Catechesi tradendae

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Linguaggio adatto al servizio del « Credo »

59 Un problema che si avvicina al precedente è quello del linguaggio.

Ognuno sa quanto tale questione sia scottante al giorno d'oggi.

Non è pure paradossale constatare come gli studi contemporanei, nel campo della comunicazione, della semantica e della scienza dei simboli, per esempio, diano una notevole importanza al linguaggio, e come d'altronde il linguaggio sia oggigiorno utilizzato abusivamente al servizio della mistificazione ideologica, della massificazione del pensiero, della riduzione dell'uomo alla condizione di oggetto?

Tutto ciò esercita influssi notevoli nel campo della catechesi.

Ad essa incombe, infatti, il preciso dovere di trovare un linguaggio adatto ai fanciulli ed ai giovani del nostro tempo in generale, come a numerose altre categorie di persone:

linguaggio per gli intellettuali, per gli uomini di scienza;

linguaggio per gli handicappati ecc.

Sant'Agostino aveva già incontrato un tale problema ed aveva contribuito a risolverlo, per il suo tempo, con la nota opera De catechizandis radibus.

In catechesi come in teologia, la questione del linguaggio senza alcun dubbio, fondamentale.

Ma non è superfluo ricordarlo qui: la catechesi non potrebbe ammettere alcun linguaggio che, sotto qualsiasi pretesto, anche se presentato come scientifico, avesse come risultato quello di snaturare il contenuto del Credo.

E meno ancora conviene un linguaggio che inganni o che seduca.

La legge suprema è, al contrario, che i grandi progressi nella scienza del linguaggio debbono poter essere messi al servizio della catechesi, perché essa possa più agevolmente « dire » o « comunicare » ai fanciulli, agli adolescenti, ai giovani e agli adulti di oggi tutto il contenuto dottrinale, senza alcuna deformazione.

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