136 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nella pubblicità |
137 | Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 44 |
138 | Giovanni Paolo II, Discorso agli animatori della comunicazione e della cultura in occasione del Convegno "Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione" 5 |
139 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 1 |