Documento finale |
Le giovani generazioni sono portatrici di un approccio alla realtà con tratti specifici.
I giovani chiedono di essere accolti e rispettati nella loro originalità.
Tra i tratti specifici più evidenti della cultura dei giovani sono state segnalate
la preferenza accordata all'immagine rispetto ad altri linguaggi comunicativi,
l'importanza di sensazioni ed emozioni come via di approccio alla realtà
e la priorità della concretezza e dell'operatività rispetto all'analisi teorica.
Grande importanza rivestono i rapporti di amicizia e l'appartenenza a gruppi di coetanei, coltivati anche grazie ai social media.
I giovani sono generalmente portatori di una spontanea apertura nei confronti della diversità, che li rende attenti alle tematiche della pace, dell'inclusione e del dialogo tra culture e religioni.
Numerose esperienze di molte parti del mondo testimoniano che i giovani sanno essere pionieri di incontro e dialogo interculturale e interreligioso, nella prospettiva della convivenza pacifica.
Anche se in forma differente rispetto alle generazioni passate, l'impegno sociale è un tratto specifico dei giovani d'oggi.
A fianco di alcuni indifferenti, ve ne sono molti altri disponibili a impegnarsi in iniziative di volontariato, cittadinanza attiva e solidarietà sociale, da accompagnare e incoraggiare per far emergere i talenti, le competenze e la creatività dei giovani e incentivare l'assunzione di responsabilità da parte loro.
L'impegno sociale e il contatto diretto con i poveri restano una occasione fondamentale di scoperta o approfondimento della fede e di discernimento della propria vocazione.
Forte e diffusa risulta la sensibilità per i temi ecologici e della sostenibilità, che l'enciclica Laudato si' ha saputo catalizzare.
È stata segnalata anche la disponibilità all'impegno in campo politico per la costruzione del bene comune, che non sempre la Chiesa ha saputo accompagnare offrendo opportunità di formazione e spazi di discernimento.
Rispetto alla promozione della giustizia i giovani chiedono alla Chiesa un impegno deciso e coerente, che sradichi ogni connivenza con una mentalità mondana.
Il Sinodo riconosce e apprezza l'importanza che i giovani danno all'espressione artistica in tutte le sue forme: sono molti i giovani che usano in questo campo i talenti ricevuti, promovendo la bellezza, la verità e la bontà, crescendo in umanità e nel rapporto con Dio.
Per molti l'espressione artistica è anche un'autentica vocazione professionale.
Non possiamo dimenticare che per secoli la "via della bellezza" è stata una delle modalità privilegiate di espressione della fede e di evangelizzazione.
Del tutto peculiare è l'importanza della musica, che rappresenta un vero e proprio ambiente in cui i giovani sono costantemente immersi, come pure una cultura e un linguaggio capaci di suscitare emozioni e di plasmare l'identità.
Il linguaggio musicale rappresenta anche una risorsa pastorale, che interpella in particolare la liturgia e il suo rinnovamento.
L'omologazione dei gusti in chiave commerciale rischia talvolta di compromettere il legame con le forme tradizionali di espressione musicale e anche liturgica.
Altrettanto significativo è il rilievo che tra i giovani assume la pratica sportiva, di cui la Chiesa non deve sottovalutare le potenzialità in chiave educativa e formativa, mantenendo una solida presenza al suo interno.
Il mondo dello sport ha bisogno di essere aiutato a superare le ambiguità da cui è percorso, quali la mitizzazione dei campioni, l'asservimento a logiche commerciali e l'ideologia del successo a ogni costo.
In questo senso si ridadisce il valore dell'accompagnamento e del sostegno dei disabili nella pratica sportiva.
L'esperienza religiosa dei giovani è fortemente influenzata dal contesto sociale e culturale in cui vivono.
In alcuni Paesi la fede cristiana è un'esperienza comunitaria forte e viva, che i giovani condividono con gioia.
