Catechismo maggiore |
L'Eucaristia è un sacramento nel quale per l'ammirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo di Gesù Cristo e di quella del vino nel suo prezioso Sangue, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del medesimo Gesù Cristo Signor Nostro sotto le specie del pane e del vino per essere nostro nutrimento spirituale.
Si, nell'Eucaristia vi è veramente lo stesso Gesù Cristo che è nel cielo e che nacque in terra dalla santissima Vergine.
Io credo che nel sacramento dell'Eucaristia è veramente presente Gesù Cristo, perché lo ha detto Egli stesso, e me lo insegna la santa Chiesa.
La materia del sacramento dell'Eucaristia è quella adoperata da Gesù Cristo, cioè il pane di frumento ed il vino di vite.
La forma del sacramento dell'Eucaristia consiste nelle parole usate da Gesù Cristo: questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue.
L'ostia prima della consacrazione è pane.
Dopo la consacrazione l'ostia è il vero Corpo di Nostro Signor Gesù Cristo sotto le specie del pane.
Nel calice prima della consacrazione vi è del vino con alcune gocce d'acqua.
Dopo la consacrazione nel calice è il vero Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie del vino.
La conversione del pane nel Corpo, e del vino nel Sangue di Gesù Cristo si fa nell'atto stesso in cui il sacerdote, nella santa Messa, pronuncia le parole della consacrazione.
La consacrazione è la rinnovazione, per mezzo del sacerdote, del miracolo operato da Gesù Cristo nell'ultima cena di mutare il pane ed il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue adorabile, dicendo: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue.
La miracolosa conversione, che ogni giorno si opera sui nostri altari, è chiamata dalla Chiesa transustanziazione.
Ha dato tanta virtù alle parole della consacrazione lo stesso Signor nostro Gesù Cristo, il quale è Dio onnipotente.
Dopo la consacrazione restano soltanto le specie del pane e del vino.
Le specie sono la quantità e le qualità sensibili del pane e del vino, come la figura, il colore, il sapore.
Le specie del pane e del vino restano mirabilmente senza la loro sostanza, per virtù di Dio onnipotente.
Tanto sotto le specie del pane, quanto sotto le specie del vino vi è tutto Gesù Cristo vivente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Tanto nell' ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo, perché egli è nell'Eucaristia vivo ed immortale come nel cielo; perciò dove è il suo Corpo vi è anche il Sangue, l'Anima e la Divinità, e dove è il Sangue, vi è ancora il Corpo, l'Anima e la Divinità, essendo tutto questo inseparabile in Gesù Cristo.
Quando Gesù è nell' ostia, non cessa di essere in cielo, ma si trova nel medesimo tempo in cielo e nel santissimo Sacramento.
Sì, Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate.
Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate, per onnipotenza di Dio, al quale niente è impossibile.
Quando si rompe l'ostia, non si rompe il Corpo di Gesù Cristo, ma si rompono solamente le specie del pane.
Il Corpo di Gesù Cristo, resta intiero in tutte le parti, nelle quali l'ostia è stata divisa.
Tanto in un'ostia grande, quanto nella particella di un'ostia, vi è il medesimo Gesù Cristo.
La santissima Eucaristia si conserva nelle chiese affinché sia adorata dai fedeli, e portata agli infermi secondo il bisogno.
L'Eucaristia si deve adorare da tutti, perché contiene veramente, realmente e sostanzialmente lo stesso N. S. Gesù Cristo.
Della istituzione e degli effetti del sacramento dell'Eucaristia.
Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Eucaristia nell'ultima cena, che fece con i suoi discepoli la sera avanti la sua passione.
Gesù Cristo ha istituito la santissima Eucaristia per tre principali ragioni:
1 - Perché sia sacrificio della nuova legge.
2 - Perché sia cibo dell'anima nostra.
3 - Perché sia un perpetuo memoriale di sua passione e morte, ed un pegno prezioso dell'amor suo verso di noi, e della vita eterna.
Gesù Cristo istituì questo sacramento sotto le specie del pane e del vino, perché l'Eucaristia doveva essere nostro nutrimento spirituale, ed era perciò conveniente che ci venisse data in forma di cibo e di bevanda.
Gli effetti principali che la santissima Eucaristia produce in chi la riceve degnamente sono questi:
1 - conserva ed accresce la vita dell'anima che è la grazia, come il cibo materiale sostiene ed accresce la vita del corpo;
2 - rimette i peccati veniali e preserva dai mortali;
3 - produce spirituale consolazione.
