Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
182 Il principio della destinazione universale dei beni richiede che si guardi con particolare sollecitudine ai poveri, a coloro che si trovano in situazioni di marginalità e, in ogni caso, alle persone a cui le condizioni di vita impediscono una crescita adeguata.
A tale proposito va ribadita, in tutta la sua forza, l'opzione preferenziale per i poveri:384 « E, questa, una opzione, o una forma speciale di primato nell'esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa.
Essa si riferisce alla vita di ciascun cristiano, in quanto imitatore della vita di Cristo, ma si applica egualmente alle nostre responsabilità sociali e, perciò, al nostro vivere, alle decisioni da prendere coerentemente circa la proprietà e l'uso dei beni.
Oggi poi, attesa la dimensione mondiale che la questione sociale ha assunto, questo amore preferenziale, con le decisioni che esso ci ispira, non può non abbracciare le immense moltitudini di affamati, di mendicanti, di senzatetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore ».385
183 La miseria umana è il segno evidente della condizione di debolezza dell'uomo e del suo bisogno di salvezza386
Di essa ha avuto compassione Cristo Salvatore, che si è identificato con i Suoi « fratelli più piccoli » ( Mt 25,40.45 ): « Gesù Cristo riconoscerà i suoi eletti proprio da quanto avranno fatto per i poveri.
Allorché "ai poveri è predicata la buona novella" ( Mt 11,5 ), è segno che Cristo è presente ».387
Gesù dice: « I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete » ( Mt 26,11; Mc 14,7; Gv 12,8 ) non per contrapporre al servizio dei poveri l'attenzione a Lui rivolta.
Il realismo cristiano, mentre da una parte apprezza i lodevoli sforzi che si fanno per sconfiggere la povertà, dall'altra mette in guardia da posizioni ideologiche e da messianismi che alimentano l'illusione che si possa sopprimere da questo mondo in maniera totale il problema della povertà.
Ciò avverrà soltanto al Suo ritorno, quando Lui sarà di nuovo con noi per sempre.
Nel frattempo, i poveri restano a noi affidati e su questa responsabilità saremo giudicati alla fine ( Mt 25,31-46 ): « Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli ».388
184 L'amore della Chiesa per i poveri si ispira al Vangelo delle beatitudini, alla povertà di Gesù e alla Sua attenzione per i poveri.
Tale amore riguarda la povertà materiale e anche le numerose/orme di povertà culturale e religiosa.389
La Chiesa, « fin dalle origini, malgrado l'infedeltà di molti dei suoi membri, non ha cessato di impegnarsi a sollevarli, a difenderli e a liberarli.
Ciò ha fatto con innumerevoli opere di beneficenza, che rimangono sempre e dappertutto indispensabili ».390
Ispirata al precetto evangelico: « Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date » ( Mt 10,8 ), la Chiesa insegna a soccorrere il prossimo nelle sue varie necessità e profonde nella comunità umana innumerevoli opere di misericordia corporali e spirituali: « Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio »,391 anche se la pratica della carità non si riduce all'elemosina, ma implica l'attenzione alla dimensione sociale e politica del problema della povertà.
Sul rapporto tra carità e giustizia ritorna costantemente l'insegnamento della Chiesa: « Quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo loro ciò che è loro.
Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di giustizia ».392
I Padri Conciliari raccomandano fortemente che si compia tale dovere « perché non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia ».393
L'amore per i poveri è certamente « inconciliabile con lo smodato amore per le ricchezze o con il loro uso egoistico »394 ( Gc 5,1-6 ).
Indice |
384 | Giovanni Paolo II, Discorso alla Terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano, Puebla ( 28 gennaio 1979 ), 1/8 |
385 | Giovanni Paolo II,
Sollicitudo Rei Socialis 42; Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae 32; Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente 51; Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte 49-50 |
386 | Cat. Chiesa Cat. 2448 |
387 | Cat. Chiesa Cat. 2443 |
388 | Cat. Chiesa Cat. 1033 |
389 | Cat. Chiesa Cat. 2444 |
390 | Cat. Chiesa Cat. 2448 |
391 | Cat. Chiesa Cat. 2447 |
392 | San Gregorio Magno, Regula pastoralis, 3, 21: PL 77, 87: « Nam cum quaelibet necessaria indigentibus ministramus, sua illis reddimus, non nostra largimur; iustitiae potius debitum soluimus, quam misericordiae opera implemus » |
393 | Apostolicam Actuositatem 8; Cat. Chiesa Cat. 2446 |
394 | Cat. Chiesa Cat. 2445 |