Catechismo della Chiesa Cattolica |
2366 La fecondità del matrimonio |
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La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua natura ad essere fecondo. |
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Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco amore degli sposi; sboccia al cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento. Perciò la Chiesa, che « sta dalla parte della vita »,107 « insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita ».108 « Tale dottrina, più volte esposta dal magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo ».109 |
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2367 Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità di Dio. ( Ef 3,14; Mt 23,9 ) |
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« Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità ».111 |
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2368 Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione della procreazione. Per validi motivi gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli. Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità:
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2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità ».113 |
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2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi114 sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ».115
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2371 « Sia chiaro a tutti che la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati |
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solo a questo tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma riguardano sempre il destino eterno degli uomini ».117 |
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2372 Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. |
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È legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e della educazione dei propri figli.118 Non è autorizzato a favorire mezzi di regolazione demografica contrari alla morale. |
Indice |
107 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 30 |
108 | Paolo VI, Humanae vitae 11 |
109 | Paolo VI,
Humanae vitae 12; Pio XI, Lett. enc. Casti connubii |
111 | Gaudium et spes 50 |
112 | Gaudium et spes 51 |
113 | Paolo VI, Humanae vitae 12 |
114 | Paolo VI, Humanae vitae 16 |
115 | Paolo VI, Humanae vitae 14 |
116 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 32 |
117 | Gaudium et spes 51 |
118 | Paolo VI,
Humanae vitae 23; Paolo VI, Populorum progressio 37 |