Si, la santissima Eucaristia produce in noi altri tre effetti, cioè:
1 - indebolisce le nostre passioni, ed in ispecie ammorza in noi le fiamme della concupiscenza;
2 - accresce in noi il fervore della carità verso Dio e verso il prossimo e ci aiuta ad operare in uniformità ai desideri di Gesù Cristo;
3 - ci dà un pegno della gloria futura e della stessa risurrezione del nostro corpo.
Il sacramento dell'Eucaristia produce in noi i suoi meravigliosi effetti, quando si riceve con le dovute disposizioni.
Per fare una buona Comunione sono necessarie tre cose;
1 - essere in grazia di Dio;
2 - essere digiuno dalla mezzanotte fino all'atto della Comunione;
3 - sapere che cosa si va a ricevere e accostarsi alla santa Comunione con divozione.
Essere in grazia di Dio vuol dire: avere la coscienza pura e monda da ogni peccato mortale.
Chi sa di essere in peccato mortale, deve prima di comunicarsi fare una buona confessione; non bastando l'atto di contrizione perfetta, senza la confessione, a chi è in peccato mortale per Comunicarsi come conviene.
Perché la Chiesa ha stabilito, per rispetto a questo sacramento, che chi é colpevole di peccato mortale non ardisca di fare la Comunione se prima non si e confessato.
Chi si comunicasse in peccato mortale, riceverebbe Gesù Cristo, ma non la sua grazia, anzi commetterebbe sacrilegio e si farebbe meritevole della sentenza di dannazione.
Prima della Comunione si richiede il digiuno naturale, il quale si rompe per ogni piccola cosa che si prenda per modo di cibo o di bevanda.
Chi inghiottisse qualche cosa rimasta fra i denti, o qualche goccia d'acqua nel lavarsi, si può ancora comunicare; perché allora queste cose o non si prendono per modo di cibo o di bevanda, o ne hanno già perduta la natura.
Il fare la Comunione senza essere digiuno è permesso agli infermi che sono in pericolo di morte e a chi ne ha ottenuta speciale facoltà dal Papa a cagione di prolungata infermità.
La Comunione poi fatta dagli infermi in pericolo di morte, si chiama Viatico perché li sostenta nel viaggio che fanno da questa vita all'eternità.
Sapere ciò che si va a ricevere, vuoi dire: conoscere quelle cose che s'insegnano intorno a questo sacramento nella Dottrina cristiana, e crederle fermamente.
Comunicarsi con divozione, vuol dire accostarsi alla santa Comunione con umiltà e modestia, si nella persona, come nel vestito; e fare la preparazione prima e il ringraziamento dopo la santa Comunione.
La preparazione prima della Comunione consiste in trattenersi per qualche tempo a considerare chi andiamo a ricevere e chi siamo noi; e in fare atti di fede, di speranza, di carità, di contrizione, di adorazione, di umiltà e di desiderio di ricevere Gesù Cristo.
Il ringraziamento dopo la Comunione consiste nel trattenerci raccolti ad onorare dentro di noi stessi il Signore; rinnovando gli atti di fede, di speranza, di carità, di adorazione, di ringraziamento, di offerta e di domanda, sopratutto di quelle grazie che maggiormente sono necessarie per noi e per coloro pei quali siamo obbligati a pregare.
Nel giorno della Comunione si deve stare raccolti per quanto è possibile, occuparsi in opere di pietà e adempiere con maggiore diligenza i doveri del proprio stato.
Dopo la santa Comunione Gesù Cristo resta in noi con la sua grazia finché non si pecca mortalmente; e con la sua reale presenza resta in noi finché non si sono consumate le specie sacramentali.
Nell'atto di ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra.
La tovaglia o la tavoletta della Comunione bisogna tenerla in modo che raccolga la sacra particola qualora essa venisse a cadere.
Dobbiamo procurare d'inghiottire la sacra particola più presto che si può, e per qualche tempo astenerci dallo sputare.
Se la sacra particola si attaccasse al palato, la si dovrebbe distaccare con la lingua, e non mai col dito.
Vi è l'obbligo di comunicarsi in ogni anno, alla Pasqua di risurrezione, ciascuno alla propria parrocchia; e inoltre in pericolo di morte.
Il comandamento della Comunione pasquale comincia ad obbligare nell'età in cui il fanciullo è capace di accostarvisi con le dovute disposizioni.
Coloro che, avendo l'età capace per essere ammessi alla Comunione, non si comunicano, o perché non vogliono, o perché non sono per loro colpa istruiti, peccano senza dubbio.
Peccano altresì i loro genitori, o chi ne fa le veci, se la dilazione della Comunione avviene per loro colpa, e ne dovranno rendere gran conto a Dio.
È cosa ottima il comunicarsi spesso, purché si faccia con le disposizioni dovute.
Ciascuno può andare alla Comunione con quella maggior frequenza che gli sia consigliata da un pio e dotto confessore.
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