Santo Domingo |
481 L'opzione preferenziale per i poveri è un'espressione della carità cristiana e ha un'applicazione diretta nelle nostre responsabilità sociali al momento di prendere decisioni concrete.
« Questo amore preferenziale, con le decisioni che ci ispira, non può smettere di accogliere le immense moltitudini di affamati e mendicanti, di uomini e donne senza tetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore: non si può dimenticare l'esistenza di questa realtà.
Ignorarla significherebbe diventare come il ricco Epulone che fingeva di non conoscere il mendicante Lazzaro, prostrato alla sua porta ». ( Lc 16,19-31 )540
482 A partire dalla nostra fede nel Dio di Gesù, rinnoviamo e ribadiamo l'opzione preferenziale per i poveri del nostro continente.
Essi sono i « prediletti di Dio »541 per la loro situazione di povertà ed emarginazione.
Questa opzione esige una profonda conversione542 di tutti noi, perché nasce dalla nostra fede ed è segno della sua autenticità. ( Mt 25,31-46 )
Pertanto bisogna invitare tutti ad assumere insieme la promozione e la difesa dei legittimi diritti dei poveri, valutando lo sviluppo autentico a partire dalla loro situazione e impegnandosi a creare o consolidare quelle strutture sociali che danno loro dignità.
483 Conviene ribadire l'affermazione di Puebla: « Il Vangelo ci deve insegnare che, di fronte alle realtà che viviamo, non si può oggi in America Latina amare veramente il fratello e quindi Dio, senza impegnarsi a livello personale e, in molti casi, a livello di strutture, nel servizio e nella promozione dei gruppi umani e degli strati sociali più spossessati e umiliati, con tutte le conseguenze che ne seguono sul piano di queste realtà temporali ».544
484 Duole profondamente ascoltare frasi dispregiative su queste persone emarginate.
Lo sforzo per inserirle nella società è un dovere di umanità perché la loro emarginazione denuncia l'inumanità della società.
È assolutamente urgente e « necessario abbandonare una mentalità che considera i poveri - persone e popoli - come un fardello o come molesti e importuni ».545
In verità, « la promozione dei poveri è una grande occasione per la crescita morale, culturale e anche economica dell'umanità intera ».546
485 Alcuni settori della società, anche cattolici, hanno criticato i vescovi dicendo che optano per i poveri e non per i ceti medi che superano la povertà.
Si deve tuttavia affermare, con molta chiarezza, che la nostra opzione preferenziale per i poveri sorge dalla fede nel Dio Padre di tutti e che è un'opzione a favore dei poveri delle nostre terre perché superino la loro condizione di emarginati sociali.
Pertanto la concezione cristiana del progresso è includente, cioè considera autentico sviluppo solo quello che comporta il benessere di tutti e la corretta integrazione di tutte le dimensioni della persona umana.547
Non si è contro il progresso quando è per tutti gli uomini e le donne, e per tutta la persona umana nella sua dignità di creatura di Dio.
486 L'opzione preferenziale per i poveri esige la creazione delle condizioni sociali che ne permettono la promozione.
Pertanto è un'opzione contro quei meccanismi che impediscono il loro inserimento protagonistico nella società, come cittadini con uguali condizioni, diritti e doveri.548
È opportuno ricordare che Dio non vuole la miseria per nessuno, ma esiste una povertà evangelica, cui tutti, poveri e ricchi, siamo chiamati e che prevede la sobrietà e l'austerità di vita, la disponibilità a condividere e la piena fiducia in Dio.
Così come tutti, poveri e ricchi, siamo chiamati a coltivare le virtù che tanto contribuiscono a far uscire dalla miseria e ad assicurare il benessere e la dignità di tutti: la laboriosità, l'abilitazione, la responsabilità, l'onestà, lo spirito di iniziativa.
Indice |
540 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 42 |
541 | Puebla 1143 |
542 | Puebla 1134,1140 |
544 | Puebla 327 |
545 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 28 |
546 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 28 |
547 | Giovanni Paolo II,
Sollicitudo Rei Socialis 27-34; Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 29 |
548 | Gaudium et Spes 86; Paolo VI, Populorum progressio 55; Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 44 |