Populorum progressio |
27 Così pure, se è vero che talvolta può imporsi una mistica esagerata del lavoro, non è men vero che questo è voluto e benedetto da Dio.
Creato a sua immagine, "l'uomo deve cooperare col Creatore al compimento della creazione, e segnare a sua volta la terra dell'impronta spirituale che egli stesso ha ricevuto".28
Dio, che ha dotato l'uomo d'intelligenza, d'immaginazione e di sensibilità, gli ha in tal modo fornito il mezzo onde portare in certo modo a compimento la sua opera: sia egli artista o artigiano, imprenditore, operaio o contadino, ogni lavoratore è un creatore.
Chino su una materia che gli resiste, l'operaio le imprime il suo segno, sviluppando nel contempo la sua tenacia, la sua ingegnosità e il suo spirito inventivo.
Diremo di più: vissuto in comune, condividendo speranze, sofferenze, ambizioni e gioie, il lavoro unisce le volontà, ravvicina gli spiriti e fonde i cuori: nel compierlo, gli uomini si scoprono fratelli.29
Indice |
28 | Lettera alla Settimana Sociale di Lione, in Le travail et les travailleurs dans la société contemporainé, Lyon, Chronique sociale, 1965, p. 6 |
29 | M.-D. Chenu O. P., Pour une théologie du travail, Paris, Editions du Seuil, 1955 |