Catechesi tradendae |
60 Una sfida più sottile deriva a volte dalla concezione stessa della fede.
Talune scuole filosofiche contemporanee, che sembrano esercitare una forte influenza su alcune correnti teologiche e, per loro tramite, sulla prassi pastorale, sottolineano volentieri che l'atteggiamento fondamentale dell'uomo è quello di una ricerca all'infinito, una ricerca che non raggiunge mai il suo oggetto.
In teologia questa visione delle cose afferma molto categoricamente che la fede non è una certezza, ma un interrogativo, che non è una chiarezza, ma un salto nel buio!
Queste correnti di pensiero hanno certamente il vantaggio di ricordarci che la fede riguarda cose che non sono ancora possedute, perché sono sperate, cose che non si vedono ancora se non « in uno specchio, in maniera confusa », ( 1 Cor 13,12 ) e che Dio abita sempre in una luce inaccessibile. ( 1 Tm 6,16 )
Esse ci aiutano a non fare della fede cristiana un atteggiamento di immobilismo, ma piuttosto una marcia in avanti, come quella di Abramo.
A più forte ragione si deve evitare di presentare come certe le cose che non lo sono.
Tuttavia, non bisogna cadere - come avviene molto spesso - nell'eccesso opposto.
La Lettera agli ebrei dice che « la fede è il fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono ». ( Eb 11,1 )
Se noi non ne abbiamo il pieno possesso, ne abbiamo una garanzia ed una prova.
Quando noi educhiamo i fanciulli, gli adolescenti ed i giovani, non presentiamo loro un concetto della fede del tutto negativo - come un non-sapere assoluto, una sorta di cecità, un mondo di tenebre -, ma sforziamoci di mostrar loro che la ricerca umile e coraggiosa del credente, lungi dal partire dal nulla, da semplici illusioni, da opinioni fallibili, da incertezze, si fonda sulla parola di Dio, il quale né si inganna né inganna, e si edifica di continuo sulla roccia incrollabile di tale Parola.
È la ricerca dei magi al seguito di una stella, ( Mt 2,1 ss. ) ricerca in ordine alla quale Pascal, riprendendo un pensiero di sant'Agostino, scriveva in termini così profondi: « Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato ».107
È, altresì, uno scopo della catechesi quello di offrire ai giovani catecumeni quelle certezze, semplici, ma solide, che li aiutino a cercare di più e meglio la conoscenza del Signore.
Indice |
107 | Blaise Pascal. Le mystère de Jesus, Pensées, n. 553 |