In altre regioni di antica tradizione cristiana la maggioranza della popolazione cattolica non vive una reale appartenenza alla Chiesa; non mancano però minoranze creative ed esperienze che rivelano una rinascita dell'interesse religioso, come reazione a una visione riduzionista e soffocante.
In altri luoghi ancora i cattolici, insieme con altre denominazioni cristiane, sono una minoranza, che conosce talora discriminazione e anche persecuzione.
Vi sono infine contesti in cui vi è una crescita delle sette o di forme di religiosità alternativa; coloro che le seguono non di rado restano delusi e diventano avversi a tutto quanto è religioso.
Se in alcune regioni i giovani non hanno la possibilità di esprimere pubblicamente la propria fede o non vedono riconosciuta la propria libertà religiosa, altrove si sente il peso di scelte del passato – anche politiche –, che hanno minato la credibilità ecclesiale.
Non è possibile parlare della religiosità dei giovani senza tenere presenti tutte queste differenze.
In generale i giovani dichiarano di essere alla ricerca del senso della vita e dimostrano interesse per la spiritualità.
Tale attenzione però si configura talora come una ricerca di benessere piscologico più che un'apertura all'incontro con il Mistero del Dio vivente.
In particolare in alcune culture, molti ritengono la religione una questione privata e selezionano da diverse tradizioni spirituali gli elementi nei quali ritrovano le proprie convinzioni.
Si diffonde così un certo sincretismo, che si sviluppa sul presupposto relativistico che tutte le religioni siano uguali.
L'adesione a una comunità di fede non è vista da tutti come la via di accesso privilegiata al senso della vita, ed è affiancata e talvolta rimpiazzata da ideologie o dalla ricerca di successo sul piano professionale ed economico, nella logica di un'autorealizzazione materiale.
Rimangono vive però alcune pratiche consegnate dalla tradizione, come i pellegrinaggi ai santuari, che a volte coinvolgono masse di giovani molto numerose, ed espressioni della pietà popolare, spesso legate alla devozione a Maria e ai Santi, che custodiscono l'esperienza di fede di un popolo.
La stessa varietà si riscontra nel rapporto dei giovani con la figura di Gesù.
Molti lo riconoscono come Salvatore e Figlio di Dio e spesso gli si sentono vicini attraverso Maria, sua madre e si impegnano in un cammino di fede.
Altri non hanno con Lui una relazione personale, ma lo considerano come un uomo buono e un riferimento etico.
Altri ancora lo incontrano attraverso una forte esperienza dello Spirito.
Per altri invece è una figura del passato priva di rilevanza esistenziale o molto distante dall'esperienza umana.
Se per molti giovani Dio, la religione e la Chiesa appaiono parole vuote, essi sono sensibili alla figura di Gesù, quando viene presentata in modo attraente ed efficace.
In tanti modi anche i giovani di oggi ci dicono: « Vogliamo vedere Gesù » ( Gv 12,21 ), manifestando così quella sana inquietudine che caratterizza il cuore di ogni essere umano: « L'inquietudine della ricerca spirituale, l'inquietudine dell'incontro con Dio, l'inquietudine dell'amore » ( Francesco, Santa Messa per l'inizio del Capitolo Generale dell'ordine di sant'Agostino, 28 agosto 2013 ).
In diversi contesti i giovani cattolici chiedono proposte di preghiera e momenti sacramentali capaci di intercettare la loro vita quotidiana, in una liturgia fresca, autentica e gioiosa.
In tante parti del mondo l'esperienza liturgica è la risorsa principale per l'identità cristiana e conosce una partecipazione ampia e convinta.
I giovani vi riconoscono un momento privilegiato di esperienza di Dio e della comunità ecclesiale, e un punto di partenza per la missione.
Altrove invece si assiste a un certo allontanamento dai sacramenti e dall'Eucaristia domenicale, percepita più come precetto morale che come felice incontro con il Signore Risorto e con la comunità.
In generale si constata che anche dove si offre la catechesi sui sacramenti, è debole l'accompagnamento educativo a vivere la celebrazione in profondità, a entrare nella ricchezza misterica dei suoi simboli e dei suoi riti.
