16 marzo 1985
Fratelli carissimi!
1. Sono sinceramente lieto di potermi incontrare oggi con voi, che in questi giorni siete riuniti per il Convegno Nazionale dei Delegati Vescovili per il Diaconato Permanente e dei diaconi permanenti, promosso dalla Commissione episcopale per il clero, della Conferenza Episcopale Italiana.
Sono giorni di studio, che intendono anche riflettere sui due documenti, pubblicati dalla medesima Conferenza Episcopale nel 1972 sull'argomento, e precisamente: "La restaurazione del Diaconato permanente in Italia" e "Il ministero diaconale".
È stato uno dei frutti del Concilio Ecumenico Vaticano II quello di voler restituire il Diaconato come proprio e permanente grado della gerarchia (cf. Lumen gentium, 29; Ad gentes, 16 ).
La costituzione dogmatica sulla Chiesa ha sintetizzato con chiarezza e profondità gli aspetti teologici dell'Ordine del diaconato e le specifiche funzioni dei candidati.
I diaconi, sostenuti dalla grazia sacramentale, servono il popolo di Dio - in comunione col vescovo e il suo presbiterio - nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità.
Per quanto concerne il ministero della liturgia, possono essere affidati al diacono dalla competente autorità vari compiti:
amministrare solennemente il Battesimo;
conservare e distribuire l'Eucaristia;
portare il Viatico ai moribondi;
assistere e benedire, a nome della Chiesa, il matrimonio;
presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli;
amministrare sacramentali;
dirigere il rito funebre e della sepoltura.
Per il ministero della predicazione, il diacono potrà leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo ( cf. Lumen gentium, 29 ).
Il ministero della carità ha, in particolare, un suo riferimento nella pagina degli Atti degli apostoli, che descrive la scelta dei "Sette" - tra i quali Stefano e Filippo - da preporre al servizio ( diaconia ) delle mense ( cf. At 6,1-6 ).
Sono note al riguardo le raccomandazioni rivolte ai diaconi nella Didascalia degli Apostoli: "Come il nostro Salvatore e Maestro ha detto nel Vangelo: "colui che vorrà diventare grande fra voi, si farà vostro servo, appunto come il Figlio dell'uomo che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" ( Mt 20,26-28 ); voi, diaconi, dovete fare lo stesso, anche se ciò comporti il dare la vita per i vostri fratelli, per il servizio ( diaconia ), che siete tenuti a compiere" ( Didascalia Apostolorum, XVI, 13 ).
2. Il diacono nel suo grado personifica Cristo servo del Padre, partecipando alla triplice funzione del sacramento dell'Ordine:
è Maestro, in quanto proclama e illustra la parola di Dio;
è Santificatore, in quanto amministra il sacramento del Battesimo, dell'Eucaristia e i sacramentali;
è Guida, in quanto è animatore di comunità o settori della vita ecclesiale.
In tal senso, il Diacono contribuisce a far nascere la Chiesa come realtà di comunione, di servizio, di missione.
Risuonano spesso nella liturgia le parole con cui San Paolo presentava l'immagine ideale del diacono alla prima generazione cristiana ( cf. 1 Tm 3,8-13 ); e mi piace anche ricordare quelle di un grande dei Padri Apostolici, Sant'Ignazio, vescovo di Antiochia e martire: "Seguite tutti il vescovo, come Gesù Cristo segue il Padre, e il presbiterio come gli apostoli; quanto ai diaconi, venerateli come la legge di Dio" ( S. Ignazio di Antiochia, Ad Smyrnenses, VIII, 1 ); "Ascoltate il Vescovo e Dio ascolterà voi; sono pronto a dare la mia vita per coloro che sono sottomessi al Vescovo, ai Presbiteri e ai Diaconi; con loro io possa aver pane del possesso di Dio!" ( S. Ignazio di Antiochia, Ad Polycarpum, VI, 1 ).
3. La partecipazione all'Ordine sacro, con i compiti citati, esige dai candidati al diaconato permanente una seria preparazione nel campo delle scienze sacre, e un profondo impegno di vita interiore, alimentata dal contatto assiduo con Cristo, in particolare mediante i sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione ( cf. Paolo VI, Sacrum Diaconatus Ordinem; Sacra Congregazione per l'Educazione Cattolica, Litterae Circulares de Formatione ad Diaconatum permanentem, 16 luglio 1969 ).
Occorrerà, in modo particolare, un continuo diuturno studio della Parola di Dio, della Teologia, dell'Insegnamento del Magistero, della Spiritualità cristiana, secondo le direttive, le indicazioni e i programmi della competente Autorità ecclesiastica.
Auguro di cuore che il Convegno Nazionale rappresenti un'importante tappa per l'ulteriore promozione del Diaconato Permanente in Italia.
A voi, qui presenti, a tutti i Delegati Vescovili e ai Diaconi Permanenti che operano già nelle diocesi e a quanti si preparano a ricevere l'Ordine del Diaconato, il mio affettuoso ricordo nella preghiera e la mia Benedizione Apostolica.