Miranda prorsus

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Contesto generale e obiettivo

Le meravigliose invenzioni tecniche, di cui si gloriano i nostri tempi, benché frutti dell'ingegno e del lavoro umano, sono tuttavia doni di Dio, nostro creatore, dal quale proviene ogni opera buona: "Egli, infatti, non solo ha dato l'esistenza al creato, ma lo stesso creato conserva e sviluppa".1

Alcune di queste invenzioni servono a moltiplicare le forze e le possibilità fisiche dell'uomo; altre a migliorare le sue condizioni di vita; altre ancora, e queste più da vicino toccano la vita dello spirito, servono o direttamente, o mediante artifici di immagini e di suono, a comunicare alle moltitudini, con estrema facilità, notizie, idee e insegnamenti, quali nutrimento della mente, anche nelle ore di svago e di riposo.

Tra le invenzioni riguardanti quest'ultima categoria, uno straordinario sviluppo hanno preso, durante il nostro secolo, il cinema, la radio e la televisione.

La Chiesa ha accolto queste invenzioni, fin dall'inizio, non solo con particolare gioia, ma anche con materna ansia e vigilante sollecitudine, volendo essa proteggere da tutti i pericoli i suoi figli, sulla via del progresso.

Tale sollecitudine deriva direttamente dalla missione affidatale dal divin Redentore, perché questi nuovi mezzi, come tutti sanno, hanno un potente influsso sul modo di pensare e di agire degli individui e delle comunità.

C'è anche un'altra ragione per cui la Chiesa si ritiene a ciò particolarmente interessata: essa, infatti, per un motivo superiore ad ogni altro, ha un messaggio da trasmettere a tutti gli uomini: il messaggio cioè dell'eterna salvezza; messaggio d'incomparabile ricchezza e potenza; messaggio che ogni uomo, a qualunque nazione o tempo appartenga, è necessario che accolga, secondo le parole dell'apostolo: "A me, che sono meno dell'infimo di tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai gentili la buona novella della imperscrutabile ricchezza di Cristo, e mettere a tutti in luce quale sia l'adempimento del mistero, nascosto da secoli in Dio, creatore di ogni cosa" ( Ef 3,8-9 ).

Nessuno potrà pertanto meravigliarsi se la Suprema Autorità Ecclesiastica si sia occupata di questo importante argomento, allo scopo di assicurare l'eterna salute alle anime acquistate "non con l'oro e l'argento corruttibili… ma col sangue prezioso di Cristo, Agnello immacolato" ( 1 Pt 1,18-19 ), e abbia ponderato attentamente tutti i problemi che il cinema, la radio e la televisione pongono oggi ai fedeli.

Sono trascorsi oltre venti anni dal giorno in cui il nostro predecessore di felice memoria Pio XI, valendosi "della mirabile invenzione marconiana", indirizzò per la prima volta un radiomessaggio "attraverso i cieli a tutte le genti e ad ogni creatura".2

Pochi anni dopo, il medesimo nostro predecessore impartiva al Venerabile Episcopato degli Stati Uniti, con la mirabile enciclica Vigilanti cura,3 sapienti insegnamenti conformi alle necessità del tempo, circa il cinema, dichiarando tra l'altro "necessario e urgente il provvedere che, anche in questa parte, i progressi dell'arte, della scienza e della stessa perfezione tecnica e industria umana, come sono veri doni di Dio, così alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime siano ordinati, e servano praticamente all'estensione del regno di Dio in terra: affinché tutti, come ci fa pregare la Santa Chiesa, …

"Sic transeamus per bona temporalia, ut non amittamus aeterna".

Noi stessi, durante il nostro pontificato, abbiamo sovente in ogni occasione trattato di questo argomento, impartendo opportune norme non solo ai pastori delle anime, ma anche alle varie associazioni di Azione Cattolica e agli educatori cristiani.

Abbiamo, inoltre, volentieri ammesso alla nostra presenza le varie categorie professionali del mondo del cinema, della radio e della televisione; e, dopo aver espresso la nostra ammirazione per i mirabili progressi di queste arti e di queste tecniche, abbiamo ricordato le responsabilità di ciascuno, i grandi meriti conseguiti, i pericoli dei quali possono facilmente incorrere e gli alti ideali che devono illuminare le loro menti e guidare le loro volontà.

È stata anche nostra cura, come ben sapete, istituire nella curia romana un'apposita commissione4 col compito di studiare accuratamente i problemi del cinema, della radio e della televisione che hanno attinenza con la fede e con la morale; alla quale commissione tanto i Vescovi quanto tutti gli interessati possono rivolgersi per opportune norme.