Di fronte alle contraddizioni della società, molti giovani desiderano mettere a frutto i propri talenti, competenze e creatività e sono disponibili ad assumersi responsabilità.
Tra i temi che stanno loro maggiormente a cuore emergono la sostenibilità sociale e ambientale, le discriminazioni e il razzismo.
Il coinvolgimento dei giovani segue spesso approcci inediti, sfruttando anche le potenzialità della comunicazione digitale in termini di mobilitazione e pressione politica:
diffusione di stili di vita e modelli di consumo e investimento critici, solidali e attenti all'ambiente;
nuove forme di impegno e di partecipazione nella società e nella politica;
nuove modalità di welfare a garanzia dei soggetti più deboli.
Il Sinodo è consapevole che un numero consistente di giovani, per le ragioni più diverse, non chiedono nulla alla Chiesa perché non la ritengono significativa per la loro esistenza.
Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, poiché sentono la sua presenza come fastidiosa e perfino irritante.
Tale richiesta spesso non nasce da un disprezzo acritico e impulsivo, ma affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili:
gli scandali sessuali ed economici;
l'impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani;
la scarsa cura nella preparazione dell'omelia e nella presentazione della Parola di Dio;
il ruolo passivo assegnato ai giovani all'interno della comunità cristiana;
la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società contemporanea.
I giovani cattolici non sono meramente destinatari dell'azione pastorale, ma membra vive dell'unico corpo ecclesiale, battezzati in cui vive e agisce lo Spirito del Signore.
Essi contribuiscono ad arricchire ciò che la Chiesa è, e non solo ciò che fa.
Sono il suo presente e non solo il suo futuro.
I giovani sono protagonisti in molte attività ecclesiali, in cui offrono generosamente il proprio servizio, in particolare con l'animazione della catechesi e della liturgia, la cura dei più piccoli, il volontariato verso i poveri.
Anche movimenti, associazioni e congregazioni religiose offrono ai giovani opportunità di impegno e corresponsabilità.
Talvolta la disponibilità dei giovani incontra un certo autoritarismo e sfiducia di adulti e pastori, che non riconoscono a sufficienza la loro creatività e faticano a condividere le responsabilità.
Emerge anche tra i giovani la richiesta che vi sia un maggiore riconoscimento e valorizzazione delle donne nella società e nella Chiesa.
Molte donne svolgono un ruolo insostituibile nelle comunità cristiane, ma in molti luoghi si fatica a dare loro spazio nei processi decisionali, anche quando essi non richiedono specifiche responsabilità ministeriali.
L'assenza della voce e dello sguardo femminile impoverisce il dibattito e il cammino della Chiesa, sottraendo al discernimento un contributo prezioso.
Il Sinodo raccomanda di rendere tutti più consapevoli dell'urgenza di un ineludibile cambiamento, anche a partire da una riflessione antropologica e teologica sulla reciprocità tra uomini e donne.
In vari contesti vi sono gruppi di giovani, spesso espressione di associazioni e movimenti ecclesiali, che sono molto attivi nell'evangelizzazione dei loro coetanei grazie a una limpida testimonianza di vita, a un linguaggio accessibile e alla capacità di instaurare legami autentici di amicizia.
Tale apostolato consente di portare il Vangelo a persone che difficilmente sarebbero raggiunte dalla pastorale giovanile ordinaria, e contribuisce a far maturare la stessa fede di coloro che vi si impegnano.
Esso va dunque apprezzato, sostenuto, accompagnato con saggezza e integrato nella vita delle comunità.
I giovani chiedono che la Chiesa brilli per autenticità, esemplarità, competenza, corresponsabilità e solidità culturale.
A volte questa richiesta suona come una critica, ma spesso assume la forma positiva di un impegno personale per una comunità fraterna, accogliente, gioiosa e impegnata profeticamente a lottare contro l'ingiustizia sociale.
Tra le attese dei giovani spicca in particolare il desiderio che nella Chiesa si adotti uno stile di dialogo meno paternalistico e più schietto.
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