Santo Domingo |
355 Il cristiano deve vivere la propria fede in un mondo segnato dal peccato.
Vi si trovano i peccati personali che, in fondo, significano un rifiuto all'iniziativa salvifica di Dio e confermano la tentazione dell'essere umano di farsi, egli stesso centro della realtà.
Questa pretesa autosufficienza, « diventereste come Dio », ( Gen 3,5 ) allontana l'uomo e la donna da Dio e dai propri simili ed è la causa dei mali sociali e della diminuzione della qualità della vita delle persone umane.
356 Tuttavia i peccati personali non si limitano ai fatti; generano mentalità e strutture che, a loro volta, ostacolano oltre misura il vivere i valori del Regno.
Il « peccato sociale »276 si rivela doppiamente nocivo.
Da un lato condiziona « la condotta degli uomini »,277 attirandoli nel peccato, dato che strutture inique tendono a produrre nuove ingiustizie, dall'altro le giustificazioni teoriche tendono a generare comportamenti peccaminosi.
357 Le strutture ingiuste oggi presenti in America Latina, frutto soprattutto « dell'affanno di guadagno esclusivo » e « della sete di potere »,278 rendono impossibile in qualche caso la pratica della giustizia.
D'altra parte, il « peccato sociale » mantiene e aumenta la povertà, l'insicurezza, la mancanza di salute e di lavoro, la limitazione della libertà, insomma, la sofferenza di grandi maggioranze impoverite del nostro continente.
Indice |
276 | Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia 16 |
277 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 36 |
278 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 37 |