Noi stessi spesso approfittiamo di questi meravigliosi mezzi moderni, che ci facilitano l'unione di tutto il gregge col Supremo Pastore, sicché la nostra voce, superando senza difficoltà gli spazi della terra e del mare e i marosi delle passioni umane, possa giungere alle anime, esercitandovi una salutare influenza, così come richiedono i sempre crescenti compiti del sommo apostolato a noi affidato.5

E per noi motivo di grande conforto sapere che le esortazioni nostre e del nostro immediato predecessore Pio XI, di felice memoria, hanno non poco contribuito ad indirizzare il cinema, la radio e la televisione al perfezionamento spirituale degli uomini e con ciò alla maggior gloria di Dio.

Infatti, sotto la vostra zelante e vigilante cura, Venerabili Fratelli, sono state promosse, in comunanza di forze e di intenti, iniziative ed opere per siffatto apostolato, non solo sul piano diocesano e nazionale, ma anche su quello internazionale.

Non pochi dirigenti della vita pubblica, rappresentanti del mondo industriale ed artistico, e larghi ceti di spettatori cattolici, ed anche di non cattolici, hanno dato prove di onestà in questa gravissima questione, compiendo sforzi, anche a costo di sacrifici, perché non solo fosse evitato ogni pericolo di male, ma fossero rispettati i comandamenti di Dio e tutelata la dignità della persona umana.

Purtroppo, però, dobbiamo ripetere con san Paolo: "Non tutti hanno dato retta alla buona novella" ( Rm 10,16 ), perché anche in questo campo il Magistero della Chiesa ha incontrato da parte di alcuni incomprensione e rifiuto, quando non è stato violentemente combattuto; da parte cioè di individui spinti da un disordinato appetito di lucro, o vittime di erronee idee sulla dignità e libertà della natura umana, e sull'arte.

Se l'atteggiamento di queste persone ci riempie l'animo di amarezza, non possiamo tuttavia deflettere dal nostro dovere, e tradire la verità, nella speranza che sarà riservato anche a noi il riconoscimento dato a Gesù dai suoi nemici: "Sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità, senza temere di nessuno" ( Mt 22,16 ).

Come massimi vantaggi, così anche massimi pericoli possono nascere dai meravigliosi progressi tecnici moderni nei settori del cinema, della radio e della televisione.

Infatti, questi mezzi tecnici, che sono, si può dire, a portata di mano di ciascuno, esercitano sull'uomo uno straordinario potere e possono condurlo così nel regno della luce, del nobile e del bello, come nei domini delle tenebre e della depravazione, alla mercé di istinti sfrenati, secondo che gli spettacoli presentano ai sensi oggetti onesti o disonesti.6

Come, nello sviluppo della tecnica industriale del secolo scorso, è spesso accaduto che la macchina, destinata a servire l'uomo, lo ha piuttosto dolorosamente asservito, così anche oggi, se lo sviluppo dei mezzi audiovisivi di comunicazione sociale non viene sottoposto al "giogo soave" ( Mt 11,30 ) della legge di Cristo, rischia di essere causa d'infiniti mali tanto più gravi, perché verrebbero asservite non solo le forze materiali, ma anche quelle spirituali, così privando le scoperte dell'uomo dei grandi vantaggi che ne erano il fine provvidenziale.7

Perciò, avendo seguito con sollecitudine paterna ed ogni giorno maggiore il grave problema, e considerati i salutari frutti che ha portato, nel settore del cinema, durante più di due decenni l'enciclica Vigilanti cura, abbiamo benevolmente accolto le richieste, pervenuteci da zelantissimi Pastori e da laici competenti di questi mezzi, e desideriamo dare, con la presente Lettera Enciclica, insegnamenti e norme anche circa la radio e la televisione.

Dopo aver pertanto invocato, con insistenti preghiere, il Signore e implorato l'intercessione della Vergine Santissima, vogliamo rivolgerci a voi, Venerabili Fratelli, dei quali conosciamo le sollecitudini pastorali, non solo perché sia chiara la dottrina cristiana relativa a questo campo, ma anche perché si prendano i necessari provvedimenti e le opportune iniziative; e perciò vogliamo instantemente raccomandarvi di premunire il gregge affidato alle vostre cure, contro tutti gli errori e tutti i danni che l'uso dei suddetti mezzi potrebbe provocare, con grave pregiudizio della morale cristiana.

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1 S. Giovanni Crisostomo, De Consubstantiali, contra Anomoeos: PG 48, 810
2 Radiomessaggio Qui arcano, 12 febbraio 1931
3 Pio XI, Vigilanti cura
4 AAS 46 ( 1954 ), pp. 783-784
5 Discorso del 19 maggio 1950 ai cattolici di Olanda: Discorsi e Radiomessaggi di Pio XII, vol. XII, p. 75
6 Discorso del 21 giugno 1955 ai rappresentanti dell'industria cinematografica italiana: AAS 47 ( 1955 ), p. 504
7 Discorso del 5 maggio 1950 ai delegati della Conferenza internazionale di Radiodiffusione: Discorsi e Radiomessaggi di Pio XII, vol. XII, p. 51