Santo Domingo

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4.5. Il Regno e le strutture di peccato

355 Il cristiano deve vivere la propria fede in un mondo segnato dal peccato.

Vi si trovano i peccati personali che, in fondo, significano un rifiuto all'iniziativa salvifica di Dio e confermano la tentazione dell'essere umano di farsi, egli stesso centro della realtà.

Questa pretesa autosufficienza, « diventereste come Dio », ( Gen 3,5 ) allontana l'uomo e la donna da Dio e dai propri simili ed è la causa dei mali sociali e della diminuzione della qualità della vita delle persone umane.

356 Tuttavia i peccati personali non si limitano ai fatti; generano mentalità e strutture che, a loro volta, ostacolano oltre misura il vivere i valori del Regno.

Il « peccato sociale »276 si rivela doppiamente nocivo.

Da un lato condiziona « la condotta degli uomini »,277 attirandoli nel peccato, dato che strutture inique tendono a produrre nuove ingiustizie, dall'altro le giustificazioni teoriche tendono a generare comportamenti peccaminosi.

357 Le strutture ingiuste oggi presenti in America Latina, frutto soprattutto « dell'affanno di guadagno esclusivo » e « della sete di potere »,278 rendono impossibile in qualche caso la pratica della giustizia.

D'altra parte, il « peccato sociale » mantiene e aumenta la povertà, l'insicurezza, la mancanza di salute e di lavoro, la limitazione della libertà, insomma, la sofferenza di grandi maggioranze impoverite del nostro continente.

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276 Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia 16
277 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 36
278 